L’ultimo libro di Gianluca Arrighi, Intrigo in Costa Verde. La recensione
Caro iCrewer e amico lettore che ci segui, e soprattutto fan del noto avvocato Arrighi nonché il giallista più apprezzato degli ultimi tempi, ecco che oggi ho l’onore di raccontarti l’esperienza di lettura del suo ultimo e attesissimo (capo)lavoro, Intrigo in Costa Verde.
So che potrei apparire banale nell’esplicare la mia opinione in merito a questa sua ultima pubblicazione, poiché è semplicemente perfetta. Ma le cose vanno dette per quelle che sono, e potrei dilungarmi molto ma la verità è che, ancora una volta, Gianluca Arrighi ha creato un’opera tecnicamente impeccabile, una trama coinvolgente, un finale coi fiocchi, il tutto servito su un piatto d’argento dalla sua scrittura fluida, precisa, piacevole.
I personaggi, soprattutto il protagonista Alex, emanano energia propria e si fanno amare (oppure odiare) con estrema naturalezza. I luoghi incantevoli fanno da cornice (o da nascondiglio?) a personalità ambigue e omertose, ad amori impossibili e ad altri clandestini, accogliendo i protagonisti mentre lottano ognuno con i propri contrastanti sentimenti.
Un colpo di arma da fuoco apre le danze e spinge Alex, per dovere e per amore, a scoprire il mistero dietro il quale si nasconde un tentato omicidio. Tra le tante piste, possibilità e dubbi, sembra impossibile arrivare alla verità. Tra politica, sistemi mafiosi, invidie, segreti e colpi di scena, il ritmo è incalzante e si desidera solamente arrivare alla fine, per godere della chiusura del cerchio, per trovare insieme ad Alex tutti i perché.
Premetto che conosco questo bravissimo autore in maniera virtuale, grazie al lavoro che svolgiamo e ai contatti sui social: conoscenza che, anche se superficiale, mi ha permesso di intuire la grande personalità di Arrighi, la sua umiltà, il suo animo che sicuramente è genuino, e di apprezzare la sua affabilità e simpatia. Da donna sensibile e romantica non posso che sottolineare quelli che credo siano gli aspetti più belli della personalità di questo autore che tra l’altro, se è così amato, un motivo ci sarà!
Da donna però, non ho potuto fare a meno di notare che le donne, nel “mondo di Alex”, hanno una vita, un’anima e un carattere purtroppo stereotipati, e vengono raccontate in un modo che, ahimè, rappresenta ciò che non è ancora cambiato nella concezione del mondo reale.
Vi è Elisa, la compagna/moglie vista come una santa, delicata come una statuina di porcellana e degna di essere trattata con rispetto. Almeno fino a quando l’istinto maschio non risponde al richiamo della sensualità della misteriosa figura affascinante di turno…
… che sarebbe Olimpia, la denominata “donna di ghiaccio” perché traumatizzata da uomini in cui si è imbattuta, che l’hanno trattata come un oggetto, e che non riesce più a lasciarsi andare ai piaceri dell’amore e della carne.
Vi è Valeria, tacciata come sgualdrina perché utilizza il suo fascino in cerca di una protezione e di una vita migliore.
Vi è poi una figura maschile inquietante, che mi ha ricordato tristemente l’episodio dell’omicidio di Elisa Pomarelli a Piacenza, un “gigante buono” che ha agito, poverino, perché rifiutato…..
Ecco, è tutto un insieme di vedute, a parer mio, che nell’ennesima forma (in questo caso un bellissimo libro giallo) non contempla l’esistenza di donne “normali”, mogli che desiderano rispetto ma che se incontrano l’uomo giusto diventano “sgualdrine” per la gioia di entrambi; donne “normali” che nonostante le delusioni vanno avanti e se scelgono la solitudine non è che debba essere per forza il fallimento di una vita; donne che cercano un compagno che garantisca loro agio e ricchezza e che per questo non sono sgualdrine, così come un uomo che cerca una compagna brava in cucina o che ama fare figli non è necessariamente uno schiavista.
Non mi piace moltissimo il ruolo delle donne, nel “mondo di Alex”; certo per fortuna è solo un racconto di fantasia, ma che di sicuro non aiuta in quel cambiamento culturale di cui abbiamo tanto bisogno. Un giallo deve intrattenere, d’accordo, ma può anche essere un buon veicolo di trasformazione ed evoluzione.
Torno a ripetere però, che l’ultimo libro di Gianluca Arrighi non deluderà le aspettative
e sono anzi a ringraziare per aver avuto l’onore di essere tra le prime a poterlo leggere e a far divenire questa lettura un’altra piacevolissima esperienza, che consiglio vivamente a tutti, a chi lo conosce già e non vede l’ora di leggerlo e a chi non sa ancora chi sia (opzione molto improbabile!) e desidera approfondire.