Edizioni Mediterranee i primi di ottobre a Roma ha indetto una conferenza intitolata “L’esoterismo greco-romano dalla divinazione alla magia” il cui relatore Massimiliano Kornmüller è anche autore del libro Iniziazione alla divinazione etrusca; vediamo di cosa tratta quest’opera
Caro iCrewer eccomi oggi a segnalarti un interessante trattato riguardante le pratiche utilizzate nell’antichità classica a scopo divinatorio e magico; si tratta di Iniziazione alla divinazione etrusca, scritto da Massimiliano Kornmüller, avvocato, saggista e traduttore specializzato tra le altre cose anche in questo particolarissimo settore. Ecco i dettagli:
“Dell’Etrusca Disciplina, un corpus di testi sacri sulla divinazione, sono giunti a noi solo alcuni frammenti che, intrecciati con le testimonianze degli eruditi latini, danno un’idea di quella che era la scienza etrusca della predizione: l’ornitomanzia (divinazione tramite il volo degli uccelli), l’epatoscopia (divinazione mediante la lettura del fegato), la keraunoscopia (divinazione con i fulmini) e la brontoscopia (divinazione tramite i tuoni), alla quale si riferisce la prima traduzione dal greco del Calendario bronioscopico di Nigidio Figulo, presentata nel volume.”
Con questo estratto possiamo meglio capire la tipologia dell’opera: “Lo studio della mentalità arcaica e primitiva ci permette meglio di addentrarci nello spirito di un popolo come quello etrusco che, pure in età storica, manteneva una singolare affezione ai suoi tratti culturali di età protostorica. Per capire gli etruschi, come qualunque popolo arcaico, bisogna rinunciare ad usare il nostro modo di pensare illuministico-razionalista per adottare una visione mistico-simbolica. La visione della vita era basata sul fatto che ogni azione dell’uomo, ogni cambiamento oggettivo rappresentavano un simbolo tramite cui la forza divina si manifestava. Il processo della conoscenza avveniva dunque mediante l’utilizzo sia della figura dell’analogia, sia di quella della contrapposizione, nel senso che un fatto poteva essere interpretato come manifestazione dell’assenso di una divinità, ovvero della sua disapprovazione esplicita. Accanto alla ricerca della volontà divina, gli etruschi cercavano però anche semplicemente la forza tramite cui la divinità si manifestava, il “mana” della divinità; mettendosi in contatto con questo per mezzo di determinate tecniche (avispicio, epatoscopia ecc.) era possibile ottenere informazioni che trascendevano il presente e interessavano sia il passato che il futuro.”
L’AUTORE