VIAGGIO TRA I FATTI, LA CULTURA E I LIBRI DEL 1990
Bentornato tra le pagine di questa splendida rubrica che ci permette di conoscere attraverso le nostre ricerche e i nostri ricordi personali, alcuni aspetti della storia del nostro paese con particolare attenzione ai libri che ne hanno scritto e caratterizzato la tradizione letteraria. Oggi ti guido, attraverso i miei ricordi, agli inizi dei fantastici anni novanta, tra eventi storici, sportivi e come sempre culturali. Scopriremo infine, insieme, quali sono i libri del 1990 da ricordare.
Come detto, per scrivere questo articolo, vorrei principalmente basarmi sui miei ricordi, visto che in quell’anno avevo undici anni. Chiaramente saranno ricordi lievemente confusi, ma essendo la nostra memoria la base fondamentale per la ricostruzione della storia, vorrei almeno provarci. E non è detto che non possa farlo anche tu, caro iCrewer, magari commentando e integrando con le tue emozioni questo articolo.
1990: I MONDIALI DI CALCIO
È vero che dovrei subito parlarti dei libri del 1990, ma se ripenso a quell’anno la prima cosa che mi viene in mente sono i Mondiali di calcio giocati in Italia. Italia 90. Le notti magiche cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. I gol di Totò Schillaci e la sua esultanza con gli occhi spiritati diventati l’icona di quella estate. Così come icona, e immagine storica, è la mascotte di quel mondiale, ovvero CIAO. Sono sicuro che te lo ricordi benissimo.
In realtà lo sport non era ancora al centro dei miei interessi, non lo vivevo con trasporto. Quell’anno nasceva il mio amore sconsiderato per Gianni Bugno che si era appena fatto un mese intero in maglia rosa al Giro D’Italia. Parallelamente a questa passione per il ciclista di Monza, io in quei mesi ero già perdutamente innamorato di Roberto Baggio. Si vede che fin da piccolo ho sviluppato una passione sfrenata per il talento e per il genio, dal calcio alla musica, alla letteratura, all’arte in genere, io sono sempre stato dalla parte di chi pensa l’impensabile.
E il gol alla Cecoslovacchia (questo me lo ricordo eccome) è un esempio di tutto questo: classe, talento e pensare fuori dagli schemi. Pensare di poter mettersi la tuta da Alberto Tomba (altro nome che in quegli anni era un grandissimo) e andare in porta col pallone saltando tutti gli avversari come birilli. Che meraviglia.
Di quella nazionale ricordo bene anche Giuseppe Giannini, il principe, altro talento incredibile, ricordo il suo gol contro l’americano Meola, uno dei nomi che mi è rimasto impresso, come quello di Roger Milla. E’ stato uno shock, ma anche uno stimolo scoprire che in Africa giocavano a calcio, e che potevano anche vincere partite contro squadre più attrezzate, per esempio contro l’Argentina di Maradona.
Ricordo Caniggia. Ricordo il portiere para rigori dell’Argentina, che è stato colui che ci ha infranto il sogno della finale. Il resto è tutto buio, la finale forse non l’ho neanche vista. Non ricordo nulla di Maradona. E questo un po’ mi dispiace. E’ un po’ come sapere che Bob Marley ha suonato a Milano e rimpiangere di non essere stato abbastanza grande per andarci. (beh li ero proprio piccolissimo).
Ma come già detto, quel che resta di quel mondiale sono le Notti magiche inseguendo un gol sotto il cielo di una estate italiana di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato. Era l’estate di Bella Signora di Gianni Morandi e di Sotto questo sole dei Ladri di biciclette, l’estate delle mie vacanze in Abruzzo insieme a tutta la famiglia, l’estate che ha visto l’inizio della Guerra del Golfo.
Ho chiara nella mia memoria l’immagine di Emilio Fede che a Studio Aperto ne racconta i fatti, e io, con una fame già allora sadica di voler sapere e con la consapevolezza di esserci e di far parte di un pezzo della storia che un giorno sarebbe stata studiata, stavo rigorosamente davanti al televisore a riempirmi di nomi che mai potrò dimenticare: Bush, Saddam, Desert Storm e via dicendo.
Tornando al mondiale è da poco uscito un libro che li racconta, a distanza di trenta anni: Un’estate in Italia. 1990, il Mondiale delle notti magiche scritto da Matteo Fontana ed edito da Eclettica. Chiaramente il libro racconta le gesta sportive di quella manifestazione vinta dalla Germania in finale contro l’Argentina, ma si prefissa anche di fare un ritratto del contesto nazionale di quell’anno. Dopo il boom economico degli anni ’80 l’Italia organizza i mondiali di calcio investendo in infrastrutture e rimodernando tutti gli stadi.
Un evento internazionale che farà posare l’attenzione del mondo intero sulla nostra nazione e sugli italiani, che si dimostreranno uniti, fratelli e appassionati, in nome di quello sport, oppure chiamalo gioco, che da sempre scalda le nostre emozioni. Notti magiche che non saranno mai dimenticate da chi ha avuto la fortuna di viverle.
1990: la musica
A pensarci oggi, credo sia stato un bel risultato quello della Germania, che ha vinto il mondiale di calcio proprio pochi mesi dopo la caduta del Muro di Berlino. Il 1990 infatti, è l’anno che ci consegna una Europa post caduta del muro, l’anno che scrive nella storia della musica internazionale il grande e storico concerto dei Pink Floyd a Berlino per la celebrazione dell’unificazione della nazione tedesca. In quel concerto, venne eseguito per la prima volta dal vivo tutto l’album The Wall, opera fondamentale della storia della musica datata 1979. Il concerto, tenutosi davanti a trecentocinquantamila persone, fu trasmesso in diretta da tutte le televisioni del mondo, compresa la nostra Canale 5.
In Italia, oltre alle canzoni già citate in riferimento all’estate, è l’anno in cui i Pooh vincono Sanremo con Uomini Soli, la canzone del famoso Dio della cittààààààààà e dell’immensitààààà, ma sopratutto è l’anno in cui si trionfa all’Eurovision song contest grazie a Toto Cutugno e alla sua Insieme 1992, vero inno all’Europa unita che verrà negli anni a seguire.
Ma è anche l’anno del trottolino amoroso cantato da Amedeo Minghi e Mietta in Vattene amore, e sono certo che ancora oggi, anche tu, quando ti capita di sentirla alla radio la canti a squarciagola. È l’anno di Disperato del giovanissimo Marco Masini, di Vogue di Madonna, El Diablo dei Litfiba, ma sopratutto l’anno del primo dei concerti dei Tre Tenori, Domingo Carreras e Pavarotti, alle terme di Caracalla.
LIBRI DEL 1990
Come avrai potuto intuire, i ricordi sono tanti e magari un po’ confusi, ma scorrono piacevoli. Anche per quel che concerne i libri del 1990, vorrei segnalartene uno senza andare a fare ricerche, senza dover ricorrere all’aspetto enciclopedico di questo articolo, ma semplicemente dando fiducia alla mia memoria.
Ricordo dunque bene, che in concomitanza con la visione in famiglia delle partite della nazionale, c’era mio zio che girava con un libro che poi è diventato un cult di quell’anno e di quella generazione: sto parlando di Io speriamo che me la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani scritto dal maestro di una scuola elementare partenopea Marcello D’Orta.
Te lo ricordi vero? Si tratta di un libro che ha avuto un successo incredibile, tanto che poi ne è stato tratto un film diretto da Lina Wertmüller nel 1992, che vedeva come protagonista il grande Paolo Villaggio nel ruolo del maestro.
Il libro è composto da sessanta temi scritti dai bambini della scuola elementare di Arzano, un piccolo comune a nord di Napoli, che raccontano la loro visione a volte ironica, a volte disincantata e a volte innocente, di grosse tematiche come la camorra, le gravidanze inaspettate, il contrabbando e la prostituzione. Tra frasi diventate simbolo, espressioni dialettali e qualche amara risata, il libro evidenzia il disagio socio economico che caratterizzava il Sud Italia in quegli anni.
Altro grande successo mondiale, tra i libri del 1990, è Jurassic Park, il romanzo di fantascienza di Michael Crichton divenuto poi incredibilmente famoso per via della fortunata trasposizione cinematografica.
Il premio Nobel per la letteratura di quell’anno, questo però sono andato a cercarlo, è stato assegnato al messicano Octavio Paz, scrittore e saggista, considerato uno dei più importanti poeti in lingua spagnola della seconda metà nel Novecento, al pari di nomi come Neruda e Borges. Ironia della sorte, toccherà a me parlare di questo autore nella nostra rubrica Autori in tasca e quindi rimando a quella occasione un approfondimento su questo grande autore.
Non si tratta proprio di libri del 1990, ma ci sta benissimo in questo mondo, la nascita del fumetto Rat-Man di Leo Ortolani, in realtà apparso per la prima volta l’anno precedente come supplemento in un’altra striscia, ma che vede il suo primo numero proprio in questo anno magico. Si tratta di uno dei personaggi di fumetti più apprezzati nel panorama nazionale, supereroe anticonvenzionale che ama oziare, mangiare e impersonare l’uomo comune. Lo stile di Ortolani, nato a Pisa nel 1967, è decisamente influenzato dalla sua grande passione per i fumetti Marvel del compianto Stan Lee.
1990: CONCLUSIONE
Ci sarebbe ancora molto da dire su questo anno, ma dopo aver focalizzato l’attenzione sui libri del 1990, aspetto essenziale per il nostro sito, non mi resta che ricordarti che quell’anno portiamo a casa anche un Oscar grazie a Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, capolavoro assoluto della cinematografia con il piccolo Salvatore Cascio protagonista di una storia basata sui ricordi di una vita intera che fonda le sue radici in un paesino della Sicilia post Seconda Guerra Mondiale.
Con questo altro grande trionfo per la nostra nazione, ti ringrazio per l’attenzione e per la preziosa lettura che come sempre ha prediletto aspetti culturali rispetto ai fatti di cronaca o politici.
Alla prossima.