L’omogenitorialità è una realtà sempre più presente nella società contemporanea. Si tratta di famiglie in cui i genitori sono dello stesso sesso e che hanno deciso di avere un figlio insieme. Questo fenomeno è diventato oggetto di dibattito in molti Paesi, sia per quanto riguarda la possibilità di adozione da parte di coppie dello stesso sesso, sia per la legittimità di riconoscere queste unioni come famiglia.
Alla luce dei numerosi dibattiti e poi dietrofront politici vediamo insieme qual è la situazione italiana in questo momento e il motivo per cui è necessario insistere su questa realtà da difendere in nome dei bambini.
L’omogenitorialità: la questione in Italia
In molti Paesi, la questione dell’omogenitorialità è stata affrontata attraverso il dibattito pubblico e il confronto politico.
In base agli ultimi fatti accaduti, in particolare mi riferisco alla decisione della procura di Padova di impugnare i certificati di nascita dei figli di 33 famiglie omogenitoriali dovuta alla circolare emessa lo scorso 11 aprile secondo cui doveva essere avviato lo stop alle registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, la situazione italiana non è molto chiara.
Il percorso di una coppia omogenitoriale è complesso e faticoso e si tratta di una scelta non improvvisa e impulsiva ma piena di raziocinio, consapevolezza e grande responsabilità.
Altri due fatti compiuti stanno creando allarme nel nostro Paese a dimostrazione che forse non è presente completamente l’apertura mentale: la sentenza della Cassazione del 30 dicembre 2022 in cui si è stabilito che solo il genitore biologico poteva essere registrato sul certificato di nascita; e la bocciatura del Senato italiano al regolamento UE che espandeva i diritti delle coppie gay.
Alla luce di tutto ciò, quale direzione vuole prendere l’Italia?
La stepchild adoption: unica risorsa?
Il ministro Eugenia Roccella definisce corretta solo la strada della stepchild adoption, il percorso di adozione che permette al genitore non biologico, come unica possibilità in questo momento, di definire ufficialmente la sua genitorialità e il suo legame effettivo con il bambino/a.
Un procedimento molto lungo e costoso e chiamato anche utero in affitto, sempre visto di cattivo occhio dal governo italiano per il possibile scambio economico tra le parti.
Ma ci sono evidenze scientifiche che provano che l’omogenitorialità contribuisca in modo unico e speciale al benessere dei bambini?
Vediamolo insieme.
L’omogenitorialità: positiva e sana per i piccoli
Uno dei principali argomenti a favore dell’omogenitorialità è che, come qualsiasi altra famiglia, le coppie dello stesso sesso possono fornire un ambiente amorevole e stabile per i loro figli. Sono in grado di offrire ai loro figli l’attenzione, la cura e il supporto emotivo di cui hanno bisogno per crescere e svilupparsi.
Inoltre, le coppie omosessuali possono fornire ai loro figli modelli di comportamento positivi e di relazioni sani.
Giovanna Crespi, medica psichiatra e psicoterapeuta ASST-Brianza, Ospedale san Gerardo Vecchio Monza afferma:
La ricerca scientifica ha fornito prove significative che dimostrano che il benessere e lo sviluppo dei bambini non sono influenzati dalla struttura familiare basata sull’orientamento sessuale dei genitori. I bambini cresciuti in una famiglia omogenitoriale non hanno differenze significative rispetto ai coetanei cresciuti con genitori eterosessuali.
Questo non aumenta né diminuisce la probabilità che un bambino diventi omosessuale o eterosessuale. L’orientamento sessuale è una caratteristica individuale che non è determinata dalla struttura familiare o dall’identità di genere dei genitori.
Un altro studio condotto dall’American Academy of Pediatrics ha rilevato che non ci sono differenze significative nello sviluppo dei bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso rispetto a quelli cresciuti da coppie eterosessuali. Inoltre, molti studi hanno dimostrato che i bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso non sono più suscettibili di subire bullismo o di sviluppare problemi emotivi rispetto ai loro coetanei.
Sei come sei di Melania G. Mazzucco
Una lettura che a mio parere fa emergere l’importanza di fare passi avanti nell’omogenitorialità è Sei come sei di Melania G. Mazzucco. Il libro, edito da Einaudi, approfondisce l’amore di Eva per i suoi due papà oltre qualsiasi legge possa vietare loro di volersi infinitamente bene.
Ecco la trama!
Eva ha undici anni ma sa già cos’è il dolore. L’ha scoperto quando suo padre Christian è morto all’improvviso. Eva sa già cos’è l’abbandono, perché anche suo padre Gio se adesso non c’è più: si è ritirato in un casale sugli Appennini quando il tribunale, dopo la morte di Christian, ha deciso che non è lui il tutore più adeguato per sua figlia e ha preferito affidarla a uno zio che vive a Milano. Ma Eva conosce bene anche la felicità: perché lei, Christian e Gio se sono stati una famiglia felice, unita e bellissima.
E, per riacciuffare quella felicità, Eva è disposta a fuggire, ad attraversare l’Italia e tornare da Giose, per fargli tutte le domande che non gli ha mai fatto. Drammatico e divertente, veloce come un romanzo d’avventura, Sei come sei ci porta dentro l’amore tra un padre e una figlia, diversi da tutti e a tutti uguali, dentro i sentimenti che uniscono le persone al di là dei ruoli e delle leggi.