Caro iCrewer oggi nella rubrica Libri, ricette e fantasia ti parlo di cibo non solo come nutrimento per il corpo, ma anche come strumento di conoscenza che “ti mette davanti tutti gli orizzonti del mondo”.
E’ proprio così che la pensa Lorenzo Biagiarelli, autore del libro Qualcosa da amare e qualcosa da mangiare. Ricette, storie e incontri di pura felicità edito De Agostini e disponibile dal 17 settembre.
Lorenzo Biagiarelli è nato a Cremona, per diverso tempo ha vissuto di musica a stava per laurearsi in storia con una tesi sul protestantesimo italiano del XVI secolo, ma dentro di lui c’era qualcos’altro: una passione che ribolliva e che aveva a che fare con pentole, coltelli e mestoli. E’ iniziata così la sua avventura fatta di viaggi e cucina.
Lorenzo ama sperimentare, elaborare e cucinare piatti sempre nuovi e legati anche a terre lontane. Questo è il proverbio che compare sul suo sito: una frase che ispira accoglienza, nuove opportunità, nuove conoscenze.
A chi bussa alla porta non si chiede “Chi sei?” Si dice “Siediti, e mangia”
(Proverbio siberiano)
Attraverso il cibo possiamo scambiare esperienze, innamorarci, o stringere una nuova amicizia. Tutto questo Lorenzo lo racconta nel suo blog e in Qualcuno da amare e qualcosa da mangiare: una raccolta di “9 racconti e 26 ricette da preparare ai fornelli di casa o semplicemente da leggere per viaggiare dal divano, gustandosi la storia e ordinando un take-away”.
Leggiamo insieme la trama: Quante sono le cose che ci nutrono, nella vita? Potrebbe essere un incontro fortuito, su un marciapiedi di Londra, tra una bellissima ragazza coreana e un tipo che si è trasferito da Cremona per diventare una rockstar ma è stato appena licenziato in tronco da una caffetteria. O la frittata della nonna. O il momento in cui una mamma insegna per la prima volta come fare una cheesecake al suo bambino. O una chiacchierata, nell’ora più tranquilla, tra il cuoco kosovaro di un pub serbo e un barista italiano, mentre preparano una carbonara senza pecorino né guanciale chiedendosi se davvero la vita è rischio, come diceva Vittorio Gassman in Sleepers. O il volo traballante di una compagnia indiana, dove due innamorati si tengono per mano pregando di sopravvivere almeno fino al prossimo tandoori di pollo. O il curry preparato da un napoletano per festeggiare l’amicizia tra due padri separati, che diventa quasi una parentela. O i mac and cheese di una cena per soli uomini, uno dei quali ha dodici anni. O il primo kebab, lezione di vita e di apertura al mondo. Oppure il momento in cui quella cucina dove un giorno sei entrato per preparare dei gamberi diventa la cucina di casa tua. D’altra parte, non esistono a questo mondo altre ragioni per cui mettersi ai fornelli se non queste due: la sopravvivenza e l’amore.