Buongiorno iCrewer! In questa domenica di maggio vorrei parlarti di un metodo di organizzazione che ho scoperto di recente, e che credo che possa essere il giusto compromesso tra creatività ed efficienza: il Bullet Journal (a volte abbreviato con BuJo).
Di che cosa si tratta? Il metodo, ideato dal progettista austriaco Ryder Carroll, consiste nel creare una sorta di agenza personalizzata, in cui racchiudere non soltanto i nostri impegni, le nostre scadenze, le cose da fare, ma anche i nostri pensieri e tutto ciò che riteniamo più importante.
L’occorrente per iniziare è un taccuino – a righe, a quadri, bianco, con i caratteristici bullet (puntini posizionati circa a cinque millimetri di distanza l’uno dall’altro sul foglio), scegli tu – e una penna. L’ideale sarebbe consultare qualche libro o sito e guardare alcuni tutorial (il web ne è pieno, c’è l’imbarazzo della scelta), per farsi un’idea di cosa includere e come strutturare graficamente il proprio Bullet Journal, soprattutto all’inizio. Come primo approccio, Il metodo Bullet Journal scritto proprio da Ryder Carroll, pubblicato in Italia da Mondadori, è un’ottima opzione.
Una volta che si è presa confidenza con il procedimento, si possono aggiungere nuovi argomenti di registrazione, o personalizzare il modo in cui prendiamo i nostri appunti.
Perchè il pregio di questo tipo di taccuino, a differenza di un’agenda acquistabile già completa, è proprio la possibilità di renderlo veramente nostro. Se, ad esempio, vogliamo creare uno storico delle nostre abitudini – le ore di sonno, piuttosto che quanta acqua beviamo o quante volte facciamo sport – potremmo creare un’unica pagina in cui annotiamo, mese dopo mese, tutte queste informazioni. Così facendo, a fine anno ci troveremo davanti uno schema riassuntivo dei nostri comportamenti.
Oppure, se ci accorgiamo di avere spesso sbalzi d’umore, o anche soltanto per aiutarci a mettere in prospettiva una giornata (perchè non è che se per un ora su ventiquattro ci siamo arrabbiati, allora siamo stati arrabbiati tutto il giorno, no?), potrebbe essere utile disegnare un mood tracker.
Si tratta di un disegno in cui viene lasciato bianco, e successivamente numerato, uno spazio libero per ogni giorno del mese. Poi, stabilita una legenda di colori collegati al nostro umore (felice, arrabbiata, nervosa, stanca, ecc.), procederemo a colorare ogni spazio con lo stato d’animo che ha caratterizzato quel determinato dì (meglio farlo la mattina dopo, per avere una visione più chiara del tutto).
Se, invece, siamo lettori costanti – presente!, nulla ci vieta di aggiungere una lista dei libri letti o da leggere. Che sia un semplice elenco di titoli o qualcosa di più artistico, l’importante è che funzioni per noi.
Bullet Journal: capire il passato, ordinare il presente, plasmare il futuro
Ciò che davvero mi affascina del Bullet Journal, è la sua versatilità. Non deve per forza essere un taccuino sull’organizzazione giornaliera: potremmo impostarlo per la pianificazione di viaggi (una pagina per l’itinerario, una per il budget, le cose da mettere in valigia, i documenti da preparare e, ovviamente, i ricordi); potremmo prendere nota dei fatti positivi di ogni giornata, per aiutarci a non vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto.
Potremmo creare uno storico dei libri che abbiamo letto, aggiungendo informazioni generali (genere, casa editrice, anno di pubblicazione, titolo originare, serie o auto conclusivo), una valutazione e magari una piccola recensione. Ci potrebbe servire per tenere traccia di tutte le nostre idee creative, e allora potrebbe essere interessante organizzalo per argomento (fai da te, scrittura, cucina…).
Insomma, il metodo è applicabile a qualsiasi ambito che ci interessi tenere sott’occhio.
Si può scegliere, inoltre, di tenere la stessa veste grafica per tutto l’anno, o di cambiare ogni mese. In questo modo, la creazione del Bullet Journal diventa un vero e proprio processo creativo che può servirci come valvola di sfogo. Un momento che dedichiamo a noi stessi, in cui diamo libero sfogo alla nostra fantasia.
Il metodo Bullet Journal di Ryder Carroll
“Erano gli anni Ottanta quando mi fu diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Per anni ho provato innumerevoli sistemi per organizzare il tempo, online e offline, ma nessuno di questi si adattava al funzionamento della mia mente. Spinto quindi dalla necessità, ho ideato un metodo chiamato Bullet Journal per essere sempre concentrato ed efficiente, ma soprattutto meno stressato.
È un formidabile aiuto per imparare a passare più tempo a fare quello che ami, riducendo drasticamente il numero delle cose di cui occuparti.
Ho scritto questo libro per i creatori di liste frustrati, i multitasker sconfitti, i creativi che hanno bisogno di un po’ di organizzazione. Sia che tu abbia usato un Bullet Journal per anni o che non ne abbia mai visto uno, Il metodo Bullet Journal ti aiuterà a passare da comparsa a protagonista della tua stessa vita.”