Caro Lettore, oggi per la rubrica Lifestyle ti portiamo a scoprire un mestiere che sta spopolando negli ultimi tempi: il book stylist.
Oramai, la moda e la letteratura sono interconnesse, come si può vedere dalle sfilate autunno-inverno 2022 che hanno aperto la porta
Chi sono i book stylist?
Un vero e proprio product placement che aiuta a controllare ciò che in letteratura è in o out, e ciò che sarebbe meglio leggere. Un esempio applicabile è la famosa foto di Gigi Hadid con in mano un libro di Camus, che le ha aperto la strada ai consigli letterari, un format seguitissimo dagli accoliti della modella. Non solo Hadid, se girate sui social o sul web troverete tante star internazionali come Bella Hadid o Gaia Gerber intente a trasportare in momenti paparazzabili libri, anche abbastanza impegnativi, con titoli in bella mostra, come un vero e proprio cartellone pubblicitario che cammina.
Karah Preiss, che ha aiutato nella realizzazione di The Narratives ed è co-fondatrice con Emma Roberts del book club Belletrist, è la
Per citare The Knowledge, “ci sono voci su un ‘famigerato’ book stylist di Hollywood, che gestisce un servizio segreto che raccoglie materiale di lettura alla moda per le celebrità da portare in pubblico. L’identità della stilista rimane un mistero, ma in molti pensano che possa trattarsi di Karah Preiss, una 32enne ben collegata e figlia di due grandi figure nel mondo dell’ editoria.
Ho chiesto a Preiss se è lei la nota book stylist, ma lei non ha risposto alla domanda. Ma, aggiunge, ‘sarebbe la cosa peggiore del mondo se lo fossi? La verità è che gli scrittori vogliono essere letti, ma vogliono anche rimanere in affari’, dice. ‘La cosa importante per gli editori non è ‘Il tuo libro è stato letto?’, ma ‘Il tuo libro ha venduto?’ E i lettori famosi vendono i libri’.”
Sul New York Times, invece, leggiamo che “quando la conversazione si sposta sullo styling del libro, Preiss sospira. A livello emotivo, capisce perché alcuni potrebbero trovare l’idea discutibile: leggere è una delle poche cose che possiamo ancora fare da soli, indisturbati e per noi stessi, senza un pubblico; per molti, compiere pubblicamente quell’atto privato è come deriderlo. Un libro suggerisce l’interiorità, che sembra una cosa sempre più preziosa in un’epoca di thirst traps.
Ma è da miopi, pensa Preiss, per non dire ingannevole, separare la lettura di libri dalla vendita di libri – dopotutto, l’editoria è un’attività a scopo di lucro e può essere piuttosto redditizia. E lo styling dei libri non è solo un’altra versione della consulenza del marchio o della direzione creativa o persino del life coaching? “Chiedimelo e basta”, dice. Stava aspettando la domanda. “Sono uno stilista di libri? Non lo sono. O forse lo sono, non lo so. Sarebbe la cosa peggiore del mondo se lo fossi?”
Che fine farà il mondo della letteratura?
Sono in molti che criticano l’uso nel fashion della letteratura. I libri sono una delle poche arti che è rimasta in qualche modo “pura”, secondo alcuni, scevra da qualsiasi input commerciale e che è ancora rimane eticamente un fattore di scelta soggettivo. Dobbiamo sempre ricordare che il mondo della letteratura, che ricopre molto terreno nella cultura di tutti i tempi, è sempre stato soggetto ai trend e alle imposizioni mediatiche. Un buon libro non sarà mai apprezzato per come viene pubblicizzato ma per le parole che contiene, e non saranno le book stylist a farlo diventare migliore.
C’è però anche da dire che rendere la lettura così commerciale serve a far diventare la letteratura meno elitaria e più accessibile al pubblico. Non sappiamo chi siano questi book stylist, ma sicuramente sappiamo che grazie a loro il mondo dell’editoria, in crisi negli ultimi anni, può aver finalmente un nuovo palco su cui esibirsi, e promuovere più libri, che sicuramente fa piacere a noi lettori, paparazzati o meno.