Donne col rossetto nero di Alessandro Defilippi: un libro per tutti coloro che non disdegnano un buon giallo e che vogliono conoscere Genova.
L’arrivo dell’estate e delle tante agognate vacanze è un modo per riposarsi e mettere da parte la frenesia quotidiana. È una pausa dalla nostra vita vera. Ma è anche un modo per riprendere quelle letture lasciate in sospeso d’inverno, messe da parte per riuscire a stare dietro ai nostri mille impegni. Visto che siamo in vacanza, perché non cercare un libro che parli di una città che vorremmo visitare?
Questo giallo ambientato a Genova,
si costruisce attorno al mistero di quattro giovani donne trovate senza vita. Il referto del medico legale parla sempre di arresto cardiaco, ma il sospetto che non si tratti affatto di morti naturali viene sottolineato da un particolare inquietante. Tutte le donne vengono trovate con il volto grottescamente truccato, con le labbra ricoperte da un pesante strato di rossetto nero.
"Il viso era coperto da una pesante patina di cipria scura in contrasto col bianco latteo del collo. Gli occhi erano orlati da strati e strati di ombretto di vari colori, viola, nero, blu scuro, fino a una lunga striscia rossa che, superate le sopracciglia, arrivava ad attraversare la fronte. Anche le labbra erano truccate. Nero, un rossetto nero. Una maschera, non un volto".
Accanto a ogni corpo viene ritrovato, inoltre, un astuccio d’argento e un fiore dai petali blu scuro. Il colonnello Enrico Anglesio si lascia coinvolgere dalla vicenda e comincia a investigare sul caso in modo frenetico, quasi si trattasse di una questione personale, fino a compromettere la propria vita privata e affettiva. E, a poco a poco, anche se con difficoltà, davanti ai suoi occhi emerge una realtà miserabile e perversa, che lo porta a spingersi oltre i limiti della legge.
Ci sono tanti buoni motivi per portarsi questo libro in vacanza
Innanzitutto, come tutti i gialli, riesce a dare uno spaccato della città nella quale è ambientato, inclusa la cucina, le sue tradizioni, i luoghi più interessanti, ma meno conosciuti.
Inoltre, il protagonista, il colonnello Enrico Anglesio, è un personaggio al quale ci si affeziona subito. Tormentato, rimasto ancorato al passato, che vive ancora nell’ombra della moglie, finita, dopo una lunga depressione, con l’auto nel mare di Caponoli. Nei momenti di malinconia si rifugia nelle taverne sul porto di Genova e si perde dietro a un bicchiere di vino. Proprio seguendo il colonnello per gli stretti vicoli di Genova, impariamo a conoscerla. Ne sentiamo il vento, gli odori, il sapore del vino, i colori. Ne gustiamo insieme i sapori, come quello della buridda, dei frisceu con l’indivia, delle triglie di scoglio, della farinata, della panissa, dei pansòti, accompagnati da una bottiglia di Pigato.
Infine, ma non ultimo motivo per leggere Donne col rossetto nero, è che è un libro che si può leggere tranquillamente sotto l’ombrellone con un white russian ghiacciato in mano, allenando comunque la mente e perdendosi tra i vicoli di Genova.
Quella che Guccini descrive così bene: “Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso l’orizzonte. Genova, repubblicana di cuore, vento di sale d’anima forte. Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi, parole antiche e nuove sparate a colpi come da archibugi“.
Infine, due parole sull’autore
Alessandro Defilippi è nato a Torino, ma come molti torinesi ha passato le sue estati nel mare ligure. Medico e psicoanalista junghiano, si lascia guidare anche nei suoi romanzi da uno sguardo particolarmente attento alla psiche umana e alla sua parte inconscia. Autore di molti romanzi, tra cui Manca sempre una piccola cosa (Einaudi, 2010) e La paziente n. 9 (Mondadori, 2012), si dedica anche al giallo e al noir, con la saga del colonnello Anglesio, iniziata con Viene la morte che non rispetta. Un caso del colonnello Anglesio (Einaudi, 2015) e proseguita con Donne col rossetto nero (Einaudi, 2017). Nel 2003 ha partecipato anche alla sceneggiatura di Prendimi l’anima di Roberto Faenza.