Oggi per Lifestyle parliamo di Ucraina, ma non dal punto di vista geopolitico, storico o attuale (anche perchè non avrei le conoscenze necessarie per farlo). Vorrei focalizzare la nostra attenzione sul bene che possono fare i libri anche in un momento come questo.
Le pagine stampate, e le storie composte da abili penne, sono da sempre un modo perfetto per evadere dalla realtà; per trovare un porto sicuro quando fuori infuria la tempesta; per accendere una piccola fiammella nell’oscurità. Tuttavia, ci sono momenti in cui nascondere la testa sotto la sabbia e ignorare il modo in cui gira il mondo, non sono la scelta migliore.
Quando si tratta di agire, però, mille sono i motivi per cui ci si ferma un attimo prima di fare il passo. Starò prendendo la giusta decisione? Quella che ho scelto è veramente l’opzione migliore? Siamo proprio sicuri che i miei soldi finiranno dove mi promettono? Tutti dubbi legittimi, ma allora come fare, che strada scegliere?
I modi, secondo me, per dare rispetto e attenzione a ciò che ci circonda sono moti e non tutti passano obbligatoriamente per il portafogli. Ecco perchè oggi voglio proporti due titoli, uno i cui proventi sono destinati ad aiuti medici in Ucraina, e l’altro che ci parla di un popolo e della sua quotidianità precedente allo scorso inverno. Due strade diverse, per aiutare, conoscere, informarsi e formare un’opinione propria.
Ecco la prima proposta di libri per l’Ucraina: La luna di Kiev di Gianni Rodari
“La luna di Kiev” di Gianni Rodari per l’Ucraina. Una filastrocca di Gianni Rodari illustrata da Beatrice Alemagna. Un libro bello e anche buono: i ricavati delle vendite saranno interamente devoluti alla Croce Rossa Italiana per l’emergenza in Ucraina.
Nel giro di pochi giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, “La luna di Kiev” di Gianni Rodari è diventata virale, è stata condivisa sui social migliaia di volte e pubblicata su testate nazionali. A quasi 70 anni dalla prima pubblicazione, il celebre componimento tratto dalla raccolta “Filastrocche in cielo e in terra” è diventato il simbolo della richiesta di pace.
La donna con l’ombrello rotto e altre storie ucraine di Yevgenia Belorusets
Quella di
Perchè forse a volte ce lo dimentichiamo, ma lo spettro della guerra incombeva su Kiev molto prima di quest’anno.
Quando il sole sorge sull’est dell’Ucraina, illuminando le miniere di carbone e gli immensi campi di questa zona di confine, qualcosa resta nell’ombra: è la presenza impalpabile di una guerra che continua da decenni, e che la gente sente nelle ossa, tanto da non riuscire a pensarsi senza di essa.
In una serie di storie che sono delle vere e proprie istantanee, sorprendenti come incontri inattesi, Yevgenia Belorusets getta la sua, di luce, sulle piccole grandi esistenze di donne ucraine, ordinarie e straordinarie: una fiorista che parla solo la lingua dei fiori; una sognatrice che grazie ai suoi sogni reinventa il futuro; una manicurista bellissima svanita un giorno nel nulla; una rifugiata che, nelle sue tante fughe, non riesce a lasciarsi alle spalle un ombrello rotto; una donna che l’8 marzo capisce che non camminerà mai più.
La Belorusets racconta queste storie originali, tenere e terribili, con un’ironia di fondo che permette di illuminare la disperazione, e una lingua lirica e oggettiva in grado di fissare le immagini con una nitidezza straordinaria – proprio come nelle fotografie che arricchiscono questa raccolta – regalandoci un affresco preziosissimo di esistenze che vivono e passano sullo sfondo di una Storia che ha dimenticato ogni clemenza.