Massimo Smith, autore di Il mistero di Piazza dell’Odio edizioni Newton Compton, di recentissima pubblicazione (11 febbraio), è napoletano e della bella città partenopea conosce strade, vicoli e piazze, abitudini, pregi e difetti, luci ed ombre e ha voluto trasferirli nel suo libro. Non so se effettivamente esiste una Piazza dell’Odio a Napoli, ma leggendo la storia raccontata da Massimo Smith, il posto sembra più che reale.
Ambientato a Napoli in quello che potrebbe essere benissimo il nostro tempo, Il mistero di Piazza dell’Odio di Massimo Smith, è un giallo che presenta tutte le caratteristiche del genere: una storia intricata, con frequenti colpi di scena, dove il bene e il male si intersecano e rappresentano le due facce della stessa medaglia.
Le vicende di Il mistero di Piazza dell’Odio di Massimo Smith
Le vicende raccontate da Massimo Smith nel suo libro, esordiscono nella prima pagina con uno strano delitto avvenuto proprio in Piazza dell’Odio. La vittima, una giovane donna, prima di morire scrive su un muro proprio la parola “odio” con il suo stesso sangue. Il prologo dà l’imprinting, la connotazione a tutto il contenuto della vicenda.
Lo scenario cambia repentinamente alla terza pagina e il lettore viene messo davanti al protagonista, Nico Guerra che, appena uscito dal carcere di Rebibbia è costretto a lasciare Roma. Si rifugia a Napoli dove vive Barbara Giuliani, una vecchia amica con la quale aveva avuto un’avventura e le chiede aiuto. Barbara lo ospita nel suo albergo che, sotto l’apparente normalità, nasconde un bordello di lusso, dove alcune “ospiti” che attivano i sensi e turbano il sonno di Nico, vendono “a tutti la stessa rosa”, come recita il famoso brano di Fabrizio De Andrè.
Malgrado Nico voglia rifuggire e stare lontano dai guai di ogni genere, viene coinvolto in vicende inquietanti sulle quali indagano Soriano e Giappo, due poliziotti a cui Massimo Smith dà una modalità di azione che ricorda la polizia dei gialli americani. A partire dall’appellativo, falchi, i due poliziotti sembrano proprio incarnare il prototipo dell’investitore di oltre oceano: scanzonato, spesso ironico e sopra le righe che non va troppo per il sottile, nè si attiene strettamente alle regole.
La Napoli che Massimo Smith racconta in Il mistero di Piazza dell’Odio, non è la Napoli iconografica di sole, mare, pizza, mandolino e Vesuvio, è piuttosto una città dove la violenza, lo spaccio, il malaffare, la camorra e le ingiustizie si respirano con l’aria. La Napoli di Massimo Smith è una città dove è vero tutto e il suo contrario, dove la verità e le bugie si mescolano e si confondono quasi come la mozzarella e il pomodoro delle sue famose pizze.
Una città dominata dalle guerre fra le bande di camorristi che allungano le spire ovunque e si alimentano sui bisogni della gente. Leggendo le intricate vicende del libro mi è tornato in mente Gomorra di Roberto Saviano, anche se è ovvio che i due libri hanno in comune soltanto Napoli e la violenza generata dalla camorra. Saviano nel suo libro fa un vero e proprio reportage sul malaffare camorrista, mentre Smith si inventa una vicenda che da esso prende spunto.
Un giallo dal ritmo veloce
Il mistero di Piazza dell’odio è un giallo dal ritmo narrativo veloce, dinamico e serrato, dove Massimo Smith dà grande preponderanza ai dialoghi fra i personaggi che usano il linguaggio corrente, ossia quello slang napoletano che può essere considerato una vera e propria lingua.
Delineata con abilità e realismo, la varia umanità del romanzo è resa più reale e vera proprio dal dialetto che Massimo Smith usa e forse un po’ abusa, in quanto è presente qualche errore ortografico perdonabile però: non è facile conoscere e scrivere correttamente il dialetto, a qualunque regione appartenga.
Massimo Smith muove i suoi personaggi all’interno di una storia dove sesso e morte si alternano e avvicendano; una storia dove si uccide con la stessa facilità con la quale si beve un sorso d’acqua, il sangue scorre fiumi, le scene crude e macabre sono descritte con dovizia realistica e la pietà è una parola avulsa dal vocabolario di alcuni dei protagonisti.
Una storia cruda, un giallo di pura azione, contornato da un alone di mistero e qualche risvolto psicologico che rende più accattivante la lettura. Non ti nascondo caro lettore che personalmente mi “sono bevuta” le quasi quattrocento pagine in pochissimo tempo, proprio per la curiosità e il coinvolgimento che la narrazione suscita pagina dopo pagina.
Hanno scritto di Il mistero di Piazza dell’Odio di Massimo Smith
Riporto qualche critica importante sul libro, proprio perché appena pubblicato ha già suscitato impressioni favorevoli presso gli “addetti ai lavori”, alle quali non posso che associarmi.
Massimo Smith, scrittore, sceneggiatore e autore teatrale, è riuscito a costruire un giallo intrigante, dove azione e mistero si fondono perfettamente. Conferma il suo eclettico talento.
La Repubblica
Massimo Smith ci mostra come è facile scomparire, diventare invisibili per la società cosiddetta civile e, nello stesso tempo, ci fa scoprire quanta umanità possa esserci tra coloro che vivono ai margini.
Massimo Smith chi è…
Oltre ad aver scritto poesie, racconti e lavorato per la radio nel 2010, come autore di testi e speaker della rubrica letteraria “Il mare non bagna Napoli”, Massimo Smith, è stato per due anni responsabile degli eventi pubblici del Premio Napoli diretto da Ermanno Rea, e direttore editoriale delle case editrici Graus e Ad est dell’equatore.