Negli ultimi circa quaranta giorni, sono due i nomi di capi di Stato a essere sulla bocca di tutti: Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. I volti di due schieramenti opposti, di due vie di pensiero e di azioni, di due visioni di Stato, di politiche estere e di pace.
Putin, però, a differenza del presidente ucraino, ha mosso i primi passi in politica ancora nel secolo scorso, ed è al potere dalla fine del 1999, con una sola pausa, dal 2008 al 2012, salvo poi tornare ed essere tutt’ora in carica. Quella pausa dalla carica di capo di Stato – durante la quale ha ricoperto il ruolo di Primo Ministro – è da far risalire a quanto definito dalla Costituzione della Federazione Russa, che prevedeva l’obbligo, dopo due mandati presidenziali consecutivi, di non essere rieletti per almeno un mandato. Oggi questa clausola è stata abrogata.
Approfondendo il piano biografico, Vladimir Putin è nato nel 1952 a Leningrado, in una famiglia di umili origini. Nella biografia del presidente, si legge che viveva insieme ai genitori in un’abitazione che ospitava diversi nuclei familiari, i quali condividevano gli ambienti comuni, come la cucina e il corridoio.
Dopo essersi laureato in Legge, entrò in servizio presso il KBG, l’agenzia di servizi segreti russa, dove rimase per sedici anni. Durante questo periodo, ricoprì anche il ruolo di spia in territorio tedesco, collaborando con la Stasi, la polizia segreta della Germania dell’Est. Si trovava proprio in Germania, in una delle strutture dei servizi segreti, nel 1989, quando venne abbattuto il Muro di Berlino. Ritornato in patria, rimase tra le fila del KGB fino al 1991, salvo poi dare le dimissioni in seguito al fallimento del colpo di Stato ai danni dell’allora presidente Gorbačëv.
Da quel momento in poi, diresse il suo sguardo alla politica, cominciando a ricoprire ruoli via via sempre più importanti, prima a San Pietroburgo e poi a Mosca. La sua gestione venne spesso criticata, così come alcuni suoi lavori accademici, ma non vi fu mai un seguito alle accuse.
Con il passare degli anni, però, il favore del popolo nei suo confronti si fa pian piano sempre più tiepido. A ciò si deve aggiungere la forte repressione di oppositori politici, o la censura imposta a certi individui di cui il governo Putin sarebbe stato accusato, anche se in seguito il presidente negò ogni coinvolgimento.
Di fatto, dalla prima elezione di Putin si può certamente dire che la Russia abbia vissuto una stabilità di governo sconosciuta ai primi tempi dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Tuttavia, sono molte le organizzazioni internazionali che sostengono che le sue continue rielezioni abbiano abbassato il grado di democrazia della Federazione Russa. Ciò è stato affermato tenendo anche conto delle accuse di violazione dei diritti umani che sono state mosse nei confronti del governo.
C’è da dire, però, che il presidente della Federazione Russia si sia impegnato anche in cause decisamente positive, come la salvaguardia di specie animali siberiane in via d’estinzione e la promozione della cultura russa all’estero. Forse è anche per questo che ha subito notato e commentato la presenza di un murale raffigurante Dostoevskij sulla facciata di un palazzo di Napoli, dipinto dall’artista Jorit.
Letture che parlano della Russia e di Putin
Si focalizza sull’analisi della presidenza di Putin anche La Russia di Putin di Mara Morini, mentre il saggio omonimo di Anna Politkovskaja ha un taglio molto più critico e di denuncia.
Gli uomini di Putin della giornalista investigativa Catherine Belton, invece, porta alla luce i meccanismi di potere e le alleanze che hanno permesso agli eventi si svilupparsi fino a quelli odierni.