“Ci gettarono nella terra, ma non sapevano che noi eravamo i semi” scrive Azra Kohen. “Questo è l’ultimo libro della serie, PI: è il mio tentativo di far notare a NOI che nella semplicità c’è serenità, che nel lavoro c’è fede, che produrre è un servizio, che la vera forza sta nel trovare noi stessi, che tutto il resto sono solo trappole architettate per mettere alla prova la nostra determinazione, e che questa sfida la vince chi analizza ciò che gli accade. Questa è la fine del viaggio e l’inizio… del NOI siamo.”
Cosa accade alla fine di questo viaggio? Scrive la Kohen…
Arriviamo a noi stessi passo dopo passo, attraverso le scelte che facciamo. L’essere umano si forma scegliendo in ogni istante. Rinasciamo in ogni momento se facciamo la cosa giusta, altrimenti ogni volta muore una piccola parte di noi. Pi, il libro finale della trilogia-evento, ci fa il dono della nostra storia. Attraverso le scelte di Özge comprendiamo come le battaglie non si vincano attraverso la lotta e che c’è vera vittoria solo se non lasciamo il sentiero della rettitudine; attraverso Can vediamo come tutto ciò che facciamo torna indietro; Duru ci parla delle amare conseguenze che derivano dal valutare noi stessi solo attraverso gli occhi degli altri; Bilge ci offre la prova che possiamo esistere grazie alla nostra intelligenza e Deniz ci insegna a concentrarci su cosa sia davvero importante. Ognuno di questi personaggi indimenticabili ci dice qualcosa di noi stessi.
La trilogia di Azra Kohen è un’opera bellissima, molto interessante ma soprattutto, lasciamelo dire,”terapeutica”. Il mio consiglio, se hai letto i primi due volumi, è di leggere anche Pi per dare un senso finale alla storia, al contrario consigliato da mettere sotto l’albero, sarà un bellissimo regalo.