Oggi, iCrewer, per continuare il nostro giro del mondo e aggiungere un’altra tappa al viaggio della nostra rubrica Libri da…, ti porto in un Paese che si affaccia sull’Oceano Atlantico. Sto parlando della Guinea, o meglio, della Repubblica di Guinea, usando la nomenclatura ufficiale. Se invece vogliamo riferirci a questo Stato in modo più informale, possiamo chiamarlo semplicemente Guinea Conakry.

La Guinea e la sua tradizione letteraria

E’ un angolo di mondo dalla storia difficile: prima punto nevralgico della tratta degli schiavi, poi colonia francese e, poco dopo aver conquistato l’indipendenza, soggetto a dittatura. Questo, però, non ha proibito alla letteratura di crescere, svilupparsi e differenziarsi, anzi. Si può dire che la produzione letteraria guineana sia particolarmente fertile.
L’etnia Fula, un popolo nomade dedito alla pastorizia e al commercio di cui fa parte la maggioranza della popolazione, ha una ricchissima tradizione poetica. Le opere hanno come tema soprattutto la morale e la religione. Un’altra etnia, i Mandingo, tramandano invece la storia del proprio popolo grazie alle leggende narrate dai cantastorie.
Ci sono poi, come in tutti i Paesi in cui si instaura una forma di governo contraria ai principi della libertà di pensiero, gli intellettuali che preferirono lasciare la patria, esiliarsi, pur di non essere soggetti al potere del dittatore. O che sono costretti a fuggire a causa dei loro scritti. Di quest’ultima categoria fa parte Mohammed Alioum Fantouré.
Nato in Guinea nel 1939, si trasferì in Francia e in Belgio per intraprendere studi economici, diventando uno specialista nei processi di sviluppo industriale, soprattutto per quanto riguarda le problematiche dello sviluppo africano. Nel 1972 pubblicò il suo primo romanzo, Il cerchio dei tropici, che gli valse la vittoria del Gran Premio letterario dell’Africa nera del 1973. Con il suo lavoro egli denunciò la violenza che le popolazioni africane dovettero sopportare sia durante il periodo di colonizzazione francese, sia con l’instaurarsi dei regimi dittatoriali.
Williams Sassine, invece, nacque nel 1944. Anche lui condusse gli studi in Francia, ma in ambito matematico e dell’ingegneria in ecologia tropicale. Fu sempre dalla parte del popolo della Repubblica di Guinea. Attivista, ambasciatore, fece molto per far sentire la propria voce, anche se questo lo portò a dover lasciare il suo Paese natale. Nella sua opera Saint Monsieur Baly del 1973 parla delle difficoltà, delle fatiche che gli uomini devono sopportare per riuscire a vivere in una società che li affanna, li soffoca. Il vagare, la vita al margine, sono tutti temi fondanti nei suoi scritti, sebbene sempre volutamente affrontati con umorismo.