Quando l’anima si eleva con le parole è difficile pensare che il corpo possa non accompagnarlo per sempre. Quasi diamo per scontato che alcuni non debbano essere contaminati dalle tragedie della vita poi ci accorgiamo che non è così. La vita purtroppo è un’altra cosa, spesso colpisce senza riguardi per nessuno, non li ha avuti neanche per un poeta come Luis Sepúlveda. Lo ha sconfitto il Covid 19; a 70 anni scompare una voce che ha saputo dare alle parole la giusta armonia, raccontare la vita attraverso la semplicità dei sentimenti che solo le favole sanno donare.
È POSSIBILE VIVERE, E VIVERE IN PIEDI ANCHE NEI MOMENTI PEGGIORI diceva Sepulveda…
Si è spento in un ospedale spagnolo di Oviedo nelle Asturie dopo avere contratto il virus di ritorno il 23 febbraio scorso da un festival letterario in Portogallo. La diagnosi due giorni dopo insieme alla moglie Carmen Yanez attualmente ricoverata in terapia intensiva con la quale lo scrittore aveva in programma l’11 marzo di partecipare al Festival Letterario di Roma Libri Come.
I suoi libri li conservo gelosamente, ma forse sono troppo pochi rispetto a tutto quello che il poeta ci ha consegnato. Libri semplici, dove, il più delle volte, sono le menti pure degli animali ad insegnare all’uomo il coraggio di vivere.
Vola solo chi osa farlo dice il Gatto alla Gabbianella che non sapeva volare, anche Ribelle la lumaca si accorge che il vero segreto risiede nella forza che è dentro di noi. E così tutti i suoi personaggi, eroi di tutti i giorni, capaci di rendere semplice ciò che l’uomo rende contorto e difficile da comprendere.
Cantore o menestrello, Luis Sepulveda è stato soprattutto un sognatore,
I miei sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi e resistenti
Come dargli torto, lui che viaggiando per il mondo altro non respirava se i sogni di chi incontrava nella sua strada.
LUIS SEPÙLVEDA, LA SUA VITA, I SUOI LIBRI
La sua è stata una vita rocambolesca fin dal 4 ottobre del ’40 giorno della sua nascita in un albergo di Ovale in Cile. Una denuncia del nonno materno mette in fuga i genitori costretti a nascondersi per problemi politici. Luis cresce quindi a Valparaiso con il nonno paterno Gerardo Sepulveda Tapia (meglio conosciuto come Ricardo Blanco) e lo zio Pepe, uomo dall’animo anarchico, con i quali si avvicina alla scrittura e ancor prima alle letture e alle avventure di Salgari e Conrad.
Giovanissimo si accosta alle idee comuniste tanto da diventare poco dopo redattore del Quotidiano ClaríÌn e non passa molto dalla sua prima pubblicazione, Crònicas de Pedro Nadie, oltre ad una borsa di studio per un corso di drammaturgia a Mosca, un’opportunità che gli viene revocata per atteggiamenti contrari alla morale pubblica dopo aver avuto una relazione con la sua professoressa di letteratura. L’espulsione dalla Russia innesca un meccanismo di vagabondaggio culturale; ritorna in patria ma i contrasti con il padre lo spingono a arruolarsi nell’Ejercito de Liberacion Nacional in Bolivia che tuttavia, dopo qualche anno, abbandona per ritornare in Cile e conseguire il diploma di regista teatrale,
E in questo periodo che lo scrittore inizia la sua attività letteraria: organizza spettacoli, scrive racconti, collabora con una radio, si unisca al partito socialista oltre a ricoprire il ruolo di guardia personale di Salvador Allende, un periodo che è ricordato come il migliore della sua vita.
Con l’avvento al potere di Pinochet, nel ’73 lo scrittore cileno vive la terribile esperienza della detenzione e della tortura, chiuso in una cella di pochi centimetri, tanto da essere costretto a rimanere sempre seduto. A sua difesa si muove perfino Amnesty International che riesce a farlo uscire dal carcere commutando la pena di morte in esilio per otto anni. L’animo ribelle prevale anche questa volta. Lo scrittore scappa prima in Brasile, poi in Paraguaye e in Ecuador dove ricominciare le sue attività teatrali, oltre a studiare la civiltà Indios per la quale rimane sette mesi in Amazzonia, un’esperienza che ispirerà, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore“.
La voglia di respirare nuove esperienze lo porta in Nicaragua e ad Amburgo dove lavora con Green Peace dal ’82 al ’86 per stabilirsi nel ’96 a Gijon, in Spagna, con la moglie Carmen Yanez, sposata in prime nozze che gli ha dato un figlio. Dopo il divorzio e una nuova unione, Sepùlveda risposa Carmen che lo rende padre di un secondo figlio.
Tra i suoi libri oltre a Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, grande successo mondiale, Il potere dei sogni, Patagonia express Ingredienti per una vita di formidabili passioni, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, pubblicato nel 2015; Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, del 2018.
Uno stile letterario a mio avviso unico, in cui si riflettono le varie sfaccettature di una personalità forte, decisa, scevra dai condizionamenti, risolutiva; fervido assertore della giustizia, ma altrettanto capace di commuoversi davanti al miracolo della natura e dei suoi figli che hanno ispirato e segnato forte il suo pensiero.
Ti lascio con i suoi versi...
L‘ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla, e
che era giunto il tempo necessario,
di imparare i perché della materia.
Così, tra pietra e pietra seppi che sommare è unire,
e che sottrarre ci lascia soli e vuoti.
Chi i colori riflettono l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol implorano la fame dell’udito,
Che la fame e la polvere sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve fra due punti, è il cerchio
che li unisce in un abbraccio sorpreso.
Che due più due può essere un brano di Vivaldi,
Che i geni amabili abitano le bottiglie del buon vino.
Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante a scrivere.
La più bella storia d’Amore
Ma come dice l’adagio non si finisce
mai di imparare e di dubitare.
e così ancora una volta tanto facilmente
come nasce una rosa
o si morde una coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché la più Bella Storia D’Amore
è possibile solo nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi”
Ciao Luis Sepulveda…