Sono molto contento, caro iCrewer, di poter scrivere questo articolo dedicato alla Liguria. Il pretesto è sempre quello, segnalare e consigliare alcune letture che gravitano intorno a un dato argomento, ma il piacere, questa volta, sta tutto nel poter condividere il mio appezzamento per questa regione.
Dunque prima di parlare dei libri dalla Liguria, ti racconto un po’ il mio rapporto con questa terra.
Liguria: da Levante a Ponente senza mai lasciare il mare
Per noi brianzoli, e più in generale, per noi lombardi del perimetro milanese, la Liguria ha sempre rappresentato il primo mare disponibile. Fin da ragazzino, sentivo i più grandi parlare di domeniche passate al mare nelle immediate vicinanze di Genova, perché era quello, un tragitto che si poteva fare in giornata.
A dire il vero, con la mia famiglia, non abbiamo mai frequentato le spiagge liguri; per tanti anni abbiamo sempre prediletto la Romagna, e, solo quando sono diventato autonomo, ho iniziato a scoprire questa regione che si è rivelata davvero una bellissima sorpresa.
La mia prima volta in Liguria è stata proprio una domenica a Varazze. Gita estiva con tanto di bagno, sole e trofie al pesto con fagiolini e patate. La sagra dell’ovvio, è vero, ma come potevo non toccare con mano quel tripudio di bontà di cui tanto avevo sentito parlare?
Pian piano, poi, nel corso degli anni, ho dedicato spesso alcuni giorni di vacanza alla Liguria, principalmente alla riviera di Levante, ovvero quella parte di territorio che da Genova si spinge fino alla Toscana. Posti meravigliosi che ci invidia tutto il mondo, che sono meta ogni anno di tantissimi turisti. Per qualche anno, ho passato una settimana di base a Levanto, usando la piccola e suggestiva cittadina come punto di partenza per continui spostamenti giornalieri: Le cinque terre, La Spezia, Porto Venere, Sestri Levante, Recco, Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure.
I due ricordi più vivi che ho di quelle vacanze, datate ormai più di un decennio fa, sono la grande presenza di americani e il servizio di trasporti perfetto ed efficiente. Con il treno si raggiungono tutte le destinazioni desiderate senza nessuna fatica.
Le cinque terre, ovvero Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, sono degli antichi villaggi di pescatori di cui è impossibile non innamorarsi. Se chiudo gli occhi ho ancora davanti a me le immagini che fondono il mare e il paesaggio con la caratteristica tipologia di abitazioni colorate. Questo lembo di Liguria è davvero un gioiello prezioso che tutto il mondo decanta.
Sensazione di stupore e di bellezza che ho provato anche la prima volta che ho messo piede nella piazza di Camogli, dove, tra parentesi, ho assaggiato la focaccia di Recco toccando il cielo con un dito. Stesse sensazioni a Portofino, affascinato dall’ambiente e dalla strada litoranea per arrivarci. E poi Porto Venere, una vera perla quasi al confine con la Toscana, meta di grandi autori del passato; basti pensare che c’è una grotta proprio intitolata a Lord Byron, poeta britannico che visse qui per molto tempo. Non per nulla si parla proprio di Golfo dei Poeti.
E la riviera di Ponente?
Beh, questa altra parte di Liguria, che usando Genova come fulcro, sta al lato opposto, l’ho scoperta solo negli ultimi anni. E’ da quando ho conosciuto mia moglie che ho iniziato a frequentare, nel mese di agosto, Spotorno, piccola stazione balneare. Di sicuro da questa parte di Liguria si vivono vacanze differenti rispetto al ponente: qui si fa proprio la vita da spiaggia. In un certo senso questa parte di riviera somiglia alla Romagna.
Uno dei posti che preferisco è Noli. Tra le sue mura, nel borgo, è custodita tutta la storia di una cittadina che è stata una delle più importanti potenze marinare. E poi Alassio con il famosissimo Muretto, Celle Ligure, Savona, Pietra Ligure, Diano Marina, le grotte di Toirano nell’immediato entroterra, Imperia, Ventimiglia e Sanremo. Tutti luoghi che ho visitato e tutte mete in cui mi sono trovato molto bene.
Al di là del Festival, la città dei fiori è proprio un gran bel luogo di villeggiatura per passare un weekend. Un bel centro ricco di negozi, tanti ristorantini e locali, un lungomare infinito e ampio, e l’aria frizzante che solo in un luogo di mare, e chissà forse anche di confine, si può respirare. Mi sono più volte ripromesso di andarci in un periodo lontano dal caos dei giorni del Festival, ma non ci sono ancora riuscito.
Ma se devo consigliarti un posto da vedere, caro iCrewer, e poi chiudo passando al libro, non ho dubbi e faccio il nome di Varigotti. Un piccolo rione di Finale Ligure che non arriva a ottocento abitanti e che profuma di magia, che incanta. Consiglio di arrivarci lasciandosi alle spalle la strada statale e infilandosi, a piedi, nelle strette vie che portano alla spiaggia. Si viene come rapiti dai colori delle case e, man mano che si scende, si sente il mare che chiama pronto a distribuire abbracci.
Una volta raggiunta la battigia, ti invito a salire sul molo e a dare le spalle all’infinito: voltati! Qui si celebra uno dei rari casi in cui vale la pena di dare le spalle al mare. Il colpo d’occhio è straordinario, sembra un quadro. La sensazione è che le case siano state pitturate con i pastelli. Bellissimo.
Senza dimenticare che a tratti, si incontra un mare splendido, per nessun motivo inferiore a tanti specchi d’acqua più celbrati.
Ma la Liguria è anche montagna e io, anche se sotto questo punto di vista non l’ho mai frequentata, posso dire di essere stato a fare un weekend sul Passo del Brallo, un valico dell’appennino al confine con la Lombardia. Non ho grandi ricordi, se non neve da ogni parte e buon vino 🙂 (capisc’a me)
Libri dalla Liguria: cosa leggiamo?
Quindi, dopo tutta questa condivisione da travel blogger, quale sarà la mia proposta di lettura?
La Liguria è terra prolifera di autori, anche se forse è più nota per la scuola del cantautorato genovese: vedi Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Luigi Tenco e tanti altri. Ma, visto che questa rubrica è ciclica e che quindi ci sarà altro modo per parlare di Liguria e di autori liguri, ho deciso di suggerirti un romanzo non scritto da un autore del posto, ma bensì, ambientato in Liguria.
Caso vuole che pochi giorni fa abbia visto Chiamami col tuo nome, il film di Luca Guadagnino uscito nel 2017 e tratto dall’omonimo romanzo scritto da André Aciman ed edito da Guanda nel 2008 per la prima volta.
Chiamami col tuo nome racconta la storia di Elio e Oliver, due giovani ragazzi che si conoscono durante l’estate del 1987, in un casale della riviera ligure. Tra i due si innesca una forte amicizia che sfocia in amore e, a tratti, in ossessione.
Qui la sinossi:
Vent’anni fa, un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno “l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura”: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato.
Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.
Chiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che “questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta”.
Il film, che invece è ambientato nella pianura cremonese, è stato molto ben accolto e ha vinto anche un Premio Oscar quale migliore sceneggiatura non originale nel 2018.
Lo scorso anno André Aciman ha pubblicato, in Italia sempre con Guanda, Cercami, il seguito della storia.
Il viaggio nella Liguria finisce qui, alla prossima, amico lettore.