È incredibile come attraverso un romanzo si possano estrarre dal cassetto della memoria vecchissime reminiscenze scolastiche, ormai super datate, legate a quei pomeriggi passati a leggere e studiare la storia antica sul sussidiario pieno di immagini e fatti che hanno segnato l’evoluzione del mondo. Così è stato durante la lettura de L’ombra dell’imperatore, un avvincente romanzo storico scritto da Massimiliano Colombo ed edito da Norton Compton Editore.
Un romanzo che mi ha tenuto compagnia per qualche settimana, venendo meno quindi alla brama di parole e di pagine che mi assale quando un libro mi coinvolge e mi cattura, ma non per questo una storia che non ho saputo apprezzare e gustare, anzi, a conti fatti, posso affermare che L’ombra dell’imperatore è un testo che ho molto apprezzato.
Certo leggere di intrighi politici ambientati nell’antico Impero Romano, di sotterfugi tra spie, guardie e mercenari, di lunghe battaglie fatte di spade, lance e frecce, di invidie e gelosie tra i vari sovrani reggenti e di rivoluzioni religiose legate al culto cristiano piuttosto che al culto pagano, non può essere scorrevole e fluido come leggere un romanzetto estivo di amori e tradimenti, ma, nonostante ciò, la forza della storia, intesa come fatti realmente accaduti, legata all’abilità di Massimiliano Colombo di ricamarci sopra dolci e orecchiabili guarnizioni frutto della sua fantasia, hanno reso questo romanzo molto interessante.
IL LIBRO DI MASSIMILIANO COLOMBO: RECENSIONE
L’ombra dell’imperatore narra l’epopea dell’imperatore Giuliano, l’ultimo imperatore pagano che regnò dal 361 al 363, quando morì in battaglia durante un combattimento in Persia. Giuliano detto l’Apostata per via del suo tentativo di ripristinare il culto degli dei a discapito del cristianesimo che in quegli anni era ormai diventata la religione principale dell’impero.
Un uomo giusto. Un personaggio che ha davvero raccolto tutto il mio consenso per la sua lealtà verso i suoi uomini, per la sua capacità di non elevarsi al di sopra del popolo, nonostante le sue cariche, e per la sua incredibile propensione verso la scelta giusta in ogni tipo di occasione.
Un personaggio che non ha avuto per nulla una vita facile, lascio a te il compito di leggere il romanzo per andare a scavare nella storia di questo uomo o di cercarla nei libri di storia, ma che, proprio per questo, è sempre riuscito a scegliere stando attento a ponderare bene le decisioni, rendendole il meno possibile offensive per gli altri.
Del resto se è stato un uomo che è partito con un piccolo gruppo di soldati per andare a difendere la Gallia ed è tornato imperatore con al seguito un vero e proprio esercito, qualcosa di buono avrà sicuramente caratterizzato la sua storia.
Un uomo scomodo, vittima di invidie, un uomo che fin dal primo giorno del suo impiego militare, la casta dell’impero voleva morto. Un soldato spiato, controllato, minacciato, ripudiato e mal voluto, eppure così tanto amato dal popolo e dai suoi fedeli compagni di guerra.
Tra questi fedeli soldati c’è il vero protagonista del romanzo: Victor, Draco, l’elemento di fantasia pensato da Massimiliano Colombo e inserito al fianco dell’imperatore come suo protettore, anche se in realtà… niente spoiler. Un personaggio che attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri permette al lettore di vivere la vita di quei tempi così lontani, partendo dalle battaglie fino ad arrivare all’amore vissuto all’interno del nucleo famigliare.
L’ombra dell’Imperatore è un romanzo che fonda le sue basi sulla fiducia, sul rapporto stretto che lega gli uomini che per necessità devono contare gli uni sugli altri. La fiducia e l’evoluzione della stessa. La trasformazione di un rapporto considerato di lavoro in qualcosa di più grande, di più vero, attraverso la sofferenza e la condivisione dei pericoli, delle vittorie, delle sconfitte e dei nemici che apparentemente sembravano amici.
Volutamente, caro iCrewer, sto buttando carne sul fuoco per far crescere la tua attenzione e il tuo interesse verso questo romanzo di Massimiliano Colombo, così pieno di intrighi, di barbarie e di ingiustizie che ti faranno per forza fare il tifo per Giuliano; anche se poi è vero che la storia scritta non si può cambiare, e l’epilogo è inevitabile. Diverso è invece il destino legato a Victor, personaggio verso il cui l’autore non ha nessun vincolo scritto dal tempo, e quindi, tutto da scoprire fino all’ultima pagina.
