Il 25 novembre non è una data qualsiasi, è il giorno della rivendicazione femminile contro i diritti umani calpestati ma è anche un giorno da ricordare, di quelli che non passano inosservati perché riportano alla memoria personaggi che hanno lasciato il segno.
Maradona, Napoli ricorda il campione argentino
Il ricordo di Diego Armando Maradona non è stato minimamente scalfito dal tempo o dalle contraddizioni che lo hanno condizionato anzi. A un anno dalla sua scomparsa, il suo carisma, la sua voglia di vivere è ancora palpabile nelle parole e nei pensieri di chi lo ha amato davvero.
Chi se non Napoli poteva omaggiare in grande stile il campione argentino. I napoletani ne hanno conservato la memoria come una reliquia da non profanare, il figlio adottivo amato e idolatrato perché capace in vita di avere accettato empaticamente le leggi di una comunità.
E quasi una equazione; Napoli sta a Maradona e viceversa! Non c’è l’uno senza l’altro, senza sconti, senza troppe parole, due realtà imprescindibili che hanno dato vita in qualche modo ad una leggenda metropolitana.
Che l’esperienza partenopea non sia stata sempre rosa e fiori è scritto ovunque, ma al suo bipe de oro Napoli ha perdonato e giustificato sempre tutto.
Fa nulla se dopo qualche anno, il pallone non entrava più in rete, o se fosse più facile trovarlo in ambienti poco raccomandabili piuttosto che a riposare prima di una partita, l’importante era vederlo entrare nello stadio con le braccia alzate verso il cielo e magari ricevere una maglietta autografata da mettere in bella mostra sulla parete della camera.
Così come in vita anche gli ultimi giorni di vita del campione non sono poi scivolati nel dimenticatoio, complici le diatribe familiari e i dubbi intorno alla mancata assistenza che ancora oggi rendono la situazione nebulosa e piena di contraddizioni. Di certo tutto questo non ha minimamente scalfito la sua immagine, percepita come vittima di un sistema diretto a minare la sua vulnerabilità e in qualche modo, violata nella sua interiorità.
L’interesse mediatico sulla vita privata e i legami con ambienti poco chiari mettono un freno alla qualità delle sue prestazioni ma ad un campione come Maradona tutto è permesso anche sbagliare.
Una vulnerabilità che al contrario lo ha reso immortale, quasi divino, un idolo da difendere a tutti i costi dalle cattiverie del mondo, lui che era riuscito a fuggire dalle miserie del mondo inseguendo un pallone.
La storia di Maradona è in qualche modo simile a quelle che nascono negli angoli più duri della terra. Tutto ha inizio a Villa Fiorito, periferia di Buenos Aires dove la povertà fa da padrona e tirare calci al pallone è l’unica possibilità per uscire da quell’ambiente.
Si gioca tra le macchine e i piccoli spazi e questo aiuta Diego a gestire il pallone in modo incredibile. Il suo primo esordio è nella Cebolittas, poi passa all’ Argentinos Juniors, a 16 anni il Boca e pochi mesi dopo la Nazionale.
Maradona il piede d’oro del calcio mondiale
In pochi anni Maradona si trasforma nel “piede d’oro”, vince la Coppa del Mondo in Messico nel 1986, trionfa con il Napoli di cui difenderà i colori e l’identità, quella che per lui diventa come una seconda patria.
D’altra parte, per averlo in campo, la società è costretta a versare 13 miliardi di lire, un sacrificio economico ripagato però con la conquista di due scudetti incredibili, una coppa Italia, una coppa Uefa e una Supercoppa italiana.“Maradona è meglio di Pelé“grida la curva del San Paolo che ora dopo la morte del calciatore porta il suo nome.
La carriera del calciatore argentino inevitabilmente si affievolisce dopo la sconfitta con la Germania nel mondiale del ’90, Maradona grida al complotto ma già si notano i primi segni di fragilità emotiva. Nel marzo 1991 risulta positivo al controllo antidoping e squalificato per quindici mesi, le vicende legate alla cocaina lo indeboliscono nel fisico e nella mente ma l’Argentina lo riconvoca per il mondiale americano del 1994.
Maradona segna con la Grecia ma viene fermato per aver assunto sostanze ritenute off limits. È il 1994, non resta che l’esperienza della panchina che lo vede per soli due mesi alla guida del Deportivo Mandiyù,
Nel 1995 allena la squadra del Racing che abbandona dopo quattro mesi per tornare a giocare, per la felicità dei tifosi, con il Boca Juniors.
Rimane in squadra fino al 1997 quando, nel mese di agosto, viene trovato nuovamente positivo ad un controllo antidoping. Il 30 0ttobre 1997, giorno del suo compleanno, Maradona compie 37 anni e annuncia definitivamente il suo ritiro dal calcio.
Per Diego non essere al centro dell’attenzione provoca instabilità e smarrimento, da idolo consacrato delle pagine sportive passa a quelle poco riguardevoli che lo vedono protagonista di risse con i giornalisti o personaggio televisivo, nulla a che vedere con la leggenda che tutti ricordano. Nel 2008, Maradona sostituisce Alfio Basile sulla panchina della nazionale argentina e finalmente arrivano i risultati con l’Argentina protagonista del mondiale sudafricano.
Minato nel fisico, nei primi giorni di novembre del 2020, Maradona viene ricoverato in ospedale per rimuovere un ematoma al cervello ma durante la convalescenza muore nella sua casa di Tigre a Buenos Aires, a causa di un grave arresto cardiaco. E il 25 novembre!
Di Maradona si continuerà a parlare, di lui non rimarranno solo le bravate calcistiche i suoi goal spettacolo, la sua maestria nel saper duettare con il pallone, porteremo nel cuore il sorriso di un giovane scanzonato innamorato del calcio, appassionato della vita, un trascinatore di folle, capace di regalare con un solo calcio al pallone brividi di gioia.
Basta guardare sui muri della città partenopea, tappezzata del suo volto, delle figurine che lo rappresentano, le immagini davanti ai quali anche i più umili si inginocchiano. In omaggio al campione dal 29 ottobre su Prime video andrà in onda Sogno benedetto, una serie in dieci episodi dedicata al grande campione argentino che ripercorre la sua vita fin dall’infanzia a Villa Fiorito, per arrivare ai grandi successi mondiali che lo hanno condotto fino a Napoli.
La storia di Maradona cattura per la magia che ha circondato questo grande campione, nel frattempo guarda il video, sarà come avvicinarti a lui attraverso la sua passione.