Eccomi qui a recensire un altro romanzo, che è stata la mia venticinquesima lettura di quest’anno e che è arrivata a me per delle vie un po’ inusuali rispetto al modo convenzionale con cui noi di libri.icrewplay.com riceviamo solitamente i libri da recensire.
Come infatti già sai, la mia reale attività lavorativa è insegnare, in un liceo precisamente, che ha partecipato a un evento a cui, da Novarese, sono molto affezionata e di cui ti ho già parlato: Scrittori & Giovani.
Quindi arrivando al punto, grazie a quest’evento, la nostra scuola ha comprato un po’ di copie del romanzo di Marta Morazzoni per ripopolare la nostra meravigliosa biblioteca e permettere agli studenti di arrivare preparati all’incontro con l’autrice che è avvenuto lo scorso 19 novembre e di cui ti racconterò in un prossimo articolo, perché adesso devo appunto parlarti di questo romanzo che per mia curiosità non ho potuto non ultimare.
Come sai e come si legge anche nei miei romanzi quello del mondo greco è per me una sorta di fissazione, adoro tutto quello che riguarda i miti e le leggende di questa civiltà antica, ma che per una sorta di magia ha superato i confini del tempo per giungere sino a noi, puoi quindi capire quanto io abbia apprezzato l’intento di Marta Morazzoni, ovvero il tentativo di costruire un testo che possa essere utile per avvicinare i giovani al mondo dei miti greci.
Inizio con lo spiegarti che Il dono di Arianna è una raccolta di racconti, 10 per la precisione: Micene, Creta, Githio, In riva al mare, L’Isola dei topi, Iolco, Daulio, Ramnous, Mykonos, Tebe dalle sette porte. Come ti dicevo e come si comprende anche dai titoli di questi brevi racconti il mondo greco fa da protagonista di questa antologia, tuttavia non vi è un unica ambientazione.
Dovrei iniziare una delle mie lezioni per spiegarti come i greci si consideravano un popolo unitario anche se in realtà la loro terra era frammentata dal mare che separava le isole che Marta Morazzoni in questo testo abilmente descrive. Le vicende, infatti si svolgono su diverse isole o in penisole che tuttavia sonno connesse con la loro madre patria. Per essere breve ti dico semplicemente che l’antica Grecia, non era una terra unica, tuttavia il cui popolo si percepiva unitario grazie agli usi, ai costumi, alla tradizione, alla lingua, che tuttavia era composta da quattro dialetti che comunque permettevano ai popoli distanti di comprendersi e differenziarsi da quelli che non parlavano il medesimo idioma e non per ultimo un’elemento di grande importanza era legato alle credenze negli dei e negli eroi i cui valori fornivano da insegnamento ai giovani.
Ne Il Dono di Arianna ho notato come Marta Morazzoni riesca a far emergere questi elementi che caratterizzavano la Grecia e di cui nessun studioso può ignorare l’importanza, lo fa rifiorire quando parla del mare, dei santuari che i greci innalzavano agli dei o quando facendo dialogare tra loro i personaggio di quel determinato racconto riporta alla luce le loro credenze, convinzioni e valori. Ad esempio ti riporto l’orgoglio di Agamennone che, dopo aver deciso di chiedere scusa ad Achille non lo faceva più prendere sonno. In riva al mare è stato il racconto che ho preferito.
Come ti dicevo oltre a non esserci un’unica terra in cui sono ambientati i fatti narrati non c’è nemmeno un solo protagonista, bensì in ogni racconti troviamo differenti personaggi che ricalcano le vicende degli eroi le cui gesta vengono riprese dall’autrice e raccontate con un diverso punto di vista e con uno stile a noi più vicino.
Un altro racconto che mi è piaciuto è stato Micene la cui protagonista è una donna forte e caparbia, la regina Clitemnestra, sorella della più celebre Elena. Ho trovato una scrittura piacevole, fluida che invoglia la lettura e, come tengo a precisare avviene in ogni racconto, una grande preparazione dell’autrice; si nota come abbia compiuto un grande studio per scrivere questi racconti. Nulla è messo a caso, ma ogni elemento riesce a rendere fedeltà al mondo che in queste pagine rivive.
Concludo infine con la motivazione che mi ha spinto a dare 3,5 stelle e non un punteggio maggiore a questa opera, beh come sai non amo molto dare le 5 stelle e le concedo solo a testi che mi fanno provare qualcosa che in questo caso non è avvenuta, ma di questa emozione poco riesco a descriverti, si tratta di qualcosa di empatico che o scatta o non scatta e nulla si può fare.
Non ho dato invece il mezzo punto che porta alla quarta stella, perché gli ultimi racconti non mi sono particolarmente piaciuti, li ho trovati troppo brevi e forse un po’ meno luminosi, non troppo chiari, insomma e, a mio parere, contrastano con la bellezza dei precedenti. Mi riferisco a Daulio, Mykonos e Tebe dalle sette porte.
Infine personalmente ritengo che la lettura di questo testo sia consigliabile a un pubblico di lettori dalla Seconda Superiore in su, avere una conoscenza alla base di questa lettura, credo la possa rendere più piacevole.
Marta Morazzoni
È nata a Milano, ha insegnato Lettere presso una scuola superiore. Tra le sue pubblicazioni: La ragazza col turbante, 1986; L’invenzione della verità; Casa Materna, 1992.
Il vincitore del Premio Campiello 1997, Il caso Courrier. Nel 2018 ha vinto il Premio Campiello alla Carriera e nel 2019, con Il Dono di Arianna, il Premio Chiara.