L’OMBRA DELL’IMPERATORE: SPUNTI DI RIFLESSIONE
Durante la lettura, questa volta fatta in formato digitale, ho aggiunto dei segnalibro proprio pensando a quando avrei scritto questo articolo, evidenziando alcune frasi che mi hanno colpito e che mi hanno fatto per un momento interrompere l’esercizio del leggere per dedicarmi a piccoli pensieri.
Victor pensò che non era il Reno, il confine tra i buoni e i cattivi. Era una linea molto più sottile, che correva tra i giusti e gli ingiusti.
Massimiliano Colombo richiama spesso il tema del bene e del male, o meglio del giusto e del non giusto. In questo tratto, quello in cui i soldati si trovano sulle rive del Reno osservando sull’altra sponda i barbari, Victor riflette sulla vera identità dei buoni e dei cattivi.
Se all’interno del tuo regno, del tuo esercito o della tua famiglia c’è chi tradisce e chi gioca sporco per interesse, sei così sicuro di essere dalla parte del giusto? Quante volte le motivazioni di una azione sporcano la natura magari nobile dell’azione stessa? E viceversa? Robin Hood che rubava ai ricchi ai ricchi per donare ai poveri era pur sempre un ladro, nonostante l’intento giusto delle sue azioni. O sbaglio?
Un altro tema fondamentale del romanzo di Massimiliano Colombo è la religione: Giuliano contempla ancora gli dei, mentre tutto il resto dell’impero ha preso da tempo la via del cristianesimo. Questo è uno dei motivi, per cui, in molti lo volevano morto, anche tra i suoi fedelissimi. Non Victor, secondo cui ogni persona può e deve essere libera di adorare il suo dio in piena libertà, senza che questo influisca sui rapporti interpersonali.
Il mio pensiero, allineato in pieno con quello del soldato, che a dire il vero è stato creato ai nostri giorni, in piena epoca moderna, ed inserito nel contesto storico antico, è subito volato verso l’incredibile vergogna per cui ancora oggi, a distanza di quasi duemila anni, ci siano ancora di questi problemi. Ma davvero la storia non ci ha insegnato niente? E se proprio non siamo così furbi da affidarci al passato, non dovrebbero essere le religioni stesse ad insegnarci la tolleranza e la convivenza?
C’è però una domanda che Victor rivolge al cielo mentre osserva morire un amico compagno di battaglia, Filopatros, altro personaggio fondamentale ideato dall’autore, che mi ha colpito nel vivo, che mi ha messo davanti allo specchio, in quanto interrogativo che spesso mi penetra la mente:
Cosa dobbiamo fare per compiere la tua volontà? Come puoi aver creato la vita se la perseguiti con la morte? Perché gioire se condannati dal primo respiro?
Basterebbe rispondere con la parola fede, se davvero siamo in grado di credere fino in fondo a quello che la nostra religione ci insegna, ma tante volte è tremendamente difficile. Quante cose succedono che sono difficili da accettare? Come si può riconoscere il disegno divino in una tragedia che toglie la vita a un ragazzino durante un incidente stradale, piuttosto che a un palazzo che crolla, a un disastro naturale che fa molte vittime e, perché no, alla pandemia stessa… come si può?
Ci abbiamo provato anche qui, con qualche articolo, specie nel periodo pasquale, a cercare le risposte, anche se effettivamente non abbiamo nessun diritto per farlo, se non quello di credere, fidarci e proprio per questo, porci delle domande.
CONCLUSIONI
Concludendo, quindi, L’ombra dell’imperatore di Massimiliano Colombo, oltre ad essere un buon romanzo, che si legge piacevolmente e che cattura con tutto il suo fascino legato alla storia, è anche un testo che dà spunti di riflessione. Fa pensare alla vita, alle scelte fatte nel nome della nostra verità e della nostra personale moralità, fa pensare al nostro rapporto con la religione e al nostro modo di porci rispetto alle scelte degli altri.
Un buon libro.
Che forse, per essere un puntino fastidioso, avrei finito con l’incoronazione di Giuliano, lasciando gli anni del suo regno magari ad un seguito. Ho trovato un vero e proprio divisorio, anche stilistico nella scrittura, tra la narrazione avvincente dell’ascesa al potere e la quasi staticità degli anni da regnante.
Ma forse l’autore ha voluto che fosse proprio così.