L’ultima indagine del Commissario Salvo Montalbano, pubblicata dalla casa editrice Sellerio, poco prima della morte di Andrea Camilleri: Il cuoco dell’ Alcyon
Lo abbiamo visto: anche i miti muoiono e lasciano le loro creature orfane. Così è successo al Commissario più famoso d’Italia, il celeberrimo Salvo Montalbano che dopo la morte del suo inventore, Andrea Camilleri, accompagna idealmente nell’ultimo viaggio anche chi materialmente lo ha reso noto al grande pubblico: il regista Alberto Sironi, scomparso lo scorso 5 Agosto a 79 anni dopo una lunga malattia. Sironi, aveva firmato la regia di tutti gli episodi dei film tratti dalle opere del maestro Andrea Camilleri e, malgrado la malattia, aveva preso la direzione anche dell’ultimo film tratto dall’ultimo romanzo dedicato al commissario Montalbano, Il cuoco dell’ Alcyon, edito da Sellerio. L’ultimo ciak, lo scorso 26 Luglio, dopo la morte del Maestro, quasi un ultimo omaggio ad un grande autore, da un altrettanto grande regista che, fra l’altro fu l’autore della scelta di Luca Zingaretti, come volto per Salvo Montalbano.
Il cuoco dell’Alcyon, a detta della critica, mostra un Camilleri più avventuroso che mai, come se, consapevole della dipartita imminente, il Maestro avesse voluto mettere in questa sua ultima opera tutta la sua creatività di scrittore e giallista di razza superiore. La morte a breve distanza del regista della serie legata al commissario Montalbano, Alberto Sironi, sembra quasi voler suggellare definitivamente la fine di un’epoca di grandi opere, legate a questi due protagonisti della cultura italiana. Forse niente succede per caso.
Mi piace riportare una bella pagina di Salvatore Silvano Nigro, che rende benissimo l’idea del contenuto del romanzo:
Tutto è indecidibile, sogno e realtà, vero e falso, maschera e volto, farsa e tragedia, allucinazione e organizzata teatralità di mosse e contromosse beffarde, in questo thriller che impone al lettore, tallonato dal dubbio e portato per mano dentro la luce fosca e i gomiti angustiosi dell’orrore, una lettura lenta del ritmo accanito dell’azione. Tutti si acconciano a recitare, nel romanzo: che si apre drammaticamente con i licenziamenti degli impiegati e degli operai di una fabbrica di scafi gestita da un padroncino vizioso e senza ritegno, detto Giogiò; e con il suicidio, nello squallore di un capannone, di un padre di famiglia disperato. Da qui partono e si inanellano le trame macchinose e la madornalità di una vicenda che comprende, per «stazioni», lo smantellamento del commissariato di Vigàta, la solitudine scontrosa e iraconda del sopraffatto Montalbano, lo sgomento di Augello e di Fazio (e persino dello sgangherato Catarella), l’inspiegabile complotto del Federal Bureau of Investigation, l’apparizione nebbiosa di «’na granni navi a vela», Alcyon, una goletta, un vascello fantasma, che non si sa cosa nasconda nel suo ventre di cetaceo (una bisca? Un postribolo animato da escort procaci? Un segreto più inquietante?) e che evoca tutta una letteratura e una cinematografia di bucanieri dietro ai quali incalza la mente gelida di un corsaro, ovvero di un più aggiornato capufficio dell’inferno e gestore del delitto e del disgusto. «L’Alcyon […] aviva la bella bitudini di ristari dintra a un porto il minimo ’ndispensabili e po’ scompariri».
Il romanzo ha, nella suggestione di un sogno, una sinistra eclisse di luna che incombe (detto alla Bernanos) su «grandi cimiteri». La tortuosità della narrazione è febbrile. Prende il lettore alla gola. Lo disorienta con le angolazioni laterali; e, soprattutto, con il tragicomico dei mascheramenti e degli equivoci tra furibondi mimi truccati da un mago della manipolazione facciale. Sorprendente è il duo Montalbano-Fazio. Il commissario e l’ispettore capo recitano come due «comici» esperti. «Contami quello che capitò», dice a un certo punto Montalbano a Fazio. E in quel «contami» si sente risuonare un antico ed epico «cantami»: «Cantami, o Diva, del pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei […]».
Il cuoco dell’Alcyon è «una Iliade di guai».
In attesa di vedere il film che, sono certa, commuoverà gli spettatori, consapevoli di assistere all’ultimo atto di un mito con una grande ed inimitabile eredità che ci accompagnerà negli anni a venire, Il cuoco dell’Alcyon è già un libro che sta riscuotendo un enorme successo di pubblico, com’era prevedibile.