Manuela Ronchi, è una imprenditrice e manager con una laurea in Lingue e letteratura straniera, fin qui tutto normale. Se poi vai più a fondo scopri che non è una manager qualsiasi. Al di là della gestione finanziaria, Manuela ha scelto di approcciarsi come manager nel campo sportivo. Alle spalle un lungo percorso nel campo delle relazioni pubbliche, un’esperienza che l’ha spinta a fondare nel 1995 l’Action Agenzy, una cucina creativa di nuovi linguaggi e comunicazione
Manuela Ronchi: un manuale per imparare a relazionarsi
Tanti e speciali i rapporti che lei stessa ha curato con passione passando da Pantani a Gerry Scotti, Max Biaggi e tanti altri. Connessioni fondamentali per superare anche il momento buio che stiamo attraversando, l’importante però è sapere come relazionarsi nella maniera giusta anche in base alle situazioni.
Le relazioni non sono pericolose. L’importanza dell’incontro all’epoca dei social, edito da Gribaudo è scritto a quattro mani con la giornalista Simona Recanatini.
“Con il coronavirus è cambiato tutto, ma la relazione è ancora più importante” scrive l’autrice, “Il periodo di quarantena ci ha fatto capire che il digitale ci permette di restare connessi, ma tra lo stare connessi e comunicare c’è una grande differenza. La tecnologia è un mezzo che ci deve aiutare a risolvere un problema quando c’è, ma non deve sostituirsi alla relazione umana.
Oggi più che mai vivrà e resisterà chi ha davvero dei contenuti. Il mondo che ci siamo creati prima del coronavirus, dove sembrava che fosse figo chi ha più soldi o più follower, è crollato. Oggi devono contare di più la qualità e il contenuto, non il contenitore. Quegli eventi mirabolanti che cercano di coprire la mancanza di contenuto con gli orpelli e i fuochi d’artificio non si faranno più, a favore di quelli dove c’è davvero qualcosa da dire e da comunicare.”
Manuela Ronchi lavora nell’ambito degli affari ma è fortemente convinta che i rapporti umani possano restituire a questa professione umanità e autenticità. E di personaggi autentici e originali ne ha conosciuti tanti.
“Fino a ieri”, spiega la Ronchi, “abbiamo ‘mascherato’ con degli stratagemmi chi non aveva nulla da dire. Chi pensava che bastasse l’esteriorità per avere un ruolo, anche se non si aveva niente da dire, si era illuso. Leggere, documentarsi, avere dei contenuti, avere un’autenticità: questo fa la differenza. Oggi più che mai. L’uomo per cambiare ha bisogno di prendere paura. Non siamo noi che dobbiamo salvare la Terra, siamo noi che dobbiamo salvarci dalla Terra! Questo coronavirus potrebbe essere visto come la reazione del pianeta che si è davvero stufato dei suoi abitanti che non l’hanno saputo rispettare”.
Nel suo libro gli aneddoti di Pantani e tanti altri
Manuela Ronchi ha lavorato con Gerry Scotti, è stata manager di Marco Pantani, incontri che l’hanno arricchita nonostante, in talune situazioni, l’approccio non ha dato gli esiti voluti.
Quello con Marco Pantani è stato l’incontro che ha sconvolto in tutti i sensi la mia vita. Sono passati più o meno vent’anni da quando mi chiamò per diventare la sua manager e da quando ha voluto che, in un mondo decisamente maschilista come è quello del ciclismo, fosse una donna a gestire lui stesso e poi addirittura una squadra di corridori. Decisamente avanti, vero?
Fra ricordi, aneddoti, consigli e strategie, ‘Le relazioni non sono pericolose’ è a metà strada fra il racconto di una carriera e un manuale pensato per chi vuole ‘fare pubbliche relazioni’, lavorare nel mondo della comunicazione o semplicemente capirlo meglio. Ma il capitolo dedicato a Marco Pantani, come non manca di sottolineare l’autrice, è davvero un ‘pezzo a parte’.
È quello che le ha cambiato la vita e il suo modo di intendere le relazioni, insegnandole (e insegnandoci) che le relazioni vincono su tutto. La fortuna che ha avuto l’autrice nel conoscere “quel” Pantani ed essere la sua guida le ha fatto scoprire il segreto del perché il Pirata è e resterà immortale. Gli aneddoti che racconta, alcuni per la prima volta, servono per far sapere a tutti i tesori preziosi che questa relazione le ha lasciato: il coraggio e la coerenza.
Dopo i fatti di Madonna di Campiglio la stampa non era a favore di Marco, ma l’autrice è convinta che rifarebbe esattamente tutto quello che ha fatto e gestirebbe altri cento, mille Pantani nonostante tutto quello che le è successo e nonostante l’intensità di quel rapporto e di quella situazione.
Avere il coraggio di fare delle scelte e soprattutto essere coerenti e non tradire, come ha sempre fatto lui, a costo di rimetterci la vita, denota secondo me che la fiducia è davvero al centro di ogni relazione umana.
Manuela Ronchi ci parla delle sue esperienze, belle, vere, a volte meno ma la strada, a suo avviso, è quella giusta, perché le difficoltà della vita si risolvono confrontandosi entrando in relazione con gli altri. Non potrei essere più d’accordo!
Buona Lettura!