Le otto montagne è un libro nato dalla penna di Paolo Cognetti, edito Einaudi. Ha avuto un successo immediato, tanto da essere tradotto in 35 lingue dopo solo un anno dalla sua uscita e da vincere il premio Strega nel 2017.
La trasposizione cinematografica, scritta e diretta da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch e interpretata da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, è uscita nelle sale nel 2022. Come il libro da cui è tratto, ha ricevuto molti consensi dalla critica arrivando a vincere il premio della giuria al 75esimo festival di Cannes e quattro David Donatello tra i quali miglior film.
Le riprese sono state fatte in Valle D’Aosta, in particolare in Val d’Ayas, a Torino e in Nepal.
Le otto montagne: la trama
Pietro è un ragazzino solitario, cresciuto da un padre scontroso e da una madre sempre pronta ad aiutare il prossimo tanto da farlo anche per lavoro. Apparentemente i genitori hanno una sola passione che li unisce: la montagna. Per questo motivo, Pietro passerà tutte le estati della sua infanzia e adolescenza a Grana, un paesino ai piedi del Monte Rosa. Sarà lì che conoscerà Bruno, l’ultimo bambino rimasto in quel paese.
Inizia così un’amicizia fatta di estati di esplorazioni e scoperte, tra torrenti, sentieri e alpeggi. Nel corso dell’adolescenza, però, ognuno dei due amici farà la propria vita: Bruno lavorando come allevatore e poi muratore in Valle d’Aosta, Pietro trasferendosi a Torino e troncando il rapporto con il padre. Sarà proprio la montagna, la vera eredità lasciata dal padre, a riunirli.
E’ una storia che parla di montagna, amicizia, legami, rapporto paterno e di ricerca del proprio posto nel mondo.
Le differenze
Il film Le otto montagne è rimasto molto fedele al romanzo di Paolo Cognetti: la trama non è stata cambiata e le descrizioni della montagna, la vera protagonista, sono state rese alla perfezione dalle riprese girate in Val d’Aosta. Il film è contemplativo, fatto di ritmi lenti come la vita alpestre e accompagnato dalla colonna sonora di Daniel Norgren.
1. Il passato dei genitori di Pietro
La principale differenza riguarda i genitori di Pietro. Nel libro viene descritto anche il loro passato, come si erano conosciuti proprio in montagna, innamorati e poi sposati sotto le Tre Cime di Lavaredo. Infine, viene raccontata la tragedia che avviene alla loro famiglia tra le montagne innevate e che li porterà ad abbandonare per sempre quelle zone, per cercare un’altra montagna che li possa accogliere. Questo è anche il motivo per cui il padre si rifiuta di andare in montagna durante l’inverno. Nel film, il passato dei genitori di Pietro non viene raccontato perdendo così il parallelismo tra la vecchia vicenda del padre e quel che accadrà nella vita di Pietro.
2. La figura del padre
La seconda differenza riguarda la figura del padre. Nel film appare come un uomo scontroso e solo, senza però dare spiegazioni riguardo al suo modo di essere. Da un lato era dovuto al suo passato doloroso, dall’altro all’insoddisfazione per il proprio lavoro e la vita in città. Queste tematiche vengono solo accennate nel film e, quindi, risulta difficile capire da cosa derivi il cattivo rapporto con il figlio che viene ridotto ad allontanamento in età adolescenziale e ad un unico litigio riguardo alle scelte sul suo futuro.
Il romanzo quindi, come spesso avviene, regala più spessore ai personaggi. Infatti nella trasposizione cinematografica, per mancanza di tempo, non ci sono alcuni elementi utili per capire appieno i personaggi dei genitori e, soprattutto, il difficile rapporto paterno.
“La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita, un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. La montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare.”