Quando il tempo sembra sfuggire di mano e si rincorre la giovinezza: le regressioni e le trasgressioni di una donna di mezza età.
C’è un’adolescenza di ritorno che incombe ad un certo punto della vita. Quando il tempo sembra scappare di mano e lo si vorrebbe fermare, bloccare, fissare. Capita sia agli uomini che alle donne, verso i quaranta-cinquanta anni, quando non si è più giovanissimi ma neanche anziani, di sentire il bisogno pressante e urgente di assaporare ancora e con altre convinzioni, il gusto dell’avventura, della trasgressione, dell’amore folle e lanciarsi in storie, a volte, senza capo ne coda e che, spesso, lasciano solo tanto amaro in bocca. Sentire il tempo che sfugge tra le mani e non poterlo fermare, avere la sensazione di stare perdendo tutto quello che la giovinezza regala in toto e non poter fare niente per bloccarlo, è probabilmente la causa scatenante di comportamenti adolescenziali di ritorno, che possono dare il via a colpi di testa assurdi, in nome di quel famoso stare bene che, alla fine, tutto fa tranne che far stare bene.
Claire Dederer, saggista, critica letteraria e reporter, americana di Seattle, nel suo romanzo
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edito da Sonzogno, affronta impietosamente la famosa crisi di mezza età che racconta senza veli e con la schiettezza di “[…] attenta osservatrice della sua stessa vita. Claire si rende conto di essere inciampata in quell’età di mezzo che rende dolorosa la memoria di tutto e necessaria la possibilità di ripetere ogni cosa, compulsioni e spleen compresi”.
Un racconto autobiografico questo di Claire Dederer, tra realtà e immaginario, giocato sull’ironia e sull’autoironia di una donna matura che vive in pieno la sua vita.
Lettura consigliata a chi, giunto/a “nel mezzo del cammin di nostra vita”, rischia di smarrirsi “in una selva oscura” e magari attraverso le esperienze altrui, pur se raccontate in un libro, può ritrovare “la diritta via ch’era smarrita” . (L’eterno Dante, sempre attuale).