Oggi atterriamo in Turkmenistan, uno stato che si trova nell’Asia centrale e che dopo il Kazakistan è la seconda potenza economica di questa vasta zona asiatica. In questo stato infatti ci sono vasti giacimenti ricchi di gas naturale e il vero punto di forza è la coltivazione del cotone.
La storia del Turkmenistan fonda le sua radici in epoche antichissime, si pensa che i primi insediamenti siano avvenuti tra il 7000 e il 5000 avanti Cristo, quando dai monti Altai sono scesi in queste terre i popoli che in italiano conosciamo come Turcomanni. Per tutta la sua storia questo paese è stato conquistato da popoli di diverse etnie: i persiani, i macedoni, persino Carlo Magno ha conquistato il Turkmenistan nel IV secolo a.C, ed è per questo che la cultura, la lingua e le tradizioni risentono inevitabilmente dell’influenza di tutti i popoli che sono passati in questa regione.
La lingua ufficiale è il turkmeno, anche se buona parte della popolazione parla perfettamente il russo, che pur non essendo ufficialmente riconosciuta, è la seconda lingua del paese. Questo è dovuto alla vicinanza con la regione sovietica e al fatto che fino al 1991 (data del crollo dell’URSS) il Turkmenistan era uno degli stati dell’Impero Sovietico e che solo dopo la caduta di “quell’impero” sia riuscito ad ottenere la sua indipendenza.
Vista questa storia così travagliata e visti i vari paesi che nel corso degli anni lo hanno conquistato, anche la letteratura risente delle influenze legate alla storia. Si ha traccia di autori Turkmeni fin dal Medioevo, quando le lingue utilizzate per la scrittura erano il persiano e il turco Ottomano. Nel corso degli anni, si sono poi avvicendati scritti in lingua araba, cirillica, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui si scrive solo con l’alfabeto latino, nonostante qualche piccola modifica sulla tradizione.
Lo scrittore più popolare della storia di questo stato è Magtymguly Pyragy, poeta e filosofo vissuto tra il 1724 e il 1807. E’ stato leader spirituale per tutto il popolo, guidando e inneggiando attraverso i suoi versi alla libertà e all’indipendenza del Turkmenistan dall’oppressione dei popoli vicini, che come detto per secoli e secoli hanno imperversato in questa regione. Nei suoi scritti si leggono la sofferenza della gente comune, il dolore e la ribellione verso il potere che schiacciava la libertà e la denuncia verso figure religiose e politiche di rilievo che sfruttavano la condizione di povertà molto diffusa in quei tempi.
Proprio questo impegno sociale, questo mettere la sua arte al servizio del popolo e del suo paese che lo ha fatto diventare una sorta di divinità, ogni anno infatti il 18 Maggio, data del suo compleanno, in Turkmenistan è festa nazionale. Una festa che si celebra su due giorni: la festa del Giorno della Rinascita, dell’unità e della Poesia di Magtymguly.
Trovo sia bellissimo, che una festa nazionale sia legata al nome di un poeta, e trovo anche che sia davvero curiosa la storia di questa nazione che per secoli e secoli ha subito conquiste eppure, nonostante ciò, è riuscita a mantenere intatta la sua tradizione letteraria.