Giugno è il Pride Month, il mese dedicato a tutti gli appartenenti alla comunità LGBTQIA+, il mese in cui sarebbe buona cosa fare informazioni riguardo le questioni di genere, per permettere a chi non è ancora familiare con questo importante argomento di diventarlo.
E prima di dire qualsiasia altra cosa, mi permetto di esprimere una mia opinione: le questioni di genere riguardano tutti noi, sia che ci identifichiamo con il nostro genere biologico, che non, per un semplice motivo: è solo la conoscenza che permette di formare un’opinione fondata.
Si può essere d’accordo o pure no; considerarli diritti imprescindibili o poco più che chiacchiere – vivere in un Paese libero e democratico dovrebbe consentire il diritto di esprimere la propria opinione e di essere se stessi, anche se poi non funziona esattamente così – ma credo che sia importante esprimere un parere soltanto dopo essersi informati, dopo aver fatto almeno un po’ di ricerca.
Tanto più che i discorsi legati all’identità di genere, ai percorsi da intraprendere per allineare il proprio genere alla percezione che si ha di sé, sono argomenti complessi e ancora non così noti.
Perchè è importante soffermarsi sulle questioni di genere?
Come dicevo poco fa, a prescindere da quale sia poi la propria opinione in merito – di nuovo, l’Italia è un Paese in cui è garantita la libertà di parola e di opinione – penso che prima di tutto sia necessario prendersi del tempo per capire davvero l’argomento su cui si sta per commentare.
Perchè se ci si informa, se si conoscono fatti e storie, allora forse ci si ferma un attimo prima di discriminare. Forse si può arrivare a fare affermazioni più sulla linea di “Non sono d’accordo, ma rispetto il tuo pensiero“, piuttosto di inalberarsi e reagire di petto, attaccando a testa bassa ciò che si percepisce come diverso, dimenticando che ci si trova prima di tutto davanti a un altro essere umano, con pari dignità, diritti e doveri.
Recenti fatti di cronaca dimostrano come continui abusi e discriminazioni possano portate, in ultima istanza, al suicidio, e siano causa di depressione, o comportamenti autolesionisti. Tutto ciò accade anche perché non si conosce l’argomento di cui si parla, perché non si è allenati a sospendere il giudizio e analizzare la situazione nel dettaglio, prima di procedere.
Gli adulti, poi, dovrebbero essere un esempio per le nuove generazioni: se un bambino o una bambina vede uno dei suoi genitori reagire con odio o disprezzo davanti a qualcosa che non conosce, semplicemente “perchè è sempre stato così, e tutto ciò che non è conforme a una norma prestabilita va disprezzato e deriso“, cosa accadrà quando il bambino o la bambina saranno a loro volta adulti e si troveranno in una situazione simile? O, peggio ancora, se dovesse capitare loro di essere chi riceve un simile giudizio arbitrario? E non intendo soltanto nelle questioni di genere, ma in tutto: la nazionalità, il reddito, la provenienza, l’accento, il modo di vestire, di amare e di vivere la propria vita.
Ecco il mio consiglio di lettura
Trattando un tema così sfaccettato e complesso, il titolo che mi sento di consigliarti, per un iniziale approfondimento sulle questioni di genere è il secondo volume della rivista del quotidiano digitale Il Post, pubblicata in collaborazione con la casa editrice Iperborea: Cose spiegate bene. Questioni di un certo genere.
Questioni di un certo genere è il secondo numero di Cose, spiegate bene, la rivista di carta del Post realizzata in collaborazione con Iperborea.
Fiocco azzurro o fiocco rosa: tutte le persone vengono divise tra due gruppi alla nascita, o ancora prima, in base alla forma dei propri genitali vista in un’ecografia.
Le cose però non sono mai così semplici e concluse, e per capirle meglio abbiamo cominciato a distinguere sessi e attrazioni sessuali prima, e identità di genere poi. Insieme a queste distinzioni sono arrivate nuove parole – come «bisessuali», «LGBTQIA+», «transgender» e «cisgender» – e nuovi dibattiti. Uno riguarda la lingua (non solo lo schwa), altri cose più concrete: i simboli sulle porte dei bagni, le categorie nello sport agonistico, gli abiti che indossiamo. E poi ci sono le questioni dei diritti, e la capacità di tutti di conoscere e capire il prossimo, e gli argomenti di cui si discute.
Con testi di Arianna Cavallo, Fumettibrutti, Vera Gheno, Gianmarco Negri, Diego Passoni, Massimo Prearo e della redazione del Post. A cura di Arianna Cavallo, Ludovica Lugli e Massimo Prearo. Illustrazioni di Sarah Mazzetti.