Dal caldo dei paesi che ho attraversato con il mio “aereo personale”, i libri, sono giunta in una terra all’apparenza selvaggia, con lunghissime spiagge dorate e drammatiche scogliere a picco sul mare; mentre nell’entroterra il paesaggio è dominato dal colore verde, figurati che assume ben 70 tonalità diverse di colore.
Hai intuito di chi voglio parlarti oggi? Ti do un altro indizio, ha adottato il verde come colore nazionale, ed è denominata anche Isola dello Smeraldo. Sì, caro iCrewer, ecco a te la famosa
Irlanda (Repubblica d’Irlanda)
L’isola è situata nell’Europa Nord Occidentale ad ovest della Gran Bretagna, ed è tagliata in due dal fiume Shannon, il più lungo fiume irlandese, gli altri due altrettanto importanti sono il River Foyle e il Liffey che attraversa Dublino, la capitale.
Ho avuto l’opportunità di visitare questa terra sbalorditiva, con una storia non datata con precisione. Esistono reperti archeologici che ci raccontano che era abitata da popolazioni del neolitico, che hanno lasciato patrimoni megalitici di straordinario valore, come Newgrange,
E’ stato piacevole intrattenermi con questo popolo, discendenti dei Celti, quelli che oggi vengono chiamati Galeici, che fino a poco tempo fa era dedito esclusivamente alla pastorizia, ammirare le abitazioni che si incontrano costruite con pietre incastrate e i tetti di paglia, con i loro muretti in pietra secca e i verdi pascoli che le circondano; questo popolo è orgoglioso di appartenere a questa terra così ricca di leggende e miti, che si rese indipendente in base alla Costituzione entrata in vigore nel 1937, modificata nel 1949, rendendosi una Repubblica unitaria.
E ci sarebbe ancora tanto da dire perché gli argomenti sono ricchi e complessi.
Per il popolo irlandese l’indipendenza culturale rispetto a quella politica non è mai stata messa in discussione, ricca di tradizioni antiche e fiorenti. Simboli presenti nella musica celtica associati ai balli popolari che scandivano la vita agricola e la mitologia della natura, che vuole la verde Irlanda popolata di Leprechauff, piccoli folletti dispettosi la cui indole testimonia lo spirito gioviale degli abitanti, in antitesi rispetto alla proverbiale compostezza inglese, ma anche di fate, gnomi, e altre creature fantastiche che “vanno in aiuto” di chi ha bisogno. Sapessi come li ho cercati! Ma non mi è stata data questa opportunità, ed allora li ho cercati nei libri.
Infatti per essere una piccola isola, il contributo reso dall’Irlanda alla letteratura mondiale è sorprendente. Ha regalato ai lettori di ogni tempo grandi scrittori e poeti in grado di lasciare il segno con opere bellissime ed indimenticabili, divenute addirittura immortali, da James Joyce a Oscar Wllde, da Yeats a Jonathan Swift, da Heaney a Binchy. Una eredità preziosa perché visibile in tutta l’isola, impressa sui libri con descrizioni di paesaggi, strade ed anche dei pub tradizionali.
Le Mourne Mountains hanno fornito a C. S. Lewis l’ispirazione per creare Narnia, bere una birra nello stesso pub del poeta W. B. Yeats e dell’autore di Dracula Bram Stoker, seguire le orme di Joyce a Dublino, rivivere Uccelli di rovo visitando Drogheda; sì in tutta l’isola si celano storie e retroscena straordinari.
Scriveva Yeats “Pensa da uomo saggio ma comunica nel linguaggio del popolo”
Jonathan Swift il misantropo per eccellenza, che odia il genere umano è colui che ha dato alla luce la fiaba I viaggi di Gulliver, metafora della società del tempo, della classe politica, della corte reale e Lilliput è in realtà l’Inghilterra. E che dire di una pietra miliare della letteratura, Dracula, frutto dell’infanzia difficile vissuta da Bram Stoker quando era un bambino sempre ammalato, costretto a letto, che si creò una realtà parallela fatta di mostri e creature terrificanti.
Per non parlare di James Joyce, scrittore, poeta e drammaturgo, un eroe del quotidiano; o l’eccentrico, stravagante e raffinato Oscar Wilde che ci ha regalato Il ritratto di Dorian Gray, o l’importanza di chiamarsi Ernesto.
E la lista è ancora lunga, pertanto lo spazio per questi grandissimi della letteratura, presenti anche Premi Nobel, troveranno maggiore evidenza con altri articoli.
Qui, oggi, voglio parlarti di scrittori/scrittrici di gialli. Perché la narrazione è parte integrante della popolazione irlandese e la terra d’Irlanda ben si presta.
Ho scelto tre nomi:
Mary Higgins Clark
Nasce a NewYork da genitori irlandesi. Le piace scrivere, e viene incoraggiata anche dai suoi docenti ma quando tenta con il suo primo racconto Tre confessioni, questo viene respinto e lei, che sperava di trarne dei profitti per aiutare la famiglia che non se la passava molto bene, si vede costretta a trovare un lavoro. Ma la voglia scrivere è più forte e ricomincia a farlo, questa volta con successo. I diritti sui suoi libri cominciano a dare i frutti sperati. Nel 2000 vince il Mystery Writers of America, nel 2010 vince il Premio Agatha alla carriera.
Dalla nutrita biblioteca della Clark ho estrapolato
Mentre il tempo brucia edito da Sperling & Kupfer
La sinossi
“La giornalista Delaney Wright sta per diventare una vera e propria star, perché è lei a occuparsi del processo più discusso del momento. Le soddisfazioni professionali non riescono però a distoglierla da un pensiero fisso: scoprire la vera identità della madre biologica, che non ha mai conosciuto. Al processo, intanto, l’imputata Betsy Grant, accusata di aver ucciso il ricchissimo marito, rifiuta il patteggiamento, ben decisa invece a provare la propria innocenza. Il corso della giustizia però prende una piega imprevista: le prove contro Betsy sembrano diventare schiaccianti, e Delaney rimane la sua unica salvezza, la sola persona che le creda. Mentre il tempo brucia.”
John Connoly
Classe 1968, irlandese doc. Uno dei più amati e apprezzati autori di thriller: forse ricordi il suo personaggio più noto, Charlie Parker, un investigatore privato che opera principalmente nel Maine. Ecco ciò che ho scelto
La sinossi:
“Jerome Burnel un tempo era stato un eroe. Molte persone, destinate a morire in circostanze tragiche e violente, devono a lui il fatto di essere ancora vive. Ma aver aiutato quella gente ha significato per Jerome la perdizione, la condanna a una vita di privazioni e umiliazioni, dolore e sofferenza. Ora, giunto al crepuscolo della propria esistenza, braccato da chi ne desidera la fine, Jerome racconta la sua storia al detective Charlie Parker. Gli racconta della ragazza sopravvissuta a coloro che l’avevano marchiata con il simbolo della morte, delle torture che ha subito e degli aguzzini che lo hanno tormentato. Gli racconta di quella comunità misteriosa, brutale, in cui in nome del Re Morto si compiono i delitti più efferati. È in questi anfratti oscuri che Charlie Parker dovrà calarsi, fino al cuore più torbido della verità. Una nuova, elettrizzante indagine per il detective Charlie Parker, l’ennesimo faccia a faccia con una realtà tetra, più letale di quanto si possa immaginare.”
E che dire di Ken Bruen
Nato a Galway nel 1951, ha conseguito il dottorato in metafisica al Trinity College di Dublino; finalista per i premi Edgar, Barry e Macavity, ha vinto il premio Barry nel 2007. Da un suo romanzo è stato tratto un film Blitz, ed eccoti il libro, edito da Casini.
La sinossi:
“Il detective Brant, noto tra i colleghi e i semplici cittadini per i suoi metodi non troppo ortodossi, viene preso di mira da un serial killer che si fa chiamare “Blitz” e che uccide solo poliziotti, annunciando i suoi delitti grazie alla complicità involontaria di un cronista di nera affamato di gloria, Harold Dunphy. A dare la caccia all’assassino c’è tutta la Polizia Metropolitana di Londra, ma Blitz si muove veloce e la posta in gioco è molto alta.”
Caro iCrewer a furia di parlare di folletti e gnomi mi è venuta una gran voglia di fare un salto in Irlanda, di immergermi nelle sue tradizioni, di “tracannare” un bel bicchiere di Guiness in compagnia dei nostri autori.