Nessuno ritorna a Baghdad è il nuovo romanzo di Elena Loewenthal, edito Bompiani, in tutte le librerie dal 27 marzo
Con Nessuno ritorna a Baghdad Elena Loewenthal ci porta in un viaggio, lungo più di un secolo, che da Baghdad va verso Gerusalemme, Haifa, Teheran, Madrid, New York e tante altre città. Un viaggio che ci trascinerà dentro le vite dei suoi protagonisti, di una madre, di una famiglia.
Ma c’è mai stata, Baghdad? È mai davvero esistita, quella città abbracciata all’ansa larga del fiume, stretta fra il sole e il deserto, piena di piccole strade sterrate che non portano da nessuna parte? Quella città con i balconi di legno e i tetti piatti dove s’andava a dormire, d’estate, e di lassù tutto sembrava un sogno strano, un miraggio impossibile?
La trama
La memoria è fatta di dettagli, parole, piccoli cortocircuiti. Il ricordo più bizzarro e remoto riaffiora in un certo cibo, in un taglio di luce londinese che pure nulla ha a che vedere con il bagliore abbacinante del deserto, oppure mentre si risponde al telefono, che anche senza più fili continua a unire chi ha scelto di andare lontano e chi si è fatto portare lontano da qualcun altro. Tutto è cominciato lì, a Baghdad, all’inizio del Novecento, o forse qualche millennio prima; a Baghdad, dove Flora, Ameer e Violette sono rimasti, giovanissime e soli, quando Norma, madre inquieta destinata a mutarsi in matriarca senza età, è partita, prima di tutti gli altri, per inventarsi un’altra vita oltreoceano. New York, Milano, Gerusalemme, Londra, Haifa, Teheran, Madrid: il mondo è piccolo per chi ha la diaspora nel sangue e sa da sempre che ci sono viaggi senza ritorno. Miraggi e incontri, scorci di storia e storie minime si compongono in un grande affresco che attraversa un secolo e oltre: un romanzo intriso di nostalgia e umorismo, delusioni e speranze per una famiglia di ebrei di Baghdad che affronta a testa alta un destino collettivo di viaggio, sradicamento e, chissà, riconciliazione.