Caro iCrewer sei pronto per il soppraggiungere dell’estate?
Dai vieni con me!
Oggi ti porto a scoprire la leggenda che sopravvive presso la Cava di Bauxite di Otranto, una meta veramente imperdibile!
Ci siamo trovati spesso a parlare di Otranto, delicato borgo salentino celebre per il suo antico castello in cui è ambientato il primo romanzo gotico della storia: Il Castello di Otranto di Horace Walpole. Tuttavia Otranto è rinnomata per un’infinità di altri motivi, come ad esempio per la sua meravigliosa Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Edificio sacro che custodisce al suo interno un mosaico considerato uno dei più importanti cicli musivi del medioevo italiano. Oltre a questo questa sacra espressione artistica è anche un vero e proprio tesoro nazionale che si estende per ben sedici metri arrivando ad occupare il pavimento delle tre navate della Cattedrale.
Databile tra il 1163 e il 1165 questo mosaico pavimentale composto con dei tasselli di calcare, è stato realizzato dal monaco Pantaleone; vicino all’ingresso principale della Cattedrale, nella parte inferiore dell’opera e posto immediatamente dopo la soglia della porta, è visibile la firma dell’autore. Troviamo quindi al suo interno una serie di rappresentazioni molto simboliche: nella parte centrale un albero contenente i rami del bene e del male, considerato un tempo, l’albero della vita. Altre raffigurazioni sono invece ispirate all’Antico Testamento, anche se sono presenti delle composizioni non contestualizzabili, come ad esempio l’immagine di Re Artù che ha in mano uno scettro e seduto su di una capra sembra salutare i viandanti.
Spero che questa mia breve introduzione, fatta da visitatrice non esperta, possa bastare a farti comprendere quanto questo luogo sia magnifico e complesso e considerato che ancora gli esperti in arte dibattono sulla meravigliosità di questa opera passerei a parlarti di altre meraviglie presenti ad Otranto, per arrivare a raccontarti di una singolare leggenda.
Non sono solo queste bellezze artistiche a far parlare di Otranto. Essa infatti è un’ambita metà turistica per via dei suoi chilometri di bianche spiagge, la cui più bella tra tutte è comunemente considerata la spiaggia detta Baia dei Turchi, luogo dove ogni anno vado a trascorrere le mie assolate giornate estive.
È chiamata così in memoria dello sbarco dell’esercito turco avvenuto nel 1480. Si tratta di un paesaggio meraviglioso e incotaminato. Non per nulla rientra nel Parco Naturale dei Laghi Alimini ed è stata inserita dal FAI tra i cento posti da salvaguardare in Italia.
Un’altra insolita attrazione turistica è diventata di recente una barca greca che si è arenata nel 1978 lungo le spiagge di Otranto. Dalle acque della spiaggia dei Laghi Alimini emerge il relitto della nave Dimitrios, arenatasi nel litorale salentino. Sono molti i turisti che in estate camminano per chilometri sul bagnasciuga alla sua ricerca. Si tratta del relitto di una nave partita da Atene con un carico di rifornimento di cereali, per lo più: crusca, frumento, orzo, grano, riso e si arenò per l’appunto sul litorale a causa di una tempesta. Pare che i membri dell’equipaggio si siano salvati tutti gettandosi in mare e giungendo a terra ferma dopo qualche bracciata, mentre la medesima fortuna non capitò al carico che si disperse in mare e ne saranno state contente le spigole che popolano le acque cristalline. Se inzialmente l’imbarcazione doveva venire rimossa alla fine rimase dove era andata a incagliarsi e ora è un sito molto amato dai bambini che fantasticano di grandi avventure di pirati, sirene e si perdono a giocare nelle sue vicinanze.
Ma soffermiamoci un momento a parlare proprio del Parco Naturale dei Laghi Alimini. Devi infatti sapere che nonostante il clima temperato della stagione più fredda e quello molto caldo dei periodi estivi anche nel salento puoi trovare dei laghi. Tra di essi molto belli sono i laghi Alimini, situati sempre nei pressi di Otranto, si tratta di due laghi collegati da un canale.
È però importante dire immediatamente che l’acqua di questi due laghi non è dolce, bensì salmastra. Per quanto riguarda il lago più grande tra i due, detto Alimini Grande, è un lago generato dalla continua attività di erosione del mare, ha una percentuale di salinità paragonabile a quella marina, poichè anche se è alimentato da una sorgente di acqua dolce, il mare coinfluisce in esso.
Secondo lago presente in quest’area protetta è detto Alimini Piccolo anche detto Fontanelle è generato da sorgenti di acqua dolce, tuttavia c’è un fenomeno curioso che lo coinvolge e riguarda il cambiamento di salinità delle acque in base al mutare delle stagioni. Se le acque del lago durante l’anno solare sono quasi sempre dolci, in estate, per via del fenomeno di evaporazione delle acque, il lago tende a diventare salino e quindi composto da acqua salata.
Passiamo ora a parlare di un altro lago presente nei pressi di Otranto…
Un altro luogo abbasta curioso presente ad Otranto è la Cava di Bauxite. La Bauxite è un minerale ricco di ossidi, alluminio e ferro; la cava di Otranto era molto utilizzata fino agli settanta del mille e novecento; difatti la Cava di Bauxite venne abbandonata nel 1976 e da quel momento iniziarono delle infiltrazioni di acqua.
Queste infiltrazioni con il tempo portarono alla crezione di un panorama veramente insolito. Una volta sul posto sembra di trovarsi davanti al cratere di un vulcano inattivo e pieno di acqua. Infatti nel cratere della cava di Bauxite si è creato un laghetto dai toni verdi che contrastano con il rosso acceso che colora le rocce dei suoi argini. Per la presenza di questi colori, così inusuali questo sito ha ricordato a molti visitatori l’aspetto del pianeta rosso: Marte, ad altri invece il Grand Canyon Americano, sicuramente è un luogo di rara bellezza.
Situata nei pressi di Monte Sant’Angelo, nell’entroterra tra Capo d’Otranto, Otranto e il Faro di Punta Palascia, La Cava di Bauxite di Otranto è recentemente diventata una celeberrima meta turistica, però è anche un luogo in cui vive un’anticha leggenda…
La leggenda della Cava di Bauxite di Otranto
Come ti ho anticipato questo luogo è caratterizzato dalla presenza di colori insoliti e unici: il verde smeraldo delle acque del laghetto, il colore rosso fuoco della terra che caratterizza gli argini del lago, i delicati colori della flora che cresce sui terreni; insomma sono molti i motivi che fanno di questo sito la location ideale per l’insorgere di una leggenda…
Ma cosa sarebbe accaduto presso queste terre di Otranto?
Protagonista delle vicende sarebbe una giovane, Asmodeide, che viveva ad Otranto. Una ragazza come tante altre, dotata però di una carnagione bianchissima e di capelli di colore rosso fuoco, la giovane passava le sue giornate in compagnia delle sorelle e del suo promesso sposo: Teofante. Ma ella aveva un terribile segreto: la fanciulla aveva delle capacità oniriche. Durante la notte riusciva a sognare eventi futuri, in particolare riusciva ad anticipare gli eventi che sarebbero accaduti il giorno seguente, tuttavia era molto spaventata da questo dono che considerava una maledizione e cercava in ogni modo di non modificare gli eventi futuri.
Quando la ragazza compì i suoi quindici anni venne fissata la data del matrimonio e lei per calmarsi dalle angoscie tipiche dei giorni che anticipano il grande evento si trovò a camminare nei pressi della Cava e qui ebbe un’incontro.
Asmodeide conobbe un pastore che in realtà era il Destino che le era apparso in forma umana. Il pastore le consigliò di non sposare il suo amato, il matrimonio avrebbe portato solo a brutte conseguenze e piuttosto di seguirlo e unirsi a lui, così sarebbe diventata una regina.
La ragazza però scelse di sposare il giovane promesso e la sera prima del matrimonio sognò la morte di Teofante: l’uomo sarebbe morto sul letto di nozze per via del crollo del tetto. La giovane provò a salvare l’amato e, non appena udì il tettò scricchiolare, lo spinse fuori dal letto, nonostante ciò il giovane morì ugualmente, infatti Teofante accorse in aiuto della moglie ma venne trafitto da una trave.
La giovane rimasta vedova si recò nuovamente presso la conca alla ricerca di un conforto, ma qui incontrò di nuovo il pastore che la tentò di nuovamente.
Il Destino le diede una seconda possibilità di unirsi a lui e diventare sua sposa, ma lei rifiutò e così dalla bocca della ragazza iniziò a uscire acqua. Ogni volta che ella parlava dalla sua bocca sgorgava dell’acqua e così Asmodeide scelse di gettarsi nella conca e da lì si sarebbe generato il liquido denso e cupo come il dolore della ragazza e che sarebbe ancora visibile presso la Cava di Otranto. Si dice infatti che la fonte sotterranea, che alimenta il lago della cava sarebbe appunto l’acqua che ancora sgorga dalle labbra della giovane. Una maledizione eterna datale dal Destino per il suo non essersi concessa a lui.
Spero di averti incuriosito caro iCrewer alla prossima leggenda…