Charlotte Brontë è un nome della letteratura inglese noto a livello mondiale. Perchè? Perchè la maggiore delle sorelle Brontë fu autrice del celeberrimo Jane Eyer (se il nome della scrittrice non risveglia nessuna scintilla, sono certa che il libro riscuota quanto meno una vaga sensazione di riconoscimento, anche se non per forza di conoscenza. Dopotutto, io per prima non l’ho ancora letto).
Tuttavia, oggi non siamo più per parlare della biografia – se ti interessa approfondire questo tema, per un primo approccio ti consiglio Scrittrici! di Dawn Parisi e Katharina Mahrenholz – dei lavori pubblicati o dell’epistolario dell’autrice, bensì per concentrarci sui suoi manoscritti giovanili.
Esatto, manoscritti, al plurale. Già negli anni dell’infanzia, infatti, Charlotte Brontë compose insieme alle sorelle e al fratello centinaia di piccoli libricini, alti all’incirca sette centimetri e larghi cinque, in cui narrarono innumerevoli avventure ambientate in un mondo fantastico di loro creazione. E non si fermarono alle parole: aggiunsero illustrazioni e mappe.
Le poesie di Charlotte Brontë: il manoscritto ritrovato
Il focus di oggi, però, non è questa collezione di piccoli libretti, chiamati Brontë-Juvenilia, ma un lavoro singolo di Charlotte, così personale e privato da non essere mai stato pubblicato. Chissà, magari nemmeno le sorelle sapevano dell’esistenza di questo piccolo manoscritto. E cosa potrà mai essere così prezioso, espressione così pura dell’animo della scrittrice? Un volumetto di poesie.
A Book of Ryhmes by Charlotte Brontë, Sold by Nobody, and Printed by Herself, questo è ciò che si può leggere nella copertina, che misura sei centimetri in larghezza e dieci in altezza. È composto da una quindicina di pagine, in cui sono vergati dieci componimenti poetici che Brontë compose a tredici anni, nel 1829.
Fin qui nulla di anomalo. Se si parte dal presupposto che per una donna fosse difficile pubblicare, non stupisce che delle poesie giovanili possano non essere state il primo pensiero di Charlotte Brontë, nel momento della scelta dei testi da inviare all’editore (usando uno pseudonimo maschile ovviamente).
A lasciare stupefatti è la storia di questo esile volume. Prima della sua ricomparsa, se n’erano completamente perse le tracce nel 1916, quando venne venduto all’asta per la cifra di 520 dollari. Da quel momento, silenzio radio: nessuno sa più nulla del manoscritto per più di un secolo, fino a quando non ricompare nel catalogo dei vendita di un antiquario che ha partecipato alla più grande fiera americana di libri antichi, la New York International Antiquarian Book Fair, lo scorso aprile.
La prima a muoversi è stata la Friends of the National Libraries, ossia un’associazione inglese che s’impegna nella tutela del patrimonio letterario britannico. Ma come raccogliere il milione e venticinque mila dollari richiesti dall’antiquario? Chiedendo un aiuto a tutti gli appassionati delle opere di Charlotte Brontë e delle sue sorelle. L’operazione di crowdfunding è durata appena due settimane, dopodiché la cifra necessaria era stata raggiunta.
La Friends of the National Libraries non era nuova a operazioni di questo tipo: lo scorso anno – 2021 – aveva acquistato la collezione di manoscritti raccolti dalle tre sorelle inglesi durante il corso della loro vita, chiamata Honresfield Library. Se ti stai chiedendo cosa ci faccia poi con tutti questi libri dal valore inestimabile, la risposta è più semplice del previsto: in entrambi i casi, gli acquisti sono poi stati donati al Brontë Parsonage Museum di Haworth, luogo in cui le piccole Brontë mossero i primi passi letterari.
Ora, il museo non solo renderà possibile la visione in loco del manoscritto di poesie di Charlotte Brontë, ma è addirittura prevista la digitalizzazione dei componimenti.