Nelle ultime notizie di cronaca, sempre più spesso leggiamo notizie legate al fenomeno delle baby gang. Sono gruppi formati di giovani minorenni, e l’età si sta sempre più abbassando. Sono stati segnalati gruppi con membri di 12 anni, fino ad arrivare ai 17enni. ma cosa spinge questi ragazzi a ribellarsi alla società? Forse noia, forse il voler dimostrare di non essere più bambini, per il momento io non sono in grado di dare una spiegazione, ma resta il fatto che questo è un fenomeno in costante aumento.
Per spiegare e comprendere il fenomeno delle baby gang entrano in campo diverse teorie. Secondo alcune teorie, le azioni criminose delle baby gang si ricollegano al contesto familiare e affettivo in cui sono cresciuti i minori.
Altre teorie “razionaliste” sostengono la tesi secondo cui l’adesione alle baby gang è volontaria e spontanea, quindi non strettamente collegata al contesto familiare di bambini e ragazzi coinvolti. Secondo questa prospettiva, i giovani, influenzati da determinati contesti valoriali, scelgono la strada delle baby gang per ottenere un guadagno in termini economici o di autostima.
Vi sono poi le teorie che fanno leva sul concetto di aggressione-frustrazione. In questo senso, il fenomeno delle baby gang avrebbe origine nella psiche di soggetti frustrati. E quando la fonte di una frustrazione non può essere controllata, l’aggressività si rivolge verso un obiettivo debole.
L’Osservatorio Nazionale sull’adolescenza, istituito presso il Ministero della famiglia, dichiara che il 6,5% dei minori fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa.
Identikit dei componenti delle baby gang
Comportamenti prepotenti ed arroganti, interruzione del percorso di studio, il rifiuto delle regole, il disimpegno morale sono i tratti fondamentali di chi entra a far parte di una baby gang. Questi gruppi spesso si ispirano ai modelli delle bande sud americane, costituendosi con un leader carismatico e dei seguaci che sotto il suo comando colpiscono i coetanei che percepiscono vulnerabili.
Il gruppo attira coetanei e coetanee che vivono in forti situazioni di disagio psicologico, con sentimenti di rabbia che si sviluppano in contesti multiproblematici. Tuttavia, il ceto sociale non è discriminante in quanto si registrano gang i cui componenti appartengono a famiglie di rango sociale elevato.
Come agiscono le baby-gang
Le baby gang agiscono in branco, facendosi forza l’un l’altro e coprendosi le spalle a vicenda. Ogni azione, dunque, così come la sua modalità di esecuzione, prevede che ci sia a monte una visione di gruppo.
Un’alta percentuale di episodi, specie quelli di scippo o di aggressione gratuita, seguono un rituale ben preciso: i ragazzi si avvicinano alla vittima e, forti del loro agire in branco, si servono di futili motivi per attaccare briga.
Alla base delle liti con il malcapitato vi sono sempre quindi futili motivi. Si agisce per gioco, noia o per dimostrare la propria forza. In altri casi, le azioni servono per accaparrarsi gli oggetti di consumo più alla moda, come gli ultimi modelli di smartphone, orologi o motorini.
Letture per capire il fenomeno
La paranza dei bambini di Roberto Saviano
Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui – Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone -, scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere.
La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza – un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter.
A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti
Educati alla violenza. Storie di bullismo e baby gang di Antonio Murzio
Cosa succede alle vittime di bullismo? Quali sono le conseguenze del quotidiano stillicidio di sopraffazioni e angherie di cui vengono fatte oggetto? Per rispondere a queste domande, l’autore ha utilizzato i “ferri del mestiere” a lui più congeniali: quelli del cronista, cercando e intervistando ragazzi e ragazze che hanno vissuto sulla propria pelle il disastro psicologico che il bullismo produce.
Non volendosi, però, fermare al racconto fine a se stesso, si è rivolto a una delle massime autorità in materia, la psicologa Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza, per capire i “meccanismi” del fenomeno. Allargando l’interesse alle baby gang e alla criminalità minorile, ha voluto fornire al lettore uno sguardo d’insieme sulla devianza minorile in Italia. E con sorpresa ha scoperto che a essere messo sul banco degli imputati dovrebbe essere proprio quel mondo che quotidianamente frequenta per lavoro, quello dell’informazione.