“Come l’aria che respiri”, il fascino di un’ambientazione insolita e splendidamente evocata: il Brasile di ieri e di oggi
“Brasile, anni Trenta. Dores, orfana di nove anni, magra e perennemente affamata, lavora come sguattera nella cucina di una piantagione di zucchero. Graçia, figlia del ricco proprietario, è intelligente, viziata e sempre pronta a trasgredire le regole. Nate in mondi che non potrebbero essere più distanti, Dores e Graçia si legano l’una all’altra grazie ad un’affinità misteriosa e alla passione per la musica. Una canta come un usignolo; l’altra sente affiorare dentro parole e melodie. La musica sarà la loro lingua comune, la ragione del loro successo e della loro rivalità; terreno accidentato ed esaltante di tradimenti, trionfi, cadute vertiginose: l’unica via di scampo di fronte a un cammino apparentemente già scritto.”
Ho provato a non ascoltare questa canzone per intero. ho tentato di cancellarla con l’alcol e il tempo e l’indifferenza. ma mi rimane in testa e non mi darà pace finché non ne avrò ricordato ogni parola. finché non l’avrò cantata ad alta voce, dall’inizio alla fine
E come afferma la stessa Frances De Ponte Peebles in una recente intervista:
“La musica è un modo per essere visto e ascoltato in un mondo che ci prova, ancora e ancora, a scartarti e svilirti. La musica diventa la tua arma e il tuo conforto“.
Frances De Pontes Peebles è una giovane scrittrice americana di origini brasiliane, nata a Pemambuco. “Come l’aria che respiri” è il suo secondo romanzo. Ha ricevuto l’O. Anthry Stories Anthology Award 2005. “La sarta“ è il suo libro d’esordio con cui ha vinto il Fiction Elle Grand Prix 2008.