Caro iCrewer, qual è una delle mete ideali per trascorrere un bianco Natale? Di sicuro deve essere una località di montagna, possibilmente ad alta quota… Magari in uno di quei paesini con la baite in legno, accoglienti e con una biblioteca super fornita, perché no. Dove puoi trovare un posto del genere? Io ti suggerisco la Svizzera: una nazione magica, curiosa e piena di cultura!
Perché è magica? Ti basta valicare il confine italiano per immergerti nei suoi paesaggi mozzafiato, costeggiati da montagne, valli e laghi. La Svizzera si colloca fra le catene delle Alpi svizzere a sud e il massiccio del Giura a nord-ovest, mentre al centro è presente l’Altipiano svizzero.
È uno Stato curioso, perché la sua bandiera è l’unica in tutto il mondo ad avere forma quadrata e non rettangolare. Perché a livello amministrativo è una confederazione divisa in cantoni ed ognuno di essi ha la propria lingua madre: si parla italiano, francese, tedesco e romancio, idioma romanzo parlato solo in territorio elvetico. Ogni cittadino svizzero è tenuto a conoscere tutte le lingue ufficiali della nazione, in modo da poter conversare in ogni cantone: questo è un ottimo sistema di plurilinguismo e di convivenza fra realtà culturali diverse, a mio avviso.
Inoltre è l’unico Paese che si definisce neutrale dal 1674: è dalla Dieta di Ratisbona che la Confederazione elvetica non si schiera militarmente durante le numerose guerre che hanno dilaniato l’Europa nel corso dei secoli, compresi i due conflitti mondiali. Questo, unito alla sua politica di tolleranza e libertà economica, l’ha resa meta di immigrazioni e di rifugiati politici. Per di più, è sede di alcune delle più importanti istituzioni mondiali: a Ginevra si trova infatti il CERN, la Croce Rossa (qui fondata nel 1863) e il distaccamento europeo dell’ONU. Per quanto riguarda lo sport invece a Zurigo risiede la FIFA, mentre a Nyon c’è la UEFA; a Losanna è presente il Comitato Olimpico Internazionale e ad Aigle c’è l’Unione Ciclistica Internazionale.
Parlando di cultura, invece, non esiste un vero e proprio contenitore per la letteratura svizzera: dato che è uno Stato plurilingue, è più facile associare gli scrittori elvetici alla lingua in cui producono le loro opere. Sicuramente avrai sentito nominare Max Frisch (1911-1991) o Friedrich Dürrenmatt (1921-1990), Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e Madame de Staël (1766-1817), Francesco Chiesa (1871-1973) o Giuseppe Zoppi (1896-1952). Avresti mai detto, caro iCrewer, che queste illustri personalità avessero la cittadinanza svizzera? Come vedi, la lingua in cui si scrive può trarre in inganno. Ci sarebbero molti autori quindi da scoprire, ma ho deciso che mi soffermerò su alcuni libri che hanno per protagoniste le regine indiscusse della Svizzera: le montagne.
Il primo testo che ti presento è Il libro dell’alpe di Giuseppe Zoppi (nuova edizione Arnoldo Dadò Editore, 2016). Pubblicato per la prima volta nel 1922 dalla casa editrice milanese L’Eroica per la collana Montagna, curata dallo stesso Zoppi, questo romanzo raccoglie impressioni e sensazioni della vita contadina fra i monti. L’autore ci racconta della sua infanzia trascorsa in un villaggio della Vallemaggia, nel Ticino, usando un linguaggio semplice ed evocativo. La società descritta è chiusa e autosufficiente, che vive in perfetta comunione con la natura e non subisce lo sporco cambiamento dell’industrializzazione: è il perfetto esempio della vita rurale svizzera e dei suoi valori, che diventano sinonimo di autenticità e purezza in un mondo che sta andando allo sbando.
Il libro dell’alpe è solo uno degli scritti che Zoppi dedica alle sue montagne. Per Mondadori, è uscito nel 1939 Presento il mio Ticino, mentre per Vallecchi troviamo la raccolta Le Alpi: poesie (1957). Se invece ti va di leggere qualcosa edito di recente, nel 2015 Salvioni Edizioni ha pubblicato un altro suo lavoro autobiografico: Ero un ragazzo di montagna. Novelle e ricordi.
Pensando ai monti svizzeri, è tuttavia impossibile non associarli ad una delle figure femminili più iconiche della nostra infanzia: Heidi! Per generazioni le sue avventure animate ci hanno accompagnato, prima o dopo la scuola, e ancora oggi vengono trasmesse durante le rassegne mattutine, rendendo di fatto questa orfanella che vive con il nonno eremita uno dei personaggi più amati da grandi e piccini.
Sapevi però che questa pietra miliare dell’animazione giapponese, firmata da Hayao Miyazaki, è stata tratta da un romanzo? Ebbene sì, si tratta di Heidi: l’opera più conosciuta dell’autrice svizzera Johanna Spyri (1827-1901). Nata nel Cantone di Zurigo, la Spyri si è avvicinata al mondo della scrittura piuttosto tardi: il suo primo racconto viene pubblicato nel 1871, quando lei aveva 44 anni. È tuttavia con Heidi che raggiunge la notorietà, rendendola così una delle scrittrici per bambini più amata e letta, con traduzioni in più di cinquanta lingue. Il libro esce nel 1880 in lingua tedesca, a cui si aggiunge un seguito l’anno successivo. Nel 1938 il suo traduttore inglese Charles Tritten decide di continuarne la storia, aggiungendo ben due nuovi titoli alla saga: Heidi cresce e I bambini di Heidi, scritti questa volta in inglese.
Caro iCrewer, è giunto il momento di scendere a valle e lasciarci alle spalle le innevate vette svizzere. Spero che questa breve tappa in alta quota sia stata di tuo gradimento, anche se ci siamo soffermati su pochi titoli. Continua a seguirci ogni giorno per scoprire le diverse letterature dal mondo!