Caro Lettore, quante volte l’amore per i libri ci
Possiamo dire che l’Italia abbia avuto un ruolo importante nella sorte di questo paese: fu proprio Cristoforo Colombo a scoprire il Venezuela nel 1498. Inoltre, furono il portoghese Alfonso de Ojeda e l’italiano Amerigo Vespucci a darle questo nome: durante le loro esplorazioni scorsero una serie di villaggi indigeni su palafitta, un’immagine che ricordò loro Venezia, e da qui il nome Venezuela, piccola Venezia.
Per quanto riguarda la cultura e la società, il Venezuela ha forme e origini che hanno molto in comune con tutto il resto del Sudamerica. La componente spagnola dei conquistatori e colonizzatori e quella degli africani, con la loro storia di schiavitù, si sovrappone alla componente culturale dei nativi, dando vita a un melting pot, un sincretismo culturale. Parlare di una letteratura affermata e con tratti caratteristici che ben la definiscono può essere complicato, in quanto si tratta di una letteratura relativamente giovane, i cui autori sono riusciti ad affermarsi nel mondo latino-americano ma non a un livello globale, come altri autori del Sudamerica. Quella venezuelana è una letteratura che molto ancora deve dire e che si è dovuta sempre confrontare con il contesto socio-politico in cui è calata e dal quale scaturiscono tematiche ricorrenti, quali quella dell’oppressione, di una ricerca di libertà e delle proprie radici. D’altronde, come ben sappiamo da notiziari, libri di storia e articoli di giornale, la storia del Venezuela è sempre stata segnata da povertà e oppressione e ancora oggi soffre di una situazione politica piuttosto complessa.
Figure di spicco per la letteratura locale furono Rómulo Gallegos, Miguel Otero Silva e Arturo Us