Non so se capita anche a te, iCrewer, ma ogni volta che vedo la pubblicità di un libro scritto da un personaggio famoso, la prima cosa che penso è sempre “Ma guarda, non sapevo che fosse anche scrittore/scrittrice!”. Perchè diciamocelo, mettere le parole nel giusto ordine perchè diventi un piacere leggerle non è mica cosa da tutti e, per quanto ci siano sempre eccezioni, non credo che chiunque possa essere un writer (così come per tutte le professioni). E negli altri casi? Allora la palla passa ai ghostwriter.
Se mastichi un pochino di inglese, allora forse avrai già intuito di che figura si tratta: scrittori fantasma, coloro che si occupano della stesura completa di un libro, che poi verrà firmato da qualcun’altro, spesso un nome illustre. Scrittori versatili, competenti, in grado di indossare i panni di altri, di scrivere rimanendo nell’ombra.
Il motivo per cui si ricorre a queste figure professionali così spesso quando si tratta di biografie di celebrità è esattamente quello che ti dicevo prima: non tutti sanno scrivere in modo convincente, ma pubblicare un libro dà un certo prestigio. Inoltre, i libri di VIP sono un filone che vende abbastanza, e quindi le case editrici hanno tutti gli interessei a proporre volumi di questo genere.
Come fa, però, un ghostwriter a scrivere in modo così convincente della vita di qualcun’altro, senza far cadere la maschera della narrazione autobiografica? (Solitamente i romanzi firmati da VIP, sono anche scritti da loro stessi). Tendenzialmente, passa tre-quattro giorni insieme al personaggio che firmerà il volume e, durante quel tempo, fa di tutto per capire come egli/ella si veda, come voglia essere rappresentato, cosa effettivamente intenda trasmettere. In altri casi, invece, il ghostwriter si trova a dover rimaneggiare interviste, corrispondenza, o libri già impostati tempo addietro.
Un altro ambito in cui la figura del ghostwirter è molto apprezzata è quello dell’editoria businness. Sono molti, infatti, gli impreditori, anche famosi, che vogliono raccontare la propria storia, o svelare i segreti del proprio successo, ma che si rendono conto di non essere in possesso di una penna abbastanza incisiva per farlo da sè. E allora contattano una delle moltissime agenzie di ghostwriting che si possono rintracciare in rete, e non, e il gioco è fatto.
I ghostwriter, però, possono venire contattati anche per la stesura di romanzi, saggi, articoli, recensioni, biografie e molto altro ancora. Chessò, anche da qualcuno che vorrebbe scrivere la storia della propria famiglia, a fruizione propria, ma non ha il tempo o le capacità per farlo.
Insomma, quella del ghostwriter è una professione fondamentale, anche se molto spesso poco conosciuta. Però, ora che ne abbiamo parlato – in modo molto poco approfontido, bada bene: la questione sarebbe estremamente più lunga – quando ci capiterà di leggere un volume firmato da una celebrità – che potrebbe anche averlo scritto di suo pugno, non dimenticarlo – potremmo passare qualche istante ad apprezzare il lavoro del ghostwriter che ha effettivamente composto l’opera.
Nascita di una ghostwriter: l’inizio della serie a opera di Alice Basso
Ogni volta che sento parlare di ghostwriter, non posso fare a meno di pensare alla serie di Alice Basso, che ha per protagonista proprio una di queste scrittrici fantasma, Vani Sarca. Per questo motivo ho deciso di riportarti di seguito la trama del primo volume, Nascita di una ghostwriter e anche un altro libro della serie.
È la nuova ghostwriter delle Edizioni L’Erica, la casa editrice più illustre e antica di Torino. Qui ha il delicato compito di redigere i libri degli altri restando sempre nell’ombra: le bastano un’idea e pochi materiali da studiare per calarsi nei panni dell’autore e scrivere esattamente come avrebbe fatto lui. E ci riesce benissimo grazie al suo intuito infallibile e a uno spirito di osservazione senza eguali. Doti che non tardano a vincere le riserve dell’irrequieto direttore editoriale e a rassicurarlo che non poteva fare scelta migliore.
Perché Vani non è una semplice ghostwriter, è molto di più. È la candidata perfetta per un lavoro che richiede massima discrezione e riservatezza.
Un caso speciale per la ghostwriter, sempre di Alice Basso
Ti dirò la verità, iCrewer, ho scelto Un caso speciele per la ghostwriter semplicemnte perchè trovo la copertina troppo bella, ma qualsiasi altro romanzo della serie di Alice Basso saprà farti assaporare al maeglio questo personaggio molto particolare.
Per Vani le parole sono importanti. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna.
Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo. Nonsempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui.
Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile.
Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.