La mamma è sempre la mamma.
Ce ne accorgiamo, forse, quando è troppo tardi!
Ma grazie al libro di Giada Sundas, una piemontese con origini goriziane, e la sua verve da blogger di successo, un pizzico di ironia e tanta sincerità, questo ruolo viene rivalutato.
“le mamme ribelli non hanno paura”
è scritto sotto forma di lettera indirizzata alla figlia Mya, dal concepimento ai suoi primi due anni e mezzo di vita.
“Ci sono stati giorni in cui ho organizzato complicate attività ludico-pedagogiche, altri in cui ti ho convinta che passare l’aspirapolvere fosse il massimo dello spasso; ci sono stati giorni in cui ho organizzato una linea d’azione la sera prima, altri in cui ti ho tirato giù dal letto urlando, fatto fare colazione con gli avanzi di cibo trovati in macchina e ti ho lavato la faccia nella fontanella della scuola; ci sono stati giorni in cui ho preparato una complessa ricetta, ripagata con la totale indifferenza, altri in cui ho ricevuto i complimenti per i fusilli olio e parmigiano.
Appena ha sentito un piccolo cuore battere dentro il suo, Giada ha cominciato a essere madre. Ma solo quando l’ha stretta tra le braccia quella vita è esistita davvero. Un attimo prima Giada era una persona, un attimo dopo un’altra e per sempre. Perché quando nasce un figlio si rinasce di nuovo. Si rinasce madri. Da quel giorno ha studiato tutti i manuali esistenti in commercio e ha ascoltato ogni consiglio. Affinché Mya, il suo dono più prezioso, fosse al sicuro, protetta, amata. Eppure non sempre tutto le veniva come era scritto in quei libri o come le avevano detto di fare. Ed è stato allora che ha capito una grande verità: che non esistono regole, leggi, dogmi imprescindibili. Il mestiere di madre si fa ogni giorno, si impara sul campo tra una ninnananna ricca di parole dolci e un rigurgito che rimane su una maglia per giorni.”
Il compito di una madre non è facile, non si insegna, si impara sul campo insieme al figlio, ai figli, ognuno è diverso, ognuno ha la sua storia, se vogliamo essere al passo con i tempi moderni potremmo dire che ha il suo “background”.
Tutte le donne, madri e non (io compresa) hanno letto tanto sull’argomento, sperando di trovarvi la bacchetta magica che tutto aggiusta, e la Sundas non è stata da meno, salvo poi rendersi conto che i vari manuali, libri, scritti non sempre vanno nel verso giusto.
Pertanto il suo racconto-lettera non è un manuale, né una linea guida da seguire, bensì un’esperienza che ha voluto condividere senza censure, perché non esistono regole granitiche o certezze assolute; esiste solo la consapevolezza del ruolo.