Quando parliamo di Parigi, non possiamo non pensare a Notre Dame de Paris, la cattedrale simbolo della capitale francese. Desiderata fortemente dal vescovo Maurice de Sully, fu costruita tra il XII e il XIV secolo (1163-1345).
Principale luogo di culto cattolico di Parigi, la cattedrale è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e uno dei monumenti più visitati al mondo. Notre Dame de Paris è uno splendido esempio di architettura gotica anche se vi si possono riconoscere numerose influenze architettoniche.
Ma ripercorriamo la sua storia!
La storia di Notre Dame de Paris
Tutti conoscono la storia di Notre Dame de Paris, oggetto di versioni cinematografiche, teatrali, musical e cartoni animali per l’infanzia, che ancora oggi riscuotono un grande successo nel pubblico di grandi e piccoli.
Ma quando iniziò la costruzione di questo esemplare gotico? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro nel tempo ai tempi della fondazione della stessa Parigi.
Quando Parigi fu Lutezia, esattamente nel punto in cui sorge oggi la chiesa, sorgeva un tempio pagano dedicato a Giove, che poi divenne cristiano nel III° secolo d.C. Scorrendo la linea temporale della storia in avanti dobbiamo arrivare intorno al 1100 in cui fu presente una cattedrale dedicata a Santo Stefano in quello stesso punto, a cui nel frattempo si affiancò una seconda chiesa dedicata alla Madonna, una sorta di chiesa doppia.
Visto che la chiesa di Santo Stefano era in rovina e la seconda risultava non adatta alla popolazione in continua crescita (Parigi era diventata un importante centro economico e culturale) si demolirono entrambe le chiese e, tra il marzo e l’aprile del 1163, alla presenza di Papa Alessandro III, si pose la prima pietra della nuova Notre Dame.
La cattedrale fu luogo di eventi importantissimi: nel 1239, in attesa del completamento della Sainte-Chapelle, venne scelta da Re Luigi IX il Santo come collocazione per la reliquia della Corona di spine. Al suo interno furono celebrate molte cerimonie religiose legate ai re di Francia, incoronazioni, il processo di riabilitazione di Giovanna d’Arco, funerali di Stato e cerimonie commemorative, come quella in onore del generale Charles de Gaulle.
Durante la Rivoluzione francese (1789-1799), la chiesa subì la perdita di tutti gli oggetti composti con metalli preziosi e rischiò la distruzione.
L’ispirazione di Hugo per il suo romanzo esordiente
Uno dei più grandi scrittori francesi, Victor Hugo ebbe particolarmente a cuore il destino di quella cattedrale e di tutto ciò che rappresentava.
La sua preoccupazione fu notevole, visto lo stato di degrado in cui riversava Notre Dame: spogliata degli arredi più preziosi, le statue della facciata andate distrutte e la conversione a Tempio della ragione, oltre che il suo amore per quell’opera architettonica, spinsero Hugo a creare un romanzo in cui la cattedrale era la protagonista indiscussa.
L’ispirazione dello scrittore nacque durante una visita alla Cattedrale di Notre-Dame, dove vide una parola incisa sul muro di una torre: ANÁΓKH. I caratteri greci, segnati con una calligrafia tipicamente gotica, colpirono questo autore romantico per il senso di tristezza e di ineluttabilità che esprimevano. La parola infatti identifica la Dea del Fato, il Destino per i greci. In soli sei mesi lo scrittore creò un romanzo di successo, tanto da portare migliaia di visitatori alla cattedrale.
Il successo del romanzo e la salvezza della cattedrale
Il romanzo d’esordio di Hugo fece un successo clamoroso, tanto da spingere migliaia di visitatori a osservare l’architettura medievale o il grande libro dell’umanità come direbbe lo stesso scrittore. Proprio grazie alla sua scrittura, le proteste pubbliche si fecero così pressanti da portare al restauro della chiesa, che iniziò nel 1844.
Ora vediamo la trama di Notre Dame de Paris!
La trama di Notre Dame de Paris
Non poteva sapere a qual segno ribolla e tempesti questo mare delle passioni umane quando gli si nega ogni sbocco; come cresca, come si gonfi, come trabocchi, come scavi il cuore, come scoppi in singhiozzi interiori e in sorde convulsioni, finché non abbia sfondato le sue dighe e rotto il suo letto.
Vasta sinfonia in pietra, opera colossale di un uomo e di un popolo.
Con queste parole Hugo descrive la facciata della cattedrale di Notre-Dame, teatro e incarnazione delle vicende della gitana Esmeralda, dell’arcidiacono Frollo e del campanaro Quasimodo. Alle porte della Parigi del 1482 giunge una tribù di zingari, con le loro danze, il loro teatro e il vivace accampamento, pittorescamente battezzato “Corte dei Miracoli”.
Sono decisi a farsi notare dai cittadini, ma è la bella Esmeralda a portare scompiglio nella città. Di lei si invaghiscono Frollo e Quasimodo, insieme a molti altri. Per lei verranno commessi delitti e rapimenti, sulla sua testa graverà una terribile condanna a morte. Un capolavoro della letteratura che traccia un vero e proprio affresco della Parigi del Quindicesimo secolo, completamente illustrato con le immagini originarie di illustratori contemporanei di Hugo. Un canto della città e una vicenda tragica, una storia che non cessa mai di essere raccontata.
Victor Hugo: il poeta evocatore del Romanticismo
Hugo nacque a Besancon nel 1802 da una nobile famiglia e già da bambino viaggiò in Corsica e in Spagna con il padre ufficiale dell’esercito. Parigi divenne da subito la sua casa letteraria, dove approfondì la conoscenza dei libri fino a pubblicare le prime poesie a soli dieci anni.
Nel 1822 pubblicò Odi e poesie diverse che risentirono degli influssi di Walter Scott e di Friedrich Schiller, e nel 1827, nella prefazione alla tragedia Cromwell, espresse la sua piena adesione al Romanticismo. Fu subito salutato come capo della scuola romantica francese.
Le vicende della vita di Hugo furono intense e molteplici: nel 1842 la morte della figlia Leopoldine (annegata nella Senna dopo pochi mesi di matrimonio) lo debilitò a tal punto che abbandonò l’attività letteraria per dieci anni. Trascorso questo lungo periodo Hugo ebbe un’intensa attività e divenne accademico di Francia e deputato, ma nel 1852, in seguito al colpo di stato di Napoleone III, indignato contro il nuovo regime che metteva in discussione le libertà della Francia, se ne andò in esilio e si stabilì nelle isole inglesi della Manica.
Tornato a Parigi dopo la caduta di Napoleone nel 1871, ebbe accoglienze trionfali e visse onorato dai contemporanei come il vate della patria fino alla morte nel 1885.