Oggi andiamo in Veneto: una regione di grande storia e tradizione artistica.
Come sempre la scopriamo attraverso i libri e iniziamo proprio con un autore bellunese: Dino Buzzati. Intellettuale del Novecento molto legato alla sua regione e alle sue tradizioni. Bàrnabo delle montagne, è il suo primo romanzo, pubblicato nel 1933, che affronta il tema della montagna, con il suo silenzio e la sua atmosfera magica. Bàrnabo, il protagonista, è un giovane guardaboschi che combatte i briganti per tornare a vivere in pace tra le sue vette.,
Nella solitudine delle foreste e dei ghiacciai alpini si svolge l’avventura esistenziale della giovane guardia forestale Barnabo, custode, insieme ad alcuni compagni, di una polveriera in alta montagna.
In seguito all’attacco di alcuni banditi la polveriera viene espugnata e il comandante delle guardie ucciso. Barnabo, che aveva abbandonato il posto di guardia, viene radiato dal corpo e costretto ad abbandonare la montagna per andare a lavorare in pianura. Ma il giovane continua a sognare le vette e il suo riscatto.
Continuiamo, sempre in arrivo dal Veneto, Effetto domino di Romolo Bugaro. Ambientato a Padova, è una storia sul potere e il denaro. L’autore è nato nel 1962 a Padova. Ha studiato Giurisprudenza e Scienze politiche.
È avvocato e la sua professione ha grande incidenza nella sua scrittura soprattutto per la possibilità di vedere la realtà da un’angolazione che gli consente di coglierne alcuni aspetti che, come scrittore, ama approfondire. Come nel caso di questo libro dove ritrae le ascese e i fallimenti di uomini abituati a esprimersi solo attraverso il denaro.
Un grande progetto immobiliare, la costruzione di un gruppo di torri destinate a ospitare appartamenti di lusso nel cuore della campagna del Nord-Est, si blocca all’improvviso per colpa del ritiro di una delle banche finanziatrici. È l’inizio di una catastrofe che travolge imprenditori e operai, grandi aziende e piccoli fornitori.
Nella lotta selvaggia per salvare se stessi e i propri soldi, i protagonisti di questo romanzo mostrano il loro volto più vero: il cinismo, la forza di volontà, la sottile vena autodistruttiva. Qualche volta anche la generosità.
Stabat Mater è invece il romanzo di Tiziano Scarpa ambientato all’inizio del XVIII secolo a Venezia, nel Pio Ospedale della Pietà dove vengono accolte le orfane o le bambine abbandonate. Tiziano Scarpa ha fatto della città meravigliosa, appoggiata sulla laguna, uno sfondo costante dei propri racconti,
È notte, l’orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta.
Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l’ha abbandonata. La musica per lei è un’abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Così passa la vita all’Ospedale della Pietà di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell’arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli.
Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Il suo nome è Antonio Vivaldi.
Come sempre ti auguro una buona lettura!
E ti aspetto la prossima settimana con un articolo dedicato ad un’altra bella e interessante regione italiana.