Caro iCrewer, oggi per la rubrica Libri da… ti parlo della Repubblica Dominicana e della figura iconica di Salomé Ureña.
La Repubblica Dominicana è una democrazia rappresentativa situata nei due terzi orientali dell’isola caraibica di Hispaniola, nelle Grandi Antille. Nasce come colonia spagnola, all’arrivo di Cristoforo Colombo proprio il 5 dicembre 1492, che vi lasciò un insediamento di 39 marinai chiamato La Navidad. L’anno dopo, trovandolo distrutto, lasciò un secondo insediamento che viene considerato il primo europeo nelle Americhe. L’isola divenne, a tutti gli effetti, una colonia spagnola.
Dei primi anni di dominazione spagnola si ricorda lo schema delle fattorie, le cosiddette haciendas, che consisteva nello sfruttamento del lavoro retribuito degli spagnoli, un regime di schiavitù per le popolazioni native, la vendita degli stessi in Spagna e l’imposizione di un tributo in polvere d’oro e cotone. I modi con cui vennero trattati gli indigeni, considerati ricompense per la conquista, provocarono un crollo della loro condizione fisica e della speranza di vita, facendoli arrivare a suicidarsi in massa e ad abortire per fuggire dalla schiavitù. La scarsa manodopera indigena e la concentrazione della stessa in poche famiglie aristocratiche fece sì che i coloni spagnoli emigrassero presso altre terre. Solo con l’introduzione della lavorazione intensiva della canna da zucchero la popolazione incominciò a crescere, e con essa iniziò anche la tratta degli schiavi neri dall’Africa.
L’indipendenza contrastata
Nel 1791 una ribellione di schiavi segnò l’indipendenza della colonia francese di Haiti dalla madrepatria. La prima misura adottata fu l’abolizione della schiavitù. Nel 1801 Napoleone inviò una gigantesca spedizione per la riconquista del territorio, ma tre anni più tardi Haiti dichiarò nuovamente indipendenza. Dopo un breve ritorno sotto il dominio spagnolo e un’indipendenza di facciata, nel 1822 la Repubblica Dominicana venne invasa da Haiti. Fino al 1844 si registrò l’abolizione della schiavitù, una riforma agraria e la redistribuzione delle terre, l’istituzione dell’educazione obbligatoria, laica e gratuita e un forte scontro con la Chiesa cattolica. Nello stesso anno un movimento di sollevazione popolare guidato da Juan Pablo Duarte portò all’indipendenza della Repubblica Dominicana, sancita da un manifesto che parlava di uguaglianza degli uomini.
Il territorio è stato, nel corso degli anni, più volte occupato militarmente dagli Stati Uniti, sotto lo scacco di dittatori, tra cui Rafael Leonidas Trujillo. Negli anni Sessanta ci furono le prime elezioni libere, vinte da Juan Bosch Gavino, fondatore del Partido Revolucionario Dominicano.
Salomé Ureña
Iniziò a pubblicare i suoi primi lavori a 17 anni e divenne presto famosa per la spontaneità e la delicatezza dei suoi scritti. La sua poesia si tramutò in componimenti tragici e tristi, tra cui si ricorda En horas de angustia e venne caratterizzata da un tocco patriottico come in La Patria o Ruinas.
” Sin brillo la mirada,
bañado el rostro en palidez de muerte,
casi extinta la vida, casi inerte,
te miró con pavor el alma mía
cuando a otros brazos entregué, aterrada,
tu cuerpo que la fiebre consumía.”
(tratto da En Horas De Angustia )
Nelle sue poesie troviamo anche temi personali, come in Mi Pedro dedicata a suo figlio, La llegada del invierno e il libro Steven, dove parla del suo paese, della sua famiglia e dell’isola in cui è nata e cresciuta.
A trent’anni sposò Francisco Henriquez y Carvajal, lui stesso scrittore e figura importante in politica. La coppia ebbe quattro figli: Francisco, Pedro, Max e Camila. Tutti e quattro divennero figure di rilievo nella società dominicana. Salomé morì il 6 marzo 1897 a causa delle complicanze della tubercolosi. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse raccolte.
L’impegno per l’educazione femminile
Nel 1881 Salomé, con l’aiuto del marito, aprì il primo centro di istruzione superiore per le giovani donne in Repubblica Dominicana, l’Istituto de Senoritas. Nel giro di cinque anni si diplomarono le prime sei insegnanti donne: Mercedes Laura Aguiar, Leonor M.Feltz, Altagracia Henriquez Perdomo, Luisa Ozema Pellerano, Catalina Pou e Ana Josefa Puello.