Caro Lettore, nella recensione di oggi ti parlo della mia esperienza di lettura con L’ineffabile sapore della dignità di Anna Giancontieri Mele, pubblicato da Pegasus Edition, candidato al Premio Campiello 2021.
Parlo di esperienza di lettura perché per me è stato un viaggio, un percorso che attraverso il flusso emotivo della protagonista, in alcuni passaggi, mi ha profondamente commossa.
Il romanzo affronta più di una tematica: in primis i temi legati al rapporto coniugale, quando con il passare del tempo può appiattirsi a causa della difficoltà a dialogare. E in questi casi, attualmente, spesso l’evasione da questa situazione passa da internet e dai rapporti che si possono instaurare con persone sconosciute.
E non ultimo né marginale il racconto delle difficoltà e delle incertezze provate da chi si approccia alla scrittura creativa.
Anna (Susanna) Giancontieri Mele è nata a Castelvetrano (TP) e vive a Genova dove si è laureata. È stata docente di Matematica e Scienze e ha ricoperto vari ruoli presso il Provveditorato Agli Studi di Genova.
Appassionata di composizione poetica e di narrativa ha partecipato ad alcuni concorsi conseguendo prestigiosi riconoscimenti. Ha pubblicato altri due romanzi: Un mattino di Luglio nel 2009 con uno pseudonimo e Candidato a sindaco Pegasus Edition.
L’ineffabile sapore della dignità
Denise è una donna colta e raffinata che ama la sua famiglia e ha una grande passione per la scrittura.
La sua esistenza viene sconvolta quando uno dei suoi due figli, Carlo, si innamora perdutamente di Maria, che fino a poco tempo prima in realtà era un uomo. Questo imbarazza fortemente sia Denise che, soprattutto, il marito Gerardo e porta ad un appiattimento della vita coniugale della protagonista che prova ad evadere da quelle emozioni negative, che non riesce in alcun modo a gestire.
Lo spunto per evadere le viene da una corrispondenza iniziata per caso con un lettore della sua prima pubblicazione, con il quale inizialmente vi è uno scambio culturale in merito ai reciproci scritti, ma che poi inizia a diventare qualcosa di più.
Da questa corrispondenza emerge il carattere di Denise, la sua lealtà e franchezza, il suo essere effettivamente legata a suo marito e alla sua famiglia, ma anche il suo voler arrivare fino in fondo a ciò che prova per averne certezza.
Il viaggio che compie dentro sé stessa per capire cosa le stia succedendo e quello per riavvicinarsi a suo figlio Carlo sono paralleli fino a quando avviene qualcosa di inaspettato che ribalta tutto.
L’ineffabile sapore della dignità è un romanzo davvero ben scritto e soprattutto di grande efficacia narrativa su un tema complesso come quello dell’omosessualità.
Lo scambio di e-mail con Leonardo, la necessità di leggerle e rispondere, la sua voglia di seguire l’ebrezza di volare oltre le difficoltà del quotidiano, che sembra l’unico appiglio per sopravvivere, ci consentono di vivere insieme a Denise questo suo momento difficile. Lei si sente in balia delle sue paure, dei sensi di colpa, dell’angoscia per una situazione che non avrebbe mai immaginato di vivere e al suo fianco trova un muro: Gerardo si chiude nelle sue paure, mentre lei ha bisogno di andare affondo alla situazione, ma non sa come fare.
Il primo istinto è quello di evadere, di scappare, ma il suo modo di essere la àncora a ciò che di saldo c’è nel suo cuore, l’amore per la sua famiglia. I suoi principi non la bloccano quando avverte la necessità di capire ciò che prova davvero, ma la sua dignità di donna intelligente e consapevole le consente di tornare sui suoi passi dopo essersi resa conto di ciò che per lei contava davvero.
Anche Maria, la fidanzata di Carlo, è un personaggio di una profondità incredibile, la sua sofferenza è grande ma altrettanto lo è la sua dignità. E questo traspare dai suoi gesti e dai suoi comportamenti.
E proprio quando tutto sembra irrimediabilmente perso, la dignità di Denise va ineffabilmente a legarsi e specchiarsi in quella calpestata di Maria. E questo è un punto della storia che mi ha commosso fino alle lacrime.
Il personaggio di Gerardo ha anche lui il suo momento di “riscatto” e la sua patina di rancore viene facilmente sfilata via quando si avvicina a ciò che lo spaventa.
Carlo, il figlio allontanato e lontano dalla famiglia ha fatto una scelta. Ma come tutte le scelte questa ha delle conseguenze che lui ha deciso di affrontare. È sempre un figlio, o no?
E ancora le parole contrapposte ai gesti. Le parole spesso sono belle e ci fanno stare bene, ma se non sono accompagnate da gesti concreti di altrettanta bellezza e profondità vanno lasciate a chi le spaccia per verità.
La verità, però, è facilmente smascherabile: l’autrice contrappone, infatti, due personaggi come Leonardo, uomo senza profondità, incapace di amare davvero e Maria, donna dignitosa e vera.
E allora alla fine riflettendo non conta tanto ciò che diciamo di essere ma ciò che siamo davvero.
Come sempre buona lettura!
Bellissima recensione
Grazie mille!