Mario de Andrade il cui nome per esteso, Mario Raul de Morais Andrade, potrebbe fare invidia ad un nobile dal pedigree a Denominazione d’Origine Controllata tanto è lungo, composito e quasi altisonante, è un poeta, musicologo, critico letterario e narratore brasiliano, scomparso ormai da oltre settant’anni.
Nato a San Paolo del Brasile il 9 ottobre 1893 e morto nello stesso luogo, il 25 febbraio 1945, fu uno dei fondatori del “modernismo brasiliano“, movimento letterario sviluppatosi a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento in Europa e parimenti in Sud America grazie soprattutto all’opera di Mario De Andrade. Fu anche grande amico di Giuseppe Ungaretti con il quale condivise l’amore per la poesia essenziale… E non a caso, ricevette dalla critica la definizione di poeta del tempo prezioso.
Non starò qui ad elencarti le opere di Mario De Andrade, né a parlarti della sua poetica: penso sia uno di quegli autori abbondantemente conosciuti. I suoi racconti, novelle, romanzi, saggi e poesie fanno parte della storia della letteratura internazionale da molto tempo e basta consultare un qualsiasi tomo di critica per approfondire il suo profilo letterario.
Quando, per caso, incontri Mario De Andrade
Il motivo per cui oggi è ospite di Poesia e vita, vita è poesia che come ben sai è una delle rubriche fisse di iCrewplay-libri, è semplicissimo: l’ho incontrato per caso. Se il caso esiste e può definirsi casuale. E non mi scuso per il gioco di parole, assolutamente voluto. Se sei un lettore più o meno assiduo di questa rubrica, saprai che spesso mi piace girovagare in rete: è un po’ come camminare per le strade di una città sconosciuta.
Piazze, viali, vicoli, strade maestre, stradine di periferia e di campagna, sono lì a disposizione: aspettano soltanto di essere esplorate, per mostrare la loro intrinseca bellezza a chi ha occhi attenti all’insieme e al particolare. È quasi come esplorare mondi sconosciuti o conosciuti solo in parte. Ed è anche la dimostrazione che si possono allargare visuali e conoscenze senza muoversi da casa… Che bella invenzione Internet: avrà sicuramente i suoi lati negativi ma davvero consente di avere il mondo a portata di clic…
Chiudo la parentesi, spengo il cero votivo a “santo internet” e torno a Mario De Andrade e ai miei incontri virtuali: lui, poeta e tanto altro, mi si palesa in un pomeriggio di fine maggio, che ha il sapore di novembre. Una nebbia fitta e radente, neanche fossimo in pieno centro di Milano, invade questa porzione di Sicilia da dove sto scrivendo e, in uno dei miei soliti giri, leggo un titolo che cattura la mia attenzione:
La mia anima ha fretta di Mario De Andrade
Questa particolare poesia può essere un ottimale spunto di riflessione interiore per riacquisire il bando della matassa nella propria esistenza: questo sottotitolo colpisce anch’esso la mia attenzione. Inevitabile che mi fermi a leggere…
Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla.
Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho più tempo, da perdere per sciocchezze.
-Caspita!-, penso -Non sarà un esempio di alta poesia, non conterrà metafore, analogie, ossimori, allitterazioni, allegorie o rime baciate, alternate, incrociate e incatenate e chi più ne ha più ne metta, non avrà una metrica precisa, nè tanto meno un linguaggio che può definirsi poetico, ma quanta verità contengono queste frasi!
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati.
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che genera la lotta per un incarico importante.
Le persone non discutono sui contenuti, ma solo sui títoli…
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
Non ho più molti dolci nel pacchetto…
È incredibile quanto ci si possa ritrovare in frasi scritte quasi in secolo addietro, da un poeta brasiliano dal nome lungo quanto quello di un nobile, che sembra interpretare il leggero malessere interiore che si sente in certe occasioni…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori.
Gente molto sicura di se stessa , che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze.
Gente che non si consideri eletta anzitempo.
Gente che non sfugga alle sue responsabilità.
Gente molto sincera che difenda la dignità umana.
Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine.
Il tempo prezioso di Mario De Andrade
Non so che età avesse Mario De Andrade quando ha scritto questo brano, so di certo che quando gli anni che potenzialmente si hanno davanti sono inferiori a quelli già vissuti, ciò che veramente si desidera è vivere rapporti umani veri e non di circostanza, è guardare all’essenza ed evitare il superfluo, è essere in pace con se stessi e con il mondo intero….
Perché solo l’essenziale é ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone …
Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima.
Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare.
Nelle semplici parole che se non si possono definire poesia perché non ne hanno le caratteristiche, almeno nella traduzione italiana, si possono definire “sante verità”, nelle frasi di un brano di prosa poetica, incontrate per caso in un pomeriggio di nebbia ho capito che le affinità elettive esistono e non temono il tempo; in quelle frasi ho letto i miei pensieri… E i miei propositi.
Non intendo sprecare neanche un solo dolce di quelli che ora mi restano nel pacchetto. Sono sicuro che saranno squisiti, molto di più di quelli che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo, alla fine, é andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Grazie Mario De Andrade!
Da una viaggiatrice virtuale nel tempo e nei versi, che in un pomeriggio nebbioso e sonnolento è entrata in profonda empatia con te, anche se la tua dimensione attuale non è più terrena. E ha scoperto perché sei ” il poeta del tempo prezioso”.