“L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni.”
Caro iCrewer, oggi per la nostra rubrica Libri da… ti porterò in Brasile, una terra magica del Sud America che si estende dal bacino amazzonico a nord, fino alle cascate dell’Iguaçu. Bagnato dall’oceano Atlantico a est, confina con tutti i paesi del Sud America, tranne che con il Cile e l’Ecuador.
Con un’estensione di oltre 8,5 milioni di km², è il quinto stato al mondo per superficie totale, copre il 47,3% del territorio sudamericano ed è il quinto paese più popoloso al mondo con i suoi oltre 200 milioni di abitanti. La lingua ufficiale è il portoghese. ll Brasile fino al 1500, anno della sua scoperta da parte di una spedizione portoghese guidata da Pedro Alvares Cabral, era abitato da indigeni. Dopo il trattato di Tordesillas divenne parte del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves, solo il 7 settembre 1822 ottenne l’indipendenza dal Portogallo.
Patria di autori e poeti famosi, se parlassi di tutti potrei continuare per almeno due anni. Così ho deciso che ti parlerò di uno degli autori più famosi Paulo Cohelo.
Sin da bambino ha una predisposizione per le arti e una sensibilità molto sviluppata. Iscritto alla Scuola Gesuita San Ferdinando, non ne sopporta le regole, soprattutto l’imposizione della preghiera, ed è proprio in questo periodo che scopre la sua vocazione letteraria, infatti il primo premio letterario lo vince tramite un concorso di poesia a scuola.
Il rifiuto per le regole e le imposizioni lo porta spesso in contrasto con i genitori, soprattuto la madre. Sono proprio loro, convinti che le sue ribellioni siano da imputare ad una malattia mentale, che lo fanno rinchiudere in un ospedale psichiatrico nel 1965-66. Nel 1967, durante un ulteriore ricovero, viene sottoposto ad elettroshock in quanto dichiara di volersi avvicinare al teatro, considerato all’epoca un luogo di perversione e immoralità.
Per assecondare i voleri del padre, studia per un breve periodo economia, ma nel 1970 abbandona e per i due anni seguenti si dedica alla scoperta del mondo.
Si sposa due volte e nel 1981, durante un viaggio in Olanda viene in contatto con un maestro spirituale che lui chiama “J”. L’incontro gli cambia la vita e lo riavvicina alla religione cristiana e, solo cinque anni dopo, nel 1986 intraprende il Cammino di Santiago per ritrovare se stesso.
Autore prolifico tra le sue opere più famose ti ricordo, Il cammino di Santiago, scritto dopo il suo viaggio e l’Alchimista. Di lui adoro le frasi profonde, una su tutte: “L’Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall’infelicità, dall’invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando vuoi davvero qualcosa, l’intero Universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni, per quanto sciocchi possano sembrare. Perché sono nostri e soltanto noi sappiamo quanto ci costa sognarli.”
Caro iCrewer, ti aspetto domani per un nuovo viaggio affascinante. Chissà dove ti porteremo?