Il 31 marzo si è celebrata la Giornata della visibilità transgender e in vista di questo evento è uscito il 28 marzo il primo libro-memoir della performer internazionale e attivista trans Daphne Bohemien intitolato Trauma (edito da Sperling & Kupfer). L’autrice rimarca la sua preoccupazione riguardo ad un atteggiamento ancora chiuso e critico nei confronti delle persone transgender e di tutti quelli che si sentono sbagliati soprattutto di fronte ad una società che richiede perfezione assoluta.
Un momento difficile che l’attivista ha deciso di raccontare senza peli sulla lingua nel suo libro contro il continuo bullismo, le discriminazioni di genere in un percorso non facile e pieno di ostacoli.
Conosciamo meglio l’autrice e la trama di questa autobiografia!
Daphne Bohemien: l’origine del nome d’arte
Trauma di Daphne Bohemien
Ecco la sinossi del libro Trauma di Daphne Bohemien!
I mostri non sono solo nelle favole, sotto i letti o negli incubi. Alcuni li abbiamo dentro, altri, invece, sono fuori, pronti ad approfittarsi di una debolezza, di una richiesta d’amore, per lasciarci ferite profonde e rubare una parte di noi che non ci verrà mai più restituita.
Fin da piccolo, Max ha scoperto a sue spese che i mostri peggiori possono essere proprio quelli che ci stanno più vicino: coloro che avrebbero dovuto amarlo e proteggerlo lo hanno lasciato disorientato e alla ricerca disperata di un affetto mai ricevuto. Crescendo, Max esplora la propria sessualità e identità e si avvicina alla comunità gay, ritrovandosi però ancora una volta «sbagliato».
Bullismo, discriminazioni e la sensazione di non appartenere a nessuna realtà aggiungono nuove cicatrici sulla sua pelle già segnata. Finché, un giorno, le porte del drag si aprono mostrandogli un mondo in cui poter essere qualunque cosa dia forma a sé e alle sue emozioni. Nasce così Daphne Bohémien e tutto cambia.
La rabbia e la solitudine, però, rimangono, e la trascinano in un vortice oscuro di dipendenze: sarà la consapevolezza della propria identità trans a gettare nuova luce sulla sua vita, svelandole che lei in realtà è sempre esistita, ancora prima del drag. Con l’arrivo di un dolore più grande e catartico, Daphne capirà che sulle macerie dei traumi si può costruire, per aiutare non solo se stessa, ma anche gli altri.
La storia di rinascita per chi si sente diverso
Scrivere un libro aiuta a creare empatia nelle persone, soprattutto se si tratta di persone fragili e paurose nel far emergere il loro orientamento sessuale in completa libertà.
Ecco quello che afferma Daphne Bohemien:
Il consiglio che vorrei dare alle giovani persone trans che decidono di intraprendere un percorso medicalizzato è sicuramente quello di non trascurare mai e in nessun modo l’aspetto psicoemotivo della cosa.
È un percorso e non dobbiamo immaginarlo come fosse andare da un punto A ad un punto B, siamo noi che cambiamo e insieme a noi il corpo, come succede a tutte le persone, anche se in forme e modi diversi.
Si rivalutano molte cose, si perdono persone che ritenevamo amiche, ma abbiamo la possibilità di scoprire un mondo dentro di noi che ha tutta la meraviglia che non pensavamo saremmo mai riuscitə a vedere.