La Transnistria una Repubblica resa celebre da un romanzo
È un posto che esiste pur non essendo riconosciuto da nessuno (…) dove – sotto certi aspetti – il tempo sembra essersi fermato e sui cui tanto si è favoleggiato, spesso a sproposito.
Questo è quanto scrive Sergio Paini, giornalista Rai corrispondente dalla Russia nella prefazione del libro Il Futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria.
Caro iCrewer ti starai chiedendo quale sia il motivo per cui ho iniziato quest’articolo con la citazione di Sergio Paini, con un libro scritto da tre autori nostrani e che molto assomiglia a una guida turistica, anche se fin da ora ti confesso che sarebbe molto riduttivo considerare Il Futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria una semplice guida turistica; ma affrontiamo una questione per volta ed è ora che io ti spieghi cosa custodisce di significativo questa citazione.
Transnistria uno stato inesistente
Devi sapere che la Transnistria è un paese che nella realtà non esiste, infatti se legalmente rientra nella Moldavia, di fatto è una Repubblica Indipendente, che tuttavia non è riconosciuta dalla comunità internazionale dell’ONU e nonostante ciò è governata da un’amministrazione autonoma con sede nella città di Tiraspol’, l’attuale capitale.
Un bel disastro, non c’è che dire!
Se ripercorriamo la sua storia e ci soffermiamo ad analizzare gli anni 90 del ‘900 possiamo notare una serie di catastrofici eventi che hanno coinvolto la sua popolazione.
Tutto è iniziato nel 1990 quando la Transnistria chiese l’indipendenza. La Moldavia, nonostante avesse sempre avuto poca influenza sulla Transnistria, non accettò la sua richiesta d’indipendenza e con un proprio esercito nel 1º marzo 1992 iniziò una guerra i cui dettagli ti risparmio, ma che come puoi ben immaginare portò a numerose perdite e in cui l’evento più cruento è ricordato come massacro di Bendery, del giugno 1992.
Tutto questo a cosa ha portato?
Attualmente la Transnistria è uno stato che è rimasto isolato dopo la Guerra Fredda, ha rifiutato sia l’annessione alla Romania sia il nazionalismo moldavo; la popolazione della Transnistria composta da Russi, Ucraini, Moldavi, avrebbe voluto rimanesse un territorio russo e quindi entrare nella, da poco nata, Federazione Russa, così si è autoproclamata indipendente nel settembre 1990, ma la situazione di fatto è che il territorio è sotto tutela russa e rivendicato dalla Moldavia, quindi ad oggi la situazione politica è irrisolta.
Direi di lasciarci la storia alle spalle e proseguire con la risposta alla domanda: Ma dove si trova la Transnistria?
È presto detto, come spesso dico ai miei alunni: i nomi sono densi di significato e infatti Transnistria deriva da Nistro il nome latinizzato del fiume Dnestr. È appunto qui che questo stato risiede, la Transnistria è posta sulla sponda orientale del fiume.
Come inoltre puoi notare nell’immagine qui accanto a Est è affiancata dall’Ucraina e a Ovest confina con la Moldavia.
Prima di passare a parlarti dei libri che ho scelto di analizzare ti cito solo qualche monumento da visitare: il Soviet Supremo, ovvero il Parlamento davanti al quale svetta la statua di Lenin, e molto interessante è il Museo di Storia Locale.
Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria
Considerando che ho usato un suo estratto in apertura dell’articolo mi sembra giusto citarti Il Futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria; come ti dicevo non è scritto da autori autoctoni bensì da tre ragazzi: Martina Napolitano, Marco Carlone e Simone Benazzo che in seguito a un viaggio effettuato proprio a Transnistria nel 2017, con la firma di Volna mare hanno creato un testo di 155 pagine.
Ti riporto la sua sinossi
Per le vacanze di agosto del 2017, i tre viaggiatori del collettivo Volna mare hanno scelto di andare in auto in Transnistria attraversando Ungheria, Romania e Moldavia. Da questa incursione nel post-socialismo sono scaturiti articoli per varie testate e il Goodbye, Lenin Tour. Dai sedili sgualciti di un vecchio taxi ai bar impregnati di nostalgia e umidità, attraversando le vie della capitale Tiraspol, dove si alternano busti di Lenin e luci al neon, Martina, Simone e Marco ripercorrono in questo libro il viaggio in una repubblica separatista che quasi non esiste.
La Transnistria diventa un personaggio capace di raccontarsi attraverso i suoi abitanti, i suoi luoghi, i suoi monumenti, scardinando una narrazione finora fatta per stereotipi. Incontro dopo incontro, storia dopo storia, l’immagine museale e deformata di questo Paese si trasforma nel mosaico complesso di uno Stato plurinazionale e plurilingue, e i luoghi comuni si sgretolano: La Transnistria è molto più che «l’ultimo Stato che deve ancora accettare la fine del socialismo», «il Laboratorio delle terre di nessuno», «la striscia di Gaza dell’Europa Orientale».
Questo romanzo composto da 5 sezioni, 22 capitoli e la Prefazione di Sergio Paini è stato pubblicato da Dots; in esso emerge non solo la fase del viaggio compiuto dai tre autori e quindi quanto hanno visitato durante la loro vacanza, ma aggiunge alla loro esperienza anche dei racconti ad essa inerenti, pertanto non rappresenta una vera e propria guida turistica, ma un testo che consente anche a noi di apprendere di più da questa terra che ancora non è riconosciuta.
Successivamente a Il Futuro dopo Lenin.Viaggio in Transnistria vado a presentarti un romanzo che invece ha reso celebre questa terra e che è diventato un film, sto parlando di Educazione Siberiana di Nicolai Lilin.
Educazione Siberiana
Si tratta del primo romanzo dello scrittore Nicolai Lilin, datato 2009 e pubblicato in Italia da Enaudi nel 2010.
Questa la sua sinossi
Nicolai, autore e protagonista di questo libro, ha vissuto per molti anni a Tighina e racconta la sua infanzia, adolescenza e maturità nella presunta comunità criminale di origine siberiana (chiamati Urka) stanziata in Transnistria, dopo la deportazione ad opera del regime di Stalin.
La Transnistria è nello specifico una regione dell’ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava (oggi Moldavia) autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma non riconosciuta da nessuno Stato. La comunità di cui fa parte è regolata da leggi interne non scritte ma rigidamente osservate pena l’espulsione dalla comunità stessa. Esistono i divieti assoluti di stupro e strozzinaggio; lo spaccio di stupefacenti, i furti e le rapine sono consentiti se compiuti nei confronti dello stato e dei ricchi; l’omicidio è autorizzato se “legittimato” da una giusta causa. L’omosessualità attiva e passiva in carcere è proibita. Lilin descrive inoltre la complessa simbologia dei tatuaggi siberiani. I membri della comunità siberiana si autodefiniscono “criminali onesti” e sono molto temuti in tutta la Russia, rivaleggiando con gli appartenenti a “Seme nero”, organizzazione criminale potente e capillare ma considerata moralmente inferiore dagli Urka perché hanno ormai infranto qualsiasi regola e tabù e si sono livellati con le mafie del resto del mondo. Lilin descrive ancora che in aggiunta a queste due egemoni operano i loro traffici altre mafie etniche, come quella ucraina, quella ebraica e quella georgiana.
Educazione Siberiana ha avuto un grande successo, è stato tradotto in molteplici lingue e ha fatto il giro del mondo, tuttavia per volontà del suo autore non è mai stato tradotto in russo. Grazie alla fama avuta da Educazione Siberiana, Nicolai Lilin ha guadagnato non solo gli elogi di Roberto Saviano, ma è stato anche invitato in numerose trasmissioni e talk show tra cui: L’Era Glaciale, Chiambretti Night, Barbareschi Sciock e Maurizio Costanzo Talk.
Ti ricordo anche che nel 2013 Educazione Siberiana è uscito nelle sale cinematografiche italiane. La trasposizione cinematografica è stata realizzata da Cattleya e Universal Pictures.
Andiamo a scoprire qualcosa in più sul suo autore
Nicolai Lilin
Nicolai Lilin è uno scrittore moldavo, di origine russa e con cittadinanza Italiana; in realtà Nicolai Lilin è lo pseudonimo di Nikolaj Verzhbitskiy scelto in onore alla madre: Lilia.
L’autore è nato Bender, nel 1980 e sostiene di provenire da una famiglia di tradizioni e origini siberiane.
Anche se si sa molto di questo scrittore, visto che egli stesso afferma che i suoi romanzi sono d’ispirazione autobiografica, l’attendibilità dei suoi scritti è stata messa in dubbio da esperti e studiosi, tra i quali: l’antropologo americano Michael Bobick e lo storico russo Pavel Polian.
Nei suoi romanzi, in particolare in Educazione Siberiana, l’autore parla molto di sè e racconta che i suoi antenati discenderebbero da una importante famiglia siberiana composta da esploratori, fuorilegge, cacciatori e mercanti, con variegate origini: russe, polacche, ebree e tedesche che dopo la rivoluzione comunista, 1917, sarebbe stata uccisa dai militari dell’armata rossa con l’accusa di brigantaggio e per fuggire dalle persecuzioni, il resto della famiglia, si sarebbe trasferito nell’attuale Transnistria.
Lilin ha anche dichiarato di aver combattuto durante la guerra civile avvenuta nel 1992 tra la Moldavia e la Transnistria, all’epoca lo scrittore aveva solo 12 anni.
Ti saluto caro iCrewer e al prossimo stato…