Ci sono storie che non passano mai di moda e che, nonostante abbiano secoli alle spalle, sono ancora in grado di stupirci e ammaliarci con il loro fascino. Caro iCrewer, secondo te quale racconto potrebbe rientrare in questa categoria? Per me, la leggenda di Re Artù ne è l’esempio perfetto: la sua memoria si perde in tempi antichi e ancora oggi ispira romanzi, fumetti, cinema e la televisione.
L’ultimo prodotto di questo tipo è Cursed: serie Netflix disponibile da venerdì 17 luglio e che è basata sull’omonima graphic novel di Thomas Wheeler (sceneggiatore) e Frank Miller (illustratore), pubblicata in Italia da Mondadori lo scorso ottobre.
L’opera di Wheeler e Miller non è la canonica rappresentazione della leggenda che tutti noi conosciamo, ma è una rivisitazione: protagonista è Nimue, una giovane druida incaricata di consegnare una spada incantata ad un potente mago, per aiutarlo a sconfiggere chi vuole debellare la magia dal regno. Per fare ciò, la ragazza deve attraversare un lungo viaggio e imbattersi in numerose avventure, ma non sarà da sola: al suo fianco c’è un mercenario, Artù.
Questa è a grandi linee la trama del romanzo illustrato e di conseguenza della serie Netflix. Caro iCrewer, se conosci un poco il ciclo bretone, avrai già capito che Nimue non è altri che la Dama del Lago e che il mercenario che l’accompagna nella missione non può che essere il sovrano leggendario!
Non è la prima volta che avviene un ribaltamento del genere in letteratura: trent’anni fa venne pubblicato un esperimento simile, che ottenne un notevole successo ed è oggi ritenuto un must-read (libro assolutamente da leggere). Sto parlando di Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley, arrivato in Italia nel 1986 e da poco riedito in versione integrale e senza censure da Harper Collins Italia.
La storia secondo Morgana
Perchè Le nebbie di Avalon non deve mancare nella tua libreria? Intanto perchè è un romanzo fantasy scritto divinamente e che può piacere a tutti i tipi di lettore, sia a chi apprezza il genere sia a chi non lo tollera. Infatti secondo me è riduttivo definirlo «fantasy», ma non è questo il momento per discuterne.
La particolarità che rende questo libro imperdibile è che racconta una storia totalmente diversa dalle imprese eroiche che noi ben conosciamo: la narrazione non segue le gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ma è incentrata su Morgana (o Morgaine nella nuova edizione). Marion Zimmer Bradley ribalta così la tradizione e ci mostra i lati oscuri e le contraddizioni dei personaggi del ciclo arturiano.
Questa coraggiosa scelta permette all’autrice di toccare temi importanti, quali il ruolo della donna nella società, le convenzioni sociali, l’ipocrisia della cavalleria e la religione. Anche se è ambientato nel Medioevo, Le nebbie di Avalon può essere letto come una critica sociale, poiché ancora oggi qualunque cosa estranea alla nostra quotidianità o al nostro modo di pensare ci risulta «cattivo», quindi da debellare. La storia di Morgana ci insegna a non stare alle regole imposte, ma essere noi stessi in ogni situazione e a perseverare quando il cammino ci risulta difficile.
Proprio per queste caratteristiche, il testo è considerato come un romanzo femminista e la sua complessità è oggetto di studi e di saggi. Uno dei più recenti è ad opera di Michela Murgia: L’inferno è una buona memoria. Visioni da «Le nebbie di Avalon» di Marion Zimmer Bradley (Marsilio, 2018).
Alle origini della leggenda di Re Artù
Pensando a questi lavori, mi sono chiesta cosa spinge autori a noi contemporanei di riprendere in mano una vecchia storia e di rielaborarla secondo il proprio gusto e la propria visione. Sarà la vastità del materiale a disposizione, l’incanto e il misticismo dell’ambientazione oppure la sua capacità di ispirarci ancora dei valori.
Suppongo che siano questi i motivi per cui Re Artù è tutt’ora una figura in grado di affascinarci e che periodicamente viene ripresa dall’editoria o dal cinema. Tanti mezzi hanno narrato le sue gesta, ma quando è apparso per la prima volta il sovrano bretone? Soprattutto, si tratta di un personaggio realmente esistito o è pura finzione?
La storicità di Re Artù è un vero mistero: ci sono discordanti correnti di pensiero a riguardo. Alcuni studiosi lo collocano come un condottiero bretone che combatté i sassoni tra il V-VI secolo, mentre per altri è frutto del folklore locale. Sta di fatto però che il suo nome risulta in varie fonti, come gli Annales Cambriae o la Hisotria Brittonum.
Ci sono inoltre numerose leggende e poemi gallesi e bretoni che narrano le vicende del sovrano di Gran Bretagna ed è per questo che tutto il corpus prende il nome di «materia di Bretagna», «ciclo bretone» o «ciclo arturiano». Tra questi, è particolarmente importante la Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth: una storia dei più importanti monarchi inglesi, scritta nel XII secolo. In questo testo vengono tratteggiati i caratteri che tutti quanti associamo ad Artù: un valoroso cavaliere e un re giusto, sia in tempo di guerra che in tempo di pace. Essendoci però numerosi riferimenti ad elementi sovrannaturali, si è soliti considerare la Historia un’opera di finzione.
Goffredo di Monmouth ha quindi un ruolo chiave nella tradizione arturiana, tuttavia il testo che ha dato però il via alla letteratura su Re Artù è una rielaborazione delle leggende bretoni, cioè un antenato di Le nebbie di Avalon e di Cursed: i racconti di Chrétien de Troyes!Scritti in francese nel XII secolo, essi aggiungono alla storia il personaggio di Lancillotto, la cerca del Santo Graal e oltretutto inserisce la componente amorosa nella materia arturiana, che prima era a malapena accennata, e la rende un perfetto esempio di letteratura cortese.
Ci sarebbero altre rivisitazioni e influenze della leggenda di Re Artù di cui potrei parlarti, per esempio nel romanzo Un americano alla corte di re Artù di Mark Twain, in cui si assiste ad uno dei primi viaggi nel tempo letterari, tuttavia credo di aver aver già detto troppo per oggi. Ti chiedo allora: quali altri esempi di rielaborazioni del ciclo arturiano ti vengono in mente e quali sono i tuoi preferiti?
La rivisitazione del cuore risale a quando ero bambina: La Spada Nella Roccia, il cartone animato Disney! Non pensare subito che sia banale: l’ho guardato così tante volte che la cassetta non funziona più. Mi è rimasta nel cuore perché ha acceso la mia curiosità per il ciclo arturiano, la cui ultima conquista è stata proprio Le Nebbie di Avalon! Amo la storia narrata dal punto di vista di Morgaine, una donna che vive pienamente la propria vita nel bene e nel male, le cui capacità sono eccezionali! E poi ho sempre sostenuto che Morgaine non fosse malvagia! Ringrazio Marion Bradley Zimmer per aver coronato di certezza la mia teoria!
La Spada nella Roccia, che cartone meraviglioso! Anch’io mi sono avvicinata alla leggenda arturiana con questo classico, quindi non credo assolutamente che la tua idea sia banale… E poi, diciamolo, Anacleto è un’istituzione! Più passano gli anni, più me lo sento affine XD
Per quanto riguarda Morgaine, sono completamente d’accordo con te: la Zimmer Bradley ha saputo tratteggiare una donna forte ed emancipata, che ti fa rivalutare l’idea canonica della strega malvagia.Le nebbie di Avalon ti fa proprio aprire gli occhi su quanto fosse maschilista la visione sociale medievale!