Caro iCrewer, continuiamo insieme il nostro viaggio intorno al mondo, questa volta alla scoperta di un paese che sta tra la terra dei vampiri e la terra dei filosofi: la Bulgaria
Quando si pensa alla letteratura slava la prima cosa che viene in mente è il grande romanzo russo, in subordine la letteratura boema e in sub subordine quella polacca. Quasi a nessuno verrebbe in mente la letteratura bulgara, eppure la Bulgaria è la patria della letteratura slava per due motivi: la Bulgaria fu uno dei primi regni indipendenti di
Quindi, come è accaduto spesso in Europa, la prima letteratura nazionale è letteratura religiosa. D’altronde i chierici erano pressoché gli unici che sapessero leggere e scrivere e che avessero a disposizione una solida tradizione scritta. Il canone liturgico ha avuto un’estrema importanza nel vecchio mondo anche in seguito, quando si voleva far rinascere lingue ormai scomparse. Ci sono due casi di due lingue particolarmente illustri: il greco che, dopo la dominazione ottomana, era completamente scomparso dato che in Grecia si parlava un misto di dialetti turchi e albanesi. Quando la Grecia ottenne l’indipendenza e volle ripristinare l’originaria e prestigiosa lingua greca, non rimaneva che il linguaggio liturgico al quale riferirsi. Lo stesso accadde con la formazione dello stato di Israele; gli ebrei che occuparono la Palestina, dopo la II guerra mondiale, parlavano yiddish o ladino quindi, per resuscitare l’ebraico, ci si dovette riferire alla lingua liturgica che, invece, era rimasta quasi intatta. Questa prima fioritura delle letteratura bulgara ebbe breve vita perché, a causa dell’instabilità del regno, la Bulgaria fu inglobata dall’impero bizantino, che ignorò la letteratura slava a favore di quella greco-bizantina.
Per il ritorno di una lingua e una letteratura bulgara si dovette aspettare il risorgimento bulgaro, datato fra il XVIII ed il XIX secolo, ossia l’ultimo secolo di dominazione turca. La riscossa partì ancora da un religioso, Padre Paisij di Hilendar, celebrato come il primo “risvegliatore”, considerato colui che ha dato inizio alla storia della letteratura bulgara moderna. La sua Storia slavobulgara della nazione e dei re e dei santi bulgari e di tutti gli avvenimenti e fatti bulgari nacque con l’intento di dimostrare che la Bulgaria non era meno ricca di storia della Grecia, della Russia o della Serbia. La cosa interessante è come Paisij si procurò le fonti; consultò le genealogie greche e slave, trascritte dai monaci, una raccolta di stemmi dei popoli slavi, gli annali ecclesiastici e un unico libro, pubblicato in Italia, Il regno degli slavi hoggi corrottamente detti schiavoni di Mauro Orbini. Questo è il tono dell’opera: “Forse non ebbero i bulgari il loro regno e dominio? Per molti anni imperarono e furono celebrati su tutta la terra e molte volte riscossero tributi dai forti romani e dai saggi greci e di tutto il popolo slavo i bulgari furono i più gloriosi: per primi essi si dissero zar, per primi ebbero patriarchi, per primi si battezzarono…” e via dicendo. L’opera è scritta in un bulgaro che risente ancora molto della struttura slavo-ecclesiastica, ma è l’inizio della letteratura bulgara.
Una volta avviata, la letteratura bulgara dei secoli XIX e XX non differì molto da quella europea dominante e gli scrittori bulgari si accodano alle varie correnti letterarie. Fra la produzione letteraria spicca la poesia; da segnalare il poeta nietschiano Kiril Hristov e il poeta socialista Pejo Javorov. Anche durante il periodo caratterizzato dall’influenza politica dell’Unione Sovietica i maggiori scrittori furono poeti fortemente ispirati a Majakovskij.
In campo narrativo la Bulgaria presenta un’eccellenza, anche se atipica: bulgaro di nascita, ebreo sefardita di origini, apolide di nazionalità, tedesco di lingua, naturalizzato inglese. Questa anomalia della storia della letteratura bulgara, ma anche europea, è Elias Canetti. Il suo Auto da fé, che poi è l’unico romanzo che ha scritto, è uno degli assoluti capolavori della letteratura del ‘900 che sta tranquillamente alla pari de L’uomo senza qualità di Robert Musil o dell’Ulisse di James Joyce. Definire Elias Canetti uno scrittore bulgaro è senz’altro una forzatura; fatto sta che, cercando nell’albo dei Premi Nobel, nel 1981 troverete: Premio Nobel per la letteratura Elias Canetti (Bulgaria).