A te osservatore notturno che col naso all’insù mi cerchi nelle notti in cui mi nascondo, a te che osservi le mie fasi, voglio raccontare il mio ciclo mensile che mi fa astro-femmina e mi rinnova…
Io prospererò, e rimarrò, e anche se i malevoli dicessero: “Vorrei che fosse morto!”, proprio come te risorgerò ogni volta; come risorgi tu, dopo che i rospi della notte e i ramarri ti hanno divorata. Tu torni sempre e proprio come te io tornerò al momento giusto, ritornerò.(Canzone della luna nuova, Takelma, Da: 49 canti degli Indiani d’America, Edizioni Mondadori).
I vecchi Saggi credevano che io fossi legata al momento appena precedente la rinascita e mi associavano al riposo, al non agire, nella mia assenza trovavano il loro riposo per accumulare nuove forze e acquisire nuove conoscenze. Arrivavano a sconsigliare ogni operazione pratica in mia assenza e dedicavano il loro tempo allo studio, alla meditazione e alla divinazione, operazioni che ricevevano influssi particolarmente benefici. Io che adoro il quieto vivere, il canto dei grilli, lo scorrere placido delle acque, il rumore delle onde tranquille che si infrangono sulla riva nelle notti d’estate, il lieve frusciare delle foglie nelle sere serene, ho lasciato che lo credessero per molto tempo… e poi il sapere, la scienza, la conoscenza ha rotto la poesia. Vabbè, c’è sempre qualcuno o qualcosa che deve rompere ma mi consolo pensando che ci sono sempre i sognatori: loro si che mi danno belle soddisfazioni…
Le fasi lunari
Ti racconto le mie fasi, ti racconto la mia vita mensile, ti racconto cosa faccio e come gli uomini interpretano questa mia vita da satellite perlaceo e solitario: io regina incontrastata delle notti, cantata e sognata da poeti e scrittori, osservata da contadini e maghi, streghe e astrologi che cercano intuizioni e soluzioni fra le mie rocce bianche, eteree ed inafferrabili. Ho le mie fasi e la fertilità di donna si ispira a loro, anzi il Grande Regista dell’Universo ha voluto che il ciclo riproduttivo femminile seguisse il mio, sono femmina anch’io e ne sono fiera.
Quando, dopo il riposo mensile mi rinnovo, sono crescente: i Saggi antichi mi chiamavano Vergine Ecate o Aglaia (una delle tre Grazie) o ancora Selene. La mia crescita era, nei pensieri dei miei amanti, propizia per tutto ciò che rappresentava novità e inizio. Ero perfetta, dicevano, per stringere legami e patti, iniziare progetti e attività e tutto ciò che riguardava l’accrescimento. Erano convinti così? Beh, che mi costava lasciarglielo credere… Dall’alto del mio trono celeste, io crescevo ancora cresco e sorrido… anche ora che la scienza ha cambiato i pensieri dei miei estimatori.
Poi quando, quarto dopo quarto, divento piena il mio nome mutava, diventavo Ecate Matura o Madre, Persefone, Talia (una delle Grazie), o Artemide/Diana… ho quasi nostalgia di quei tempi: avevo un ruolo importante allora, adesso invece solo qualche inguaribile romantico alza gli occhi per vedere come sto… La prosperità, la fecondità, le conferme e la conoscenza a quei tempi dipendevano dalla mia pienezza, dalla mia rotondità. Il periodo migliore per intraprendere studi, confermare desideri e propositi, cogliere i frutti di lavori e progetti, così dicevano i vecchi Saggi. E io pacioccona, sferica, colma e feconda sorridevo, lo faccio ancora ma solo per i pochi che sanno cogliere il mio bianco sorriso.
E come sai, dopo la pienezza, lo svuotamento fa parte di quel perfetto disegno celeste che il Grande Regista ha stabilito, con precisione e perfezione assoluta, eccomi calante: detta anche Ecate Anziana o Demetra, Eufrosina (la terza delle Grazie). Rappresentavo lo svuotamento, il termine, il momento perfetto per rituali di allontanamento e di purificazione, per interrompere abitudini, situazioni o relazioni che non avevano più ragione d’esistere e per tutto ciò che aveva come oggetto o scopo, la fine, il porre termine, la diminuzione. Che tempi erano quelli! Regnavo incontrastata, misteriosa, irraggiungibile. Ero fonte di ispirazione e regolavo la vita degli uomini… poi, qualcuno ha trovato il modo di studiarmi da vicino e di raggiungermi, di lasciare le sue orme sul mio suolo immacolato… ed è finito il mistero, forse. Forse, certo! Perchè ho una faccia che i terrestri non potranno mai vedere: è solo mia, la nascondo e chissà, magari qualcuno confeziona i suoi sogni inediti sul mio volto misterioso.
Dei miei giorni di ferie, di ciò che faccio quando i terrestri non vedono il mio pallore lattiginoso stagliato nel buio della notte, non ti racconto e non ti svelo, stendo sopra una trapunta di stelle e tu, curiosone rispetta la mia privacy.
… ah, dimenticavo fra le tante poesie che ricevo da amanti e spasimanti, consentimi di mostrartene una, così, solo per darti un’idea di cosa sono capace di ispirare a chi ha ancora il tempo, la sensibilità e la fantasia di dedicarmi un momento del suo tempo, fra le corse impazzite di ogni giorno, quando al buio, in un momento di intimità, mi cerca fra i tetti delle case intorno e io, volubile e capricciosa, gioco con i suoi pensieri…
A MEZZANOTTE
Pensando come ella fosse, stasera,/ piantai più volte il naso oltre il balcone./ Rotonda, forse. Oppure smagrita?/ Assente, ogni idea aveva schivato./ Spuntò, infine,/ sorprendendomi,- dal lucernaio della casa di fronte/ facendo capolino a mezzanotte -/mentre, assorto, fumavo/ poggiato alla ringhiera del balcone./ Nitidamente ne spiai le mosse./ Con una fretta che mai le avrei supposto/ un poco svestita, tutta si affacciò/dritta guardandomi negli occhi./ “Sono qui per te, sono tutta tua”/ sussurrò piano… e mentre io arrossendo/ da lei allontanai, un attimo, lo sguardo,/ ella con ritrosia s’alzò nel cielo,/offrendo a tutti la sua luce.
da: Il canto dei paesi, (Ditirambi, lai e zagialesche) di Filippo Giordano, edizioni Youcanprint anno 2013.
E adesso ti lascio, riprendo il mio ciclo, ci vediamo come sempre, al solito posto. Non mancare, ti aspetto.
Che meraviglia le tue parole.
Una luna un po diversa….Grazie Cris.
Una rubrica questa sulla luna particolarissima, non solo per le poesie, ma anche per le melodiche parole usate dalla redattrice, che altro aggiungere? Meravigliosa e stupefacente, una vera scoperta!
Grazie.. ?