Killing Eve è ormai una serie di grande successo. Vediamo quali sono le sue origini e chi sta dietro ai due indimenticabili personaggi femminili
Cari lettori, oggi vi segnaliamo un romanzo particolare, che ha ottenuto non solo un enorme successo come libro, ma anche, e soprattutto, come serie tv. Anche a questi ultimi Golden Globe, che si sono tenuti la notte tra il 6 e il 7 gennaio, Killing Eve ha avuto il suo momento di gloria, grazie alla vittoria di Sandra Oh come miglior attrice in una serie drammatica.
Dietro a una serie di successo, spesso si nasconde non solo una grande sceneggiatura, ma anche una bella storia. E, in questo caso, gran parte del merito va a Luke Jennings.
Il romanzo e la serie tv
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Eve è un’agente dell’MI5, brillante esperta di donne assassine. Affascinata dalle loro motivazioni e azioni, si imbatte nella bellissima e irresistibile Villanelle e ne diviene lentamente, morbosamente affezionata. Villanelle è ossessionata dalla moda e dal lusso, ma è anche una spietata assassina, addestrata a uccidere. Villanelle stessa, dal canto suo, comincia ad agire quasi per mettere Eve sulle sue tracce ed è intrigata dal talento e dalla caparbietà della rivale. Comincia così il proverbiale gioco del gatto e del topo: due persone si inseguono, si «annusano» e imparano a conoscersi. E scoprono di avere qualcosa in comune… Due donne tenaci, ostinate, piene di contraddizioni e fragilità: il loro è un rapporto che attraversa i generi, dal classico film d’azione alla spy story fino all’antagonismo fumettistico tra il protagonista e la sua nemesi.
Protagoniste indiscusse del romanzo, e poi della serie, sono quindi una geniale detective, Eve Polastri, e Villanelle, una tanto bella quanto spietata serial killer sociopatica.
E’ soprattutto grazie a loro se il libro è riuscito a conquistare centinaia di lettori e di lettrici, tanto da essere definito “rivoluzionario“. Killing Eve, infatti, sarebbe potuta essere una classica spy story, che univa ad adrenaliniche scene d’azione alla James Bond, tratti più dark e cupi. Luke Jennings, invece, ha voluto sfidare gli stereotipi dei thriller, affidando a due donne ruoli solitamente maschili: il poliziotto e l’assassino. Altro merito che va riconosciuto all’autore è stato quello di alternare picchi di drammaticità a una spiccata ironia, a un travolgente black humor. Scelta che si è rivelata vincente anche per la successiva produzione della serie televisiva.
Eve Polastri, nella serie Sandra Oh (Grey’s Anatomy), affascina per la sua caparbietà, la sua forza, la sua intelligenza. Per certi versi potremmo definirla un’eroina, uno Sherlock Holmes al femminile. Ma sono le sue debolezze a renderla un personaggio vero, al quale non possiamo far altro che affezionarci.
Dall’altra, abbiamo Oksana Astankova, nome in codice Villanelle, nella serie Jodie Comer. L’assassina è un po’ come Joker. Vi siete mai chiesti come mai lo psicopatico di Batman sia così amato? Perché è un matto vero. Joker è cattivo, perfido, non è un uomo buono che nasconde la sua fragilità dietro una facciata di orrori. Villanelle è così. E’ una sociopatica spietata, anaffettiva, incredibilmente intelligente. Ha un fascino fuori dal comune, che gioca a suo favore, è bella, amante del lusso, della moda. Un personaggio forte e ben scritto che conquista immediatamente sia lettore che spettatore.
Chi è Luke Jennings?
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