Ciao iCrewer! Sai, adoro la nostra rubrica Libri da… perché permette non solo di raccontare sempre qualcosa di nuovo ma, nel mio caso, anche di colmare le lacune geografiche (che, ahimè, sono ampiamente presenti). Quello di cui ti parlo oggi è uno Stato nuovo, la cui origine si può ancora collocare nella storia recente. Sto parlando della Repubblica Ceca.
Qualche data
E’ nata, infatti, nel 1993, dalla scissione dell’allora Repubblica Ceca e Slovacca, derivante a sua volta dalla Cecoslovacchia. Posizionata nell’Europa centrale, le tre regioni da cui è formata – Boemia, Moravia e Slesia – non hanno alcuno sbocco sul mare.
Non so come la pensi tu, ma mi incuriosisce sempre la motivazione alla base della scelta dei colori di una bandiera e, visto che ho trovato informazioni al riguardo, voglio condividerle con te: il bianco e il rosso si rifanno allo stemma boemo (un leone argentato in campo rosso); questi due colori, in aggiunta al blu, si ritrovano anche nello stemma di Moravia (un’aquila a scacchi bianchi e rossi su sfondo blu). Si tratta della medesima bandiera che contrassegnava la Cecoslovacchia nella sua interezza.
Alois Nebel: la storia recente della Repubblica Ceca in una graphic novel
Tornando al nostro scopo primario, i libri e la letteratura, ho deciso di presentarti una graphic novel: Alois Nebel, di Jaroslav Rudiš e Jaromír Švejdík (Jaromír 99).
Si tratta di un’opera che narra la storia di Alois Nebel, uomo di etnia ceca che nel 1989 – anno di svolgimento dell’azione – è capo stazione nell’anonima fermata di Bílý potok, nella regione dei Sudeti, ai piedi dell’omonima catena montuosa che divide la Repubblica Ceca dalla Germania, il cui hobby principale è leggere i piani di viaggio ferroviari.
Indispensabile è tenere a mente la collocazione geografica della zona, soprattutto alla luce degli avvenimenti della Seconda guerra mondiale. Questo lembo di terra, infatti, nel 1938 ottenne il permesso di entrare a far parte del Terzo Reich, dando inizio all’esodo della popolazione cecoslovacca verso altre zone del Paese. Tuttavia, a guerra finita, si ripresentò il problema inverso: l’espulsione dalla Cecoslovacchia di tutti coloro che vennero definiti come tedeschi o filo-tedeschi. La deportazione avvenne in modo tristemente noto: trasporto via treno, obbligo di indossare stemmi di riconoscimento, permanenza in campi di transito.
Alois, allora bambino, assiste ad alcuni di questi trasferimenti. Anche per questo il treno è un filo conduttore nei suoi pensieri, oltre che nella trama della graphic novel. Attraverso gli occhi del protagonista viviamo una realtà credo a noi poco nota; vediamo come riesce a giungere a patti con un passato ingombrante, pensante.
Più che una sola graphic novel, è più corretto parlare di serie, in quanto i volumi che la compongono sono tre: Bílý potok (2003), che narra il soggiorno di Alois nel sanatorio locale; Hlavní nádraží (2004), in cui il protagonista intraprende un viaggio fino a Praga; Zlaté Hory (2005), in cui la vicenda giunge ad una sua conclusione.
L’opera, nata per caso in un locale della capitale, prende spunto dal vissuto del nonno di uno degli autori, Jaroslav Rudiš, ferroviere in una stazione montana. In questo modo la storia racchiude in sé tratti reali e veramente esistenti, come il sanatorio e alcuni dei personaggi inseriti.
Alois Nebel non vive solo su carta: sono stati, infatti, realizzati un adattamento teatrale e un film (prodotto tramite la tecnica del rotoscopio, che consiste nel ricalcare su una lastra di ferro traslucida ogni immagine del film su pellicola).
Purtroppo, Alois Nebel non è ancora stato tradotto in italiano, ma si può trovare in tedesco, polacco, francese e, ovviamente, ceco.
Grazie mille per la recenzione. Vorrei segnalare che la traduzione in italiano di Alois Nebel è uscita quest’anno (pubblicata da Modern Times edizioni).
Sono contenta che l’articolo le sia piaciuto e grazie mille per la comunicazione!