Qualche tempo fa ti avevo parlato dell’ultimo lavoro del grande regista italiano Pupi Avati, Il signor diavolo, un ottimo libro, ricco di suspense e in grado di far rabbrividire anche il più temerario degli animi. Sul nostro sito amico, icrewplay cinema, abbiamo pubblicato anche la recensione del film che, seppur dotato di una grandissima regia, non regge il confronto con il libro, di gran lunga più bello e molto meno confusionario. Ma la colpa, se di colpa vogliamo parlare, l’avevamo data a chi aveva montato il film, non certo a Pupi Avati.
Dopotutto, chi conosce il lavoro del regista sa che Pupi non ha fatto un solo film mediocre nella sua carriera. Attivo dal 1968, anno in cui uscì il suo primo film Balsamus, l’uomo di Satana, Avati ha scritto e diretto 40 film, circa 10 serie TV e 3 documentari. Il suo film più
Con Pupi Avati. Sogni, incubi, visioni, Andrea Maioli, responsabile della redazione spettacoli e cultura del Resto del Carlino, ripercorre la vita e la carriera del maestro del brivido, sottolineandone in particolare le sue opere più belle e le innumerevoli collaborazioni con altri nomi noti del panorama cinematografico italiano. Il libro verrà presentato il 14 novembre alle 18 e 30 alla galleria Fondantico di Bologna, con la presenza dell’autore e di Ugo Di Tullio, Docente di Organizzazione e Legislazione dello Spettacolo cinematografico e teatrale dell’Università di Pisa. Un appuntamento da non perdere.
Vediamo la sinossi ufficiale
Cinquant’anni di cinema e un nuovo film, “Il Signor Diavolo”, che nel 2019 riconduce Pupi Avati alle sue leggendarie origini gotiche e horror. Regista tra i più personali e di più longeva creatività nella storia del cinema italiano, Avati insieme al fratello Antonio e alla loro factory ha offerto un esempio unico, nel panorama nazionale, di indipendenza produttiva saldamente mantenuta negli anni. Gli esordi eroici e dannati di “Balsamus e Thomas”, in una Bologna anni Sessanta che per un attimo si crede Hollywood sul Reno. Il rapporto con la città, che s’interrompe di colpo per non interrompersi mai, nutrito di distanza, ricordi e fantasie. La genesi del cult “La casa dalle finestre che ridono”, che nel tempo farà di Avati un punto di riferimento dell’horror internazionale. L’amorosa e crudele esplorazione della memoria personale e antropologica, che s’accende magicamente in un piccolo capolavoro come “Una gita scolastica” e prosegue fino ai risultati più alti della maturità, “ll papà di Giovanna” e “La seconda notte di nozze”. La Storia rievocata con profondità visionaria in “Magnificat”. II tempo presente e subito passato di “Impiegati”, di “Regalo di Natale” e della sua “Rivincita”. I titoli sconosciuti al grande pubblico, da riscoprire. E ancora il rapporto con la musica, prima vocazione e primo disincanto, che non abbandona mai il cinema di Avati, dall’epocale successo della serie televisiva “Jazz Band” ai film sulle figure seminali di “Bix” e del giovane Mozart di “Noi tre”… Strutturato in ampi capitoli tematici, che ci accompagnano in andate e ritorni nel tempo avatiano, il libro si chiude con l’analisi del lavoro televisivo, delle sceneggiature scritte per altri registi e dei progetti non (o non ancora) realizzati. Ogni capitolo è introdotto da uno scritto inedito di Pupi Avati.