Si conclude oggi, la maratona letteraria dedicata a Leonardo Sciascia per celebrare i 100 anni della nascita dello scrittore, saggista, giornalista, drammaturgo, poeta, critico ed insegnante siciliano. Forse poco ricordato dalla letteratura italiana, nato a Racalmuto in provincia di Agrigento nel 1921 e morto a Palermo il 20 novembre 1989, Leonardo Sciascia è uno dei maggiori esponenti della cultura letteraria del Novecento italiana ed europea.
Un intellettuale dallo sguardo lucido e lungimirante, uno di quegli spiriti liberi che non temono di esprimere il proprio pensiero, asservito soltanto alla propria onestà senza nessun riguardo per alcun potere. Anche quando la libertà è scomoda e se ne pagano le conseguenze in prima persona.
Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… E sale come l’ago di di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su per l’Italia, ed è già oltre Roma…
Così scriveva Leonardo Sciascia, nel 1961, in quel capolavoro che è Il giorno della civetta, un libro che definire soltanto romanzo significa sminuirne il merito. Il giorno della civetta, diventato in seguito anche film e pièce teatrale, è un libro-verità, un libro-denuncia, un libro che ha fotografato la società, non soltanto siciliana ma dell’intera Italia e non soltanto di quel tempo: a rileggerlo oggi se ne scopre la straordinaria attualità. E dire che da allora sono passati ben sessant’anni!
Gli scritti di Leonardo Sciascia, siano essi romanzi, saggi o opere teatrali sono sempre transitati per le strade poco agevoli della denuncia sociale e politica, attraverso l’indagine giornalistica e storica, senza tralasciare l’analisi politica. Proprio la politica lo vede impegnato in prima linea con l’attività di consigliere comunale a Palermo, in un primo momento e di parlamentare in seguito.
E proprio la politica diventerà, oltre che impegno concreto, fonte di ispirazione ed indagine storica per libri come La scomparsa di Majorana e L’affaire Moro. Due libri-inchiesta su due “casi” che l’Italia intera ricorda bene: nel primo Leonardo Sciascia sembra affidarsi alla letteratura per scoprire la verità, nel secondo la verità sembra generata dalla letteratura.
Leonardo Sciascia e la classifica umana in cinque categorie
Leonardo Sciascia è popolarmente ricordato, più che per il suo eclettismo intellettuale a tutto tondo, per una famosa citazione contenuta in un passaggio de Il giorno della civetta in cui don Mariano Arena, capo mafioso, illustra la sua personale divisione del mondo in cinque categorie umane:
«Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…»
Il brano riportato è presente anche nei dialoghi del film, con la regia di Damiano Damiani, in seguito al quale si diffuse l’uso dell’espressione siciliana “quaquaraquà”, per indicare chi parla troppo, a sproposito e senza contenuti. Sciascia, come hai letto, non voleva dare il senso che si adopera a quel “quaquaraquà”, piuttosto la definizione è data dallo scrittore ad una categoria di persone non qualificabile, inclassificabile, totalmente inutile, come le anatre nelle pozzanghere.
Ho citato solo alcune delle opere di Leonardo Sciascia, ma i suoi scritti sono innumerevoli: dal 1950 con Le favole della dittatura, libro notato e recensito da Pier Paolo Pasolini, al 1989 anno della morte, quando scrive A futura memoria (se la memoria ha un futuro) pubblicato postumo, l’autore siciliano ha una lunga e fertile produzione che spazia in vari campi: dalla critica d’arte, alla sceneggiatura teatrale, dalla saggistica agli scritti politici.
Maratona letteraria per i 100 anni dalla nascita
Un intellettuale a tutto tondo come Leonardo Sciascia ha lasciato nella sua Sicilia e in Italia, un posto vuoto non facile da colmare: personaggi come lui forse ne nascono uno per secolo e mi sembra che attualmente nessuno ne stia raccogliendo l’eredità.
E così, per rendere merito e celebrare i 100 anni dalla nascita di una figura intellettuale complessa come quella di Leonardo Sciascia, l’associazione culturale La strada degli scrittori, ha organizzato una serie di eventi sui propri canali online. Una vera e propria maratona letteraria dall’8 al 10 gennaio.
Più di cento personalità tra scrittori, giornalisti, registi, attori, artisti, docenti universitari e persino personaggi politici, hanno aderito all’evento ricordando con aneddoti, riflessioni critiche, ricordi o semplici letture di stralci delle sue opere, l’indimenticabile scrittore siciliano.
La maratona letteraria dedicata a Leonardo Sciascia, ha aperto i battenti alle 18 di venerdì 8 gennaio con l’introduzione del sindaco di Racalmuto, dell’assessore alla cultura e del regista Fabrizio Catalano, coordinatore di tutte le iniziative per il centenario sciasciano. L’evento, visibile sui canali Facebook e Youtube della fondazione, ha visto coinvolti alcuni degli studiosi dell’opera di un intellettuale mai schierato con il potere.
Inoltre, l’amministrazione comunale di Racalmuto ha voluto dedicare a Leonardo Sciascia un monumento commemorativo realizzato da Francesco Puma ed una mostra fotografica che raccoglie fra le altre testimonianze anche numerosi scatti inediti dell’autore siciliano. All’attuale mostra fotografica, nei prossimi mesi, ne seguirà un’altra che invece raccoglierà le foto di scena realizzate sul set di Il giorno della civetta.
Articolata da intermezzi artistici, inframezzata da collegamenti con Racalmuto, con la casa dove Sciascia visse con zie, moglie e figlie, con la campagna di Contrada Noce e con la Fondazione a lui intitolata, la maratona ha visto anche omaggi televisivi dedicati a Leonardo Sciascia: da RAI Storia, a RAI Uno, dal TG Sicilia, a RAI Cultura, numerose sono state le trasmissioni che hanno dato spazio alla celebrazione del centesimo anno della sua nascita.
Un intellettuale impegnato su più fronti, ma anche una persona semplice che non ha dimenticato le sue origini…
Così lo descrive la figlia Anna Maria in un’intervista. Libero e non asservito al potere, anticonformista ed eclettico, Leonardo Sciascia incarna quella Sicilia che non si adegua al pensare comune né alla mentalità mafiosa, anzi la combatte con la genialità che gli è propria.