Caro iCrewer, dopo esserci saziati di letteratura europea con gli scrittori ungheresi, spostiamoci in Africa. Oggi visitiamo infatti la Tanzania.
Questo Stato si trova sul versante orientale del Continente Nero ed è incastrato fra: Kenya e Uganda a nord; da Burundi, Ruanda e Congo a ovest; da Malawi, Mozambico e Zambia a sud, mentre a est è bagnato dall’Oceano Indiano.
Per le sue dimensioni (si estende per 947.300 km²), la Tanzania è uno dei Paesi più grandi del mondo e la sua conformazione morfologica è decisamente vasta. A nord-est la regione è prevalentemente montuosa e ospita il Kilimanjaro: è la vetta più elevata dell’Africa, sulla cui sommità è presente il ghiacciaio di Rebmann. Il ghiacciaio è intitolato all’esploratore e missionario tedesco Johann Rebmann, che nel 1848 scalò questo monte e scoprì una cappa di neve perenne sul suo vertice. Fatto curioso, dato che il Kilimanjaro è uno stratovulcano con tre crateri ed è ancora in attività, anche se è in stato di quiescenza!
A nord-ovest è presente la regione dei Grandi Laghi, in cui puoi trovare alcuni dei più grandi laghi del continente, come il Lago Victoria (il più esteso) e il Tanganica (il più profondo). Altro importante bacino idrico è il Natron, le cui acque sono famose per la loro elevata salinità. A sud, sul confine con lo Zambia ci sono inoltre le Cascate Kalambo, che racchiudono uno dei più importanti siti archeologici per le sue testimonianze sull’evoluzione della specie umana. La parte centrale del Paese è occupata invece da altipiani e regioni pianeggianti.
Caro iCrewer, questi luoghi devono essere magnifici! Io non ci sono mai stata, ma sono certa che un’escursione fra le vette e i laghi di queste regioni sia un’esperienza unica. Se invece preferisci i safari, la Tanzania ospita alcuni dei parchi naturali più celebri ed ecologicamente significativi del pianeta: la riserva di Ngorongoro, il Parco nazionale del Serengeti e il Parco nazionale di Gombe, giusto per citarne qualcuno.
Non stupisce che tanta bellezza abbia fatto gola ad arabi ed europei! I persiani furono i primi a cercare un contatto commerciale con le tribù bantu e questa interazione ha portato alla formazione della cultura tanzaniana e della lingua swahili, idioma nazionale ufficiale della Nazione. Con l’imperialismo europeo, la Tanzania venne assoggettata al controllo prussiano ed entrò a far parte dell’Africa Orientale Tedesca insieme a Ruanda e Burundi, poi divenne territorio britannico al termine della Grande Guerra e cambiò il nome di Tanganica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sentì tuttavia il bisogno di staccarsi dal Regno Unito e nel 1954 nacque il movimento politico Unione Nazionale Africana del Tanganica (TANU), che sotto la guida del suo fondatore Julius Nyerere portò all’indipendenza nel 1961, all’istituzione della repubblica e all’entrata nel Commonwealth. La Repubblica di Tanganica cambiò formalmente nome nel 1964, quando si unì all’isola di Zanzibar, anch’essa ex-possedimento britannico: da allora questi due territori costituiscono la Repubblica Unita di Tanzania.
In mezzo a tutti questi cambiamenti amministrativi, la letteratura in lingua swahili è rimasta una certezza nel panorama culturale di questo Paese. Innanzitutto, c’è da dire che è una tradizione prevalentemente orale e che comprende tutta l’Africa orientale: di famiglia in famiglia si tramandano poesie, canzoni, leggende e filastrocche e questi possono cambiare da regione a regione, perchè non c’è omogeneità culturale fra i popoli dell’Africa orientale. Nemmeno la lingua è unificata, infatti sono presenti differenze dialettali.
Per quanto riguarda la scrittura, si tratta di produzione principalmente poetica e affonda le sue radici ai primi contatti con il mondo arabo: le testimonianze più antiche risalgono al secolo XVIII, utilizzano la scrittura araba e riprendono i temi della tradizione letteraria persiana. Solo nel secolo XX sono apparsi i caratteri latini, ma le strutture poetiche utilizzate sono rimaste pressoché invariate. Uno dei motivi di questa conservazione potrebbe essere che in Tanzania non è presente una cultura della lettura: i libri sono infatti beni di lusso, quindi costosi e difficili da trovare. Tuttavia ci sono molti autori tanzaniani, di grande rilevanza nella letteratura in swahili.
Robert è uno degli autori più studiati della letteratura swahili: alcuni dei suoi lavori sono stati inseriti nei programmi scolastici, mentre altri sono stati riscoperti di recente e ripubblicati. Sfortunatamente, non ci sono traduzioni in italiano. Sue celebri opere sono: Maisha Yangu na Baada ya Miaka Hamsini, Kusadikika, e Wasifu wa Siti binti Saad.
Purtroppo, né questi né altri autori tanzaniani sono stati ancora tradotti in lingua italiana, tuttavia anche da noi si sta cominciando a parlare di loro grazie ad associazioni culturali e in alcune università sono già presenti corsi di laurea incentrati sulla lingua swahili e la sua letteratura! Questo è un ottimo segno di riconoscimento verso uno Stato che solo pochi decenni di esistenza, ma che ha molte potenzialità. Chissà che, grazie all’impegno degli accademici nostrani non si arrivi presto a delle traduzioni!
Caro iCrewer, il nostro viaggio in Tanzania termina qui. Spero che questo breve e sommario excursus sulla letteratura swahili abbia acceso in te un po’ di curiosità verso questi autori. Continua a seguirci ogni giorno, per scoprire altre letterature dal mondo